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La politica, se la conosci la eviti (?). Tempi e modi della politica

romaniRiceviamo da Luciana Malighetti questo intervento sul senso della politica che volentieri pubblichiamo.

Mi son trovata spesso a non poter partecipare ad un gruppo di lavoro dell’Amministrazione comunale, ad un Consiglio comunale, ad un dibattito, o anche solo ad un’iniziativa per la quale ci tenevo a dare il mio contributo. Perché?

Perché ho un lavoro e una famiglia con tre figli piccoli e questo mi costringe a dare delle priorità.

Non è un problema della politica, che magari non ha tempi o modalità adatte, e nemmeno del fatto che sono una donna, perché mio marito non è più disponibile di me.

Il fatto è che chiunque voglia partecipare attivamente e costruire qualcosa per sé stesso e per gli altri deve dedicarci tempo e il tempo è un bene prezioso di cui la maggior parte di noi non può disporre a proprio esclusivo piacimento.

Ci vuol tempo per coltivare relazioni col marito e con i figli, per mantenere intatta e far crescere la vita di coppia, e per dare ai figli gli strumenti che faranno di loro delle persone autonome e responsabili, a loro volta capaci di costruire il futuro.

E questo è un punto.

Ma è anche vero che a volte la priorità “bassa” che si dà alla politica è perché nella politica non ci si crede più di tanto, allora se nelle mille cose da fare per miracolo ci avanza un’ora di tempo, “andare al consiglio comunale” forse non è la prima cosa che ci viene in mente di fare, e nemmeno la seconda.

Perché dunque, anche se si è giovani o senza figli piccoli da allevare, non si trova il tempo per la politica?

Perché non è un tempo giustamente retribuito se non nella “casta” accessibile solo a pochi eletti (e non elettori)

Perché non si lavora per obiettivi e non si misurano i risultati, è “Una politica che è solo far carriera” come diceva Guccini.

Non si vedono (forse perché mancano) i valori, le motivazioni profonde per la politica, non si capisce “a che pro”, ma si intuisce che, se c’è un pro, è di qualcun altro.

Infine non si ha voglia di mettersi in gioco, perché non si crede nel risultato, non ci sono gratifiche (nemmeno morali) e troppo spesso non sono chiari gli obiettivi, è tutto un batti e ribatti senza senso.

La politica ha un senso pratico? Significa fare il bene delle persone o del paese o solo di una parte di esso? Significa essere legati ad un’ideologia e non essere disposti a confrontarsi con altri?

E se la famiglia è il nucleo che costituisce la società, quali sono le politiche “per la famiglia” e chi cerca di promuoverle?

Ritengo siano domande pesanti, che possono spiegare anche se non giustificare il vuoto di tante persone valide nei confronti della politica.

Personalmente ritengo un mio dovere partecipare alle diverse iniziative promosse dall’Amministrazione Comunale o dalle Associazioni o dalla Parrocchia perché servono a far crescere bene il paese con i suoi cittadini; e lo faccio nonostante il poco tempo a disposizione; ma mi sembra che la politica sia lontana da tutto questo, perché è uno strumento, come lo è sempre stata, ma uno strumento che viene impiegato per prendere e mantenere il potere, non il potere a servizio delle persone, ma il potere di fare ciò che si vuole, di essere “più uguale degli altri”.

Luciana Malighetti

4 pensieri su “La politica, se la conosci la eviti (?). Tempi e modi della politica”

  1. Mi unisco volentieri a questo dibattito perchè l’argomento è molto interessante e mi sento parte in causa, essendo un giovane che si affaccia per la prima volta alla politica delle istituzioni. Concordo pienamente con tutte le vostre considerazioni. Tutto ciò che afferma Luciana riguardo le motivazioni che tengono lontani dalla politica corrispondono in pieno alla realtà: proprio per questo, però, mi sento di dire che qualcuno deve prendersi la responsabilità di cambiare le cose, a partire dai piccoli paesi. Non è più il mondo delle ideologie: questo è un mondo “globale”, dove ci può essere un giusto e uno sbagliato in ogni schieramento. I nostri nuovi e unici punti di riferimento deveno essere il rispetto degli altri (di tutti gli altri), la legalità, il rispetto delle regole e la completa trasparenza. Occorre una svolta culturale: bisogna finire di giustificare qualunque tipo di intrallazzo-sotterfugio-malaffare col classico “così fan tutti”. Le cose devono essere chiare e pulite. Questo è quello che penso, ed è quello che mi impegno a fare nel mio mandato.

  2. « L’uomo è per natura un animale politico »
    (Aristotele, Politica)
    « In democrazia nessun fatto di vita si sottrae alla politica »
    (Gandhi, Politica)
    Ebbene sì, Luciana, la politica non è solo governare la “polis”, la città, la comunità dei cittadini. Politica, per estensione, sono gli atti “pubblici” di ogni cittadino, e politica è compiere delle scelte, anche personali, che possono determinare, nel bene e nel male, un effetto sulla società.
    Questo non per fare una lezione sul significato della politica (che tu ben conosci), ma per confortarti che anche la scelta di fare il volontario per il Piedibus è BUONA politica.
    Esattamente il contrario di chi porta invece i bimbi a scuola con il SUV. 🙂

  3. Grazie a te per il commento, doveroso da parte mia chiarire che sì, il riferimento è all'”altra” politica, che non appartiene per fortuna al nostro paese. Ribadisco però che se solo la politica locale è quella “buona” il pericolo che venga guastata dall’altra politica rimane piuttosto incombente, e bisogna prestare attenzione.
    Troppo spesso la politica assume solo ed esclusivamente un significato ideologico o “di partito”, parla di ciò che fa bene al paese ma non fa ciò che fa bene al paese (continuo a non riferirmi a MM).
    Fare il volontario del Piedibus significa fare politica? Se è così ben venga la politica! Diciamolo, a tutti e il più possibile.

  4. Luciana, tutte chiare le tue considerazioni, ma, a scanso di non corrette interpretazioni, vorrei che esplicassi la tua frase finale.
    Siccome in conclusione parli della tua volontà a partecipare alle iniziative del nostro paese (da chiunque vengano promosse), non è chiaro se l’affermazione
    “ma mi sembra che la politica sia lontana da tutto questo, perché è uno strumento, come lo è sempre stata, ma uno strumento che viene impiegato per prendere e mantenere il potere, non il potere a servizio delle persone, ma il potere di fare ciò che si vuole, di essere “più uguale degli altri”
    sia riferita alla politica locale oppure, più in generale all’altra politica. Quella delle Istituzioni lontane e, spesso, con la caratteristica negativa che le attribuisci.
    Per quanto riguarda la politica locale intesa quella dell’Amministrazione di Monte Marenzo (e per esteso le altre Istituzioni che citi), mi sembra che l’interesse di tutte le forze politiche, di maggioranza e di opposizione, sia invece quello di essere attenti ai problemi dei cittadini di Monte Marenzo, ovviamente con diversi punti di vista, e che non vi sia nessuna volontà di mantenere il potere o essere più uguali agli altri.
    Il rinnovamento ricercato e perseguito da tutti (maggioranza e opposizione) mi sembra sia la dimostrazione di quello che affermo. Così come questo tentativo è in atto anche nelle altre Istituzioni. Anche se ci sono difficoltà a coinvolgere nuove leve per i motivi che hai indicato tu e che sono reali.
    Grazie comunque per lo stimolante intervento.
    Sergio

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