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Scuola e Cultura in un paese per stare bene

Il Comune di Monte Marenzo ha da sempre dedicato tante risorse per la scuola. Quali potrebbero essere per l’istruzione pubblica a Monte Marenzo le conseguenze del decreto Gelmini?

Meno soldi significa meno insegnanti e personale di servizio. La conseguenza più importante per Monte Marenzo può essere l’impossibilità, nel giro di pochi anni, di garantire il tempo pieno che da noi esiste da vent’anni.
Inoltre, è ragionevole prevedere che le altre difficoltà saranno:
1) la mancanza di supplenti quando ce n’è bisogno;
2) la riduzione del sostegno per bambini con disabilità;
3) avere pochi soldi per progetti educativi, laboratori, uscite didattiche.

Il gruppo “Un paese per star bene” come intende agire di fronte a questa nuova realtà?

Sostenere la volontà delle tante famiglie di Monte Marenzo che hanno raccolto 420 firme per chiedere al Governo di rifinanziare adeguatamente la
scuola pubblica. Poi continuare l’azione del Comune che ha avanzato la medesima richiesta, d’intesa con numerosi altri comuni del territorio. La mobilitazione di genitori e comuni è stata positiva e probabilmente, almeno per il prossimo anno, il tempo pieno sarà salvo. Le risposte più importanti però stanno nella convinzione che la scuola è un “bene” prezioso che non va maltrattato, neanche in tempo di crisi!
Quindi continueremo e, possibilmente, cercheremo di migliorare il lavoro fatto dalle Amministrazioni comunali precedenti, che hanno dimostrato
nei fatti di saper impegnare significative risorse umane ed economiche per il futuro dei nostri ragazzi.
Gli investimenti in strutture scolastiche moderne e funzionali sono stati notevoli, e annualmente l’impegno finanziario in questo settore è di circa
220.000 €.
Noi pensiamo che sia tempo di affrontare questi servizi complessi coinvolgendo il territorio circostante, pertanto proponiamo che Monte Marenzo diventi uno dei protagonisti del “Patto territoriale per la Scuola pubblica”.

Cos’è il “Patto territoriale”?

Un accordo per un impegno comune tra le Scuole del territorio, i Comuni, le associazioni dei genitori e del volontariato, per mettere insieme le risorse e
mantenere il tempo pieno, anche in presenza di meno soldi da parte dello Stato.

Quali altri interventi propone il gruppo “Un
paese per star bene?

1) Sostenere la professionalità degli insegnanti, perché hanno bisogno di strumenti e risorse per svolgere al meglio il ruolo educativo in favore dei nostri figli.
2) Rafforzare l’attuale offerta educativa, senza dimenticare l’innovazione tecnologica e la funzionalità delle strutture.
3) Riconfermare anche per i prossimi anni il sostegno alla spesa per i libri di testo nelle scuole dell’obbligo e la gratuità dei trasporti estesa
sino al biennio superiore.
4) Promuovere incontri, laboratori, confronti su tematiche educative rivolte a famiglie ed educatori, come sostegno alla genitorialità.
5) Valorizzare il “Tavolo adulti”, attorno al quale siedono gli amministratori del Comune, dell’oratorio, delle associazioni e degli operatori dei servizi, con il compito di condividere le politiche giovanili e coordinare le varie proposte in un unico progetto.
6) Confermare il Premio allo studio e all’impegno per i ragazzi meritevoli.
7) Ampliare la somministrazione nella mensa scolastica di prodotti biologici e a “Km 0”.
In sostanza vogliamo che l’Amministrazione eserciti ancor meglio la propria funzione civica e formativa, per fare crescere cittadini consapevoli, responsabili, innamorati del proprio paese.

Su quali altri servizi culturali “Un paese per star bene” intende puntare?

