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Pioppi alti e schietti, addio

pioppiRiceviamo da Cinzia Mauri una testimonianza amara di come non abbiamo nessuna consapevolezza, e quindi cura,  della bellezza del nostro paesaggio naturale. Al margine una bellissima riflessione di Hesse sulla sacralità degli alberi e una foto che mostra al centro il “com’era” la macchia dei pioppi tagliati.

Domenica mattina mi godevo il sole e il nostro paese in compagnia di parte della famiglia, camminando da Costa a Pomino ed ho avuto una bruttissima sorpresa: i pioppi cipressina (Popolus nigra “italica”) che lungo quel cammino crescevano, sono stati tagliati alla base, tutti.

Svettando all’orizzonte facevano da confine (perlomeno visivo) tra Monte Marenzo e Cisano e scandivano quella prospettiva, come il susseguirsi delle colonne in un dipinto rinascimentale, sottolineandola.

Erano inseriti in quella porzione di territorio in cui ambiente naturale e ambiente antropizzato erano ancora in armonia perfetta. Ed ora al posto di quelle colonne svettanti, un vuoto con un danno all’armonia e morfologia del paesaggio.

Non so perché li hanno tagliati, forse per un buon motivo, certo è che vedo sempre meno consapevolezza della fragile bellezza del nostro territorio e dei suoi alberi, sempre più spesso potati in maniera assurda, tagliati senza criterio nei boschi, venendo a mancare il rispetto e la sapienza di chi ne riconosceva il valore, anche grazie alla conoscenza. Una conoscenza dettata da una famigliarità acquisita nel vivere quotidianamente paesaggio e boschi fino ad interiorizzarne l’armonia.

E noi ? che non sappiamo quali alberi crescono nei nostri boschi, si coltivava sui terrazzamenti, le case erano raggruppate per non invadere il territorio ….come riusciremo ad essere custodi di questa antica armonia?

Scusate lo sfogo ma Dovevo. Cinzia

“Per me gli alberi sono sempre staiti i predicatori più persuasivi, li venero quando vivono in popoli e famiglie, in selve e boschi e, li venero ancora di più quando se ne stanno isolati. Sono come uomini solitari …. Niente è più sacro e più esemplare di un albero bello e forte”

H.Hesse – Il canto degli alberi

3 pensieri su “Pioppi alti e schietti, addio”

  1. Forse tutto sommato non si doveva vivere fino a diventar vecchi! Oh! Cinzia come apprezzo questa tua sensibilità per la natura. Il problema é che ho così tanti pochi anni, che ho visto coi miei occhi paesaggi intatti, voglio dire naturali e mai più nulla di tanto bello, di tanto mio, di tanto salutare ma soprattutto di tanto e tanto bello ho mai più visto. Ho visto paesaggi distrutti dal cemento, paesaggi irrimediabilmente rovinati che respingono. Ma pensavo, da giovane, che il passare degli anni indurisse dentro e ti permettesse di sopportare di più. Purtroppo non é così; cresce la voglia di essere ancora immersi in luoghi dei quali potevi bere da ogni piccolo ruscello che trovavi, potevi godere di spazi senza limite che si succedevano di verde in altro verde e sentirne il profumo e gli odori e respirarne l’aria (non sospetta!).
    Un prato, un albero, una roccia, del muschio, fiori e fiorellini, oggi mi commuovono, mi prendono dentro e provo una crescente nostalgia. La devastazione di solo duecento anni di tecnologia mi irrita fino alla nausea. Forse era meglio non vedere tutto ciò….ma ci sono ancora per un po’ altri spazi in questo Mondo che si va facendo troppo stretto per tutti noi e devo vederli! Ciao

  2. condivido il rammarico di Cinzia, manca sicuramente il senso di bellezza del paesaggio che la natura in un ambiente particolare ci regala.Non viene capito,si lasciano crescere per anni alberi
    senza accorgersi che questi nel contesto fanno parte di una vallata stupenda, non viene colto l’impotanza del valore uomini e ambiente.Gianni ciao.

  3. E’ VERO COME SI NOTA CHE NON CI SONO PIù

    SONO BELLISSIME LE FOTO DI SPREAFICO,CAMBIAMOLE PIU’ SPESSO PER FAR VEDERE COME E’ BELLO IL NOSTRO PAESELLO. CIAO PINA

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