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TELETHON, UNA MARATONA PARTITA DA MONTE MARENZO. Intervista a Gerolamo Fontana, Presidente UILDM Sezione di Lecco.


 
uldm_lecco_webIn questi giorni si stanno tirando le somme della Maratona Telethon 2009 e la Provincia di Lecco, con la cifra record di 223.000 euro, è risultata prima a livello nazionale in questa gara di solidarietà.
Gerolamo Fontana è da alcuni anni Presidente della Sezione di Lecco della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia muscolare), l’Associazione che coordina gli eventi Telethon in 61 paesi delle Province di Lecco, Bergamo e Sondrio.
Un’avventura nata 18 anni fa, proprio a Monte Marenzo, con la spinta determinante della Polisportiva.
 
 
A Gerolamo abbiamo chiesto di ripercorrere le tappe più significative di questi anni.
 
Sì, il tutto ha avuto inizio nel nostro paese nel 1992, quando fummo autorizzati dalla sezione UILDM di Bergamo a raccogliere fondi per la Maratona Telethon. Ci eravamo posti l’obiettivo di raccogliere 500.000 lire ma la risposta dei cittadini di Monte Marenzo fu straordinaria: con 7.000.000 di lire risultammo il primo paese in Italia che, in percentuale al numero di abitanti, versò quell’anno il maggior contributo a Telethon.
L’anno successivo raccogliemmo più del doppio: ben 13.000.000 di lire. Da allora le offerte sono cresciute ogni anno.
 
 
Per tre anni avete raccolto fondi solo a Monte Marenzo. Poi, nel 1996, ci fu la vostra presenza in alcuni paesi della Valle San Martino e la fortunata “invenzione” dei panettoni Telethon.
 
I primi panettoni non avevano neppure l’astuccio che è ormai diventato famoso. Venivano offerti in una confezione di cellophane, ma i cittadini colsero subito la novità e furono di nuovo generosi. Ai primi di dicembre si portavano a casa il classico dolce natalizio e, al contempo, contribuivano al sostegno della ricerca sulle malattie genetiche.
Non dobbiamo dimenticare che lo scopo della Maratona è proprio questo: raccogliere i fondi necessari per la ricerca scientifica e Telethon, in questi anni, ha fatto fare passi da gigante a moltissimi progetti e ha permesso di trovare la cura ad alcune malattie, facendo guarire centinaia di persone.
 
 
Perché chiedere soldi ai cittadini? Non basta il contributo dello Stato alla ricerca?
 
Purtroppo senza Telethon non ci sarebbe ricerca in Italia: il Governo destina solo lo 0,6% del PIL, molto al di sotto del contributo degli altri Governi Europei che destinano l’1,5% o addirittura il 2%.
Significa che alla ricerca in Italia vanno solo 100 milioni di euro, finalizzati però a tutti i tipi di ricerca e quindi solo una piccola parte va alla ricerca medica.
Telethon contribuisce con ben 35 milioni di euro, per ricerche lunghe e costose .Un esempio: con un flacone di reagente si fanno solo 3 esperimenti e costa 500 euro. Per ogni nuovo farmaco ci vogliono almeno 15 anni di lavoro e 16 milioni di euro.
Telethon garantisce il finanziamento a moltissimi ricercatori italiani che non abbandonano così il nostro paese; è noto che i ricercatori italiani sono tra i migliori al mondo.
Pensiamo che solo due anni fa il professor Giulio Cosso, ha guarito un cane distrofico, con 5 trapianti di cellule staminali, lo ha guarito dalla distrofia muscolare. Questo risultato apre orizzonti di speranza di poter applicare tale tecnica anche all’uomo, e particolarmente ai bimbi malati di questa grave malattia genetica, infatti i primi risultati su quattro bambini di questa “epocale” scoperta danno risultati veramente importanti.
 
 
Parallelamente alla raccolta fondi si sono moltiplicate le iniziative culturali e di spettacolo, sociali in favore di Telethon. Quali ricordi tra le più significative?
 
Ne ricordo una in particolare, la nostra visita al carcere di Regina Coeli, a Roma, io e mio fratello Angelo e il mitico Gianni Rivera che allora era Assessore del comune di Roma. Abbiamo sensibilizzato i detenuti,ed è stato molto toccante ricevere dalle loro mani circa 700 mila lire nell’atrio, sotto la lapide che ricordava la visita al carcere di Papa Giovanni XXIII.
 
 
Da alcuni anni ha avuto inizio la vostra campagna di sensibilizzazione nelle scuole.
 
Tre anni fa abbiamo coinvolto 10 scuole del territorio, i docenti e 1.500 bambini e ragazzi ed abbiamo raccolto 10.000 euro. L’anno scorso le scuole coinvolte sono state 38, con 4.800 ragazzi e una raccolta fondi di 32.000 euro.
Risultati che si ottengono con un grande lavoro di sensibilizzazione nelle classi con incontri in cui spieghiamo ai bambini il valore di questa raccolta.
Quest’anno abbiamo contattato circa 70 scuole e ben 7.500 bambini per una settimana, sono stati insigniti del titolo di “ambasciatore Telethon”. I ragazzi hanno portano nella loro famiglia il salvadanaio che abbiamo distribuito e hanno chiesto ai loro famigliari ed amici di sostenere Telethon. La risposta economica è stata di 58.000 euro, ma altrettanto importante è stata la risposta educativa. Grande è stata la soddisfazione personale quando una mamma mi ha raccontato che il suo bambino della scuola dell’infanzia le ha detto che doveva raccogliere i soldi per aiutare i medici ad inventare le medicine per i bambini ammalati!
Il messaggio è arrivato diritto al loro cuore. E’ questa la nostra speranza per il futuro.

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