Innanzitutto la Biblioteca. Per un Comune con meno di duemila abitanti riusciamo attualmente, grazie anche all’insostituibile impegno dei volontari, a raggiungere numeri molto importanti:
1) negli ultimi cinque anni sono stati investiti circa 60.000 €;
2) l’ottimo risultato raggiunto con i ben 8.500 prestiti del 2008 ci incoraggia ad incrementare ulteriormente il patrimonio librario
e multimediale (ora sugli scaffali ci sono circa 12.000 volumi e 1.000 titoli tra dvd e video), ed a proseguire nell’impegno di promozione della lettura.
3) Particolare attenzione verrà prestata al volontariato di ambito culturale che, come gli altri, non solo è essenziale per l’erogazione del servizio,
ma anche occasione di esperienza positiva e formativa per chi lo esercita;
4) Deve anche esserci un impegno a migliorare costantemente gli spazi (già ottimi) di lettura e di navigazione sulla rete web.
5) Un luogo centrale di promozione culturale e inter-culturale, pertanto, deve investire in quelle attività che riempiono di contenuti gli spazi fisici,
quali:
a) incontri con autori, confronti e conferenze;
b) eventi espositivi, di spettacolo e concorsi letterari.
6)Il nostro intento è investire sugli utenti più piccoli (animazione, rassegne di burattini, avvio all’educazione della musicale e dell’immagine, e così via), coinvolgendo nei progetti la ludoteca.

Qualche proposta concreta da parte di “Un paese per star bene” sulle biblioteche?

1) Il rilancio della Biblioteca della Levata (riaperta nel maggio 2005), deve avvenire con la promozione di progetti culturali che favoriscano
la partecipazione attiva e creativa degli abitanti alla vita della frazione. La presenza di persone di diverse provenienze e culture, ci sfida a trovare insieme soluzioni originali e inedite per costruire una comunità che sa rispettare le differenze, ma nello stesso tempo è unita, solidale e partecipe alle vicende di tutto Monte Marenzo. Bisogna riconoscere il lavoro prezioso
dei volontari che gestiscono la Biblioteca della Levata e prestare particolare cura alla loro formazione.
2) Incrementare l’educazione ai piaceri della lettura per gli utenti piccolissimi, coinvolgendo le scuole dell’infanzia e primaria, contando
sull’indispensabile apporto di insegnanti e famiglie, facendo tesoro della preziosa esperienza di mamme e volontari nel progetto “Cibo per la
mente”.

Quali altre attenzioni culturali animeranno “Un paese per star bene”?

1) Innanzitutto dobbiamo sviluppare progetti integrati, che veda la nostra azione condivisa con tutte le realtà culturali e sociali della comunità,
capace di creare offerte culturali a rete per intercettare e soddisfare più esigenze. In questo quadro troveranno collocazione viaggi e gite di studio, laboratori di attività espressive ed artistiche, eventi per la diffusione del sapere scientifico e del pensiero umanistico, corsi tematici e linguistici per una conoscenza di base.
2) Pensare iniziative (letture, incontri, teatro, concerti, ecc.) da tenere in luoghi di particolare pregio storico ed ambientale di Monte Marenzo, con l’intento di farne conoscere le bellezze.
3) Il paesaggio e la storia locale come importanti risorse culturali.
Tutelare e valorizzare il paesaggio, le cascine e i vecchi nuclei, la storia, la cultura e le tradizioni della civiltà contadina, non è solo il preciso dovere di una società orgogliosa e responsabile del proprio passato, ma è anche un investimento che incrementa il valore del patrimonio locale, che si può tradurre in opportunità economiche legate al turismo e alla visibilità dei luoghi di pregio da parte di un ampio pubblico interessato.

Possiamo fare alcuni esempi di come valorizzare questo patrimonio?

1) Passeggiate accompagnate dalle guardie ecologiche per conoscere ed apprezzare i diversi ambienti naturali (come la zona umida della Levata
e il patrimonio boschivo).
2) Promuovere progetti in accordo con i proprietari di quelle cascine che ancora mantengono alcune architetture e attività tradizionali, per favorirne la visitabilità anche a fini didattici.
3) Valorizzare, con adeguata manutenzione, il Monte S. Margherita come luogo di interesse storico e artistico, in collaborazione con l’Ecomuseo della Valle S. Martino e della Parrocchia.
4) Promuovere la formazione di gruppi (studenti, giovani, volontari) che accolgano i visitatori e tengano aperta la chiesetta nel periodo estivo in giorni definiti, in accordo con la Parrocchia.
5) Accordi con i proprietari per il restauro conservativo e la fruibilità del lavatoio del Beriocco e la edicola votiva nella strettoia di via Colleoni.
6) Prevedere nel progetto di recupero e di riutilizzo di Villa Monti, in coerenza coi vincoli della donazione, la creazione di spazi espositivi e
per ospitare raccolte etnografiche.
7) Prosecuzione della raccolta e archiviazione di testimonianze e documenti della storia locale.

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