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Una gita a Fontanella

Antonio Tabucchi, in una recente intervista sul suo ultimo libro “Viaggi e altri viaggi”, ha parlato delle gite, quelle che gli anziani fanno per andare a visitare santuari o luoghi in un piccolo viaggio di mezza giornata.

Verrebbe voglia, dice lo scrittore, di raccontare quelle gite dai volti delle persone che scendono dal pulman che li ha accompagnati in quei luoghi. Capire dai loro sorrisi, dalla luce dei loro occhi se quello che hanno visto li ha sorpresi  e li ha meravigliati.

Ecco, se fossi un grande scrittore, comincerei dalla fine, da quei sorrisi e da quegli occhi per raccontare una piccola gita a Fontanella con l’AUSER di Casa Corazza.

E a vederli al ritorno, i nostri amici che vi hanno partecipato, ti accorgi subito che il piccolo viaggio li ha soddisfatti.

La gita a Fontanella al Monte Canto (Sotto il Monte Giovanni XXIII), il 28 ottobre, prevedeva una visita guidata all’Abbazia millenaria di S. Egidio a Fontanella, seguita da una visita alle cantine dell’Azienda agricola Sant’Egidio, produttrice di vino, grappa e olio extravergine di oliva.

L’impeccabile organizzazione di Carla e dell’AUSER e l’ospitalità dell’Azienda Agricola, ha fatto funzionare tutto a meraviglia.

 Guida d’eccezione per la visita all’Abbazia è stato Don Giuseppe, che ha raccontato in maniera esemplare la storia del sito cluniacense e le bellezze della chiesa romanica. La sua esposizione non si è limitata a un elenco di fatti e di opere, ma ha voluto trasmettere a tutti noi il vero significato dell’architettura della chiesa, edificata con un profondo senso religioso e di spiritualità.

Sarebbe stato bello concludere la sua esposizione con una poesia di Padre Turoldo, il “poeta di Dio”, che fece restaurare l’Abbazia negli anni ’60 e qui fondò e divenne priore di una piccola comunità, “Casa di Emmaus”, presso la quale istituì il Centro di studi ecumenici “Giovanni XXIII”, aperto anche a persone anche atee e di altre fedi, come quella islamica, all’insegna di un ecumenismo radicale.

 Uno splendido sole ci ha accolti all’esterno della chiesa e a piedi siamo scesi alla Azienda agricola Sant’Egidio. Ci ha accolto Laura (che, tra l’altro, è anche la webmaster del nostro sito internet) e ci raccontato le origini della cantina, del lavoro di suo nonno ed ora quello della sua famiglia.

Laura e Anna hanno mostrato i metodi di vinificazione del Valcaleppio rosso DOC “Ronco di sera”, ci hanno fatto assaggiare il vino dell’anno 2008 (che è commercializzato dopo due anni di invecchiamento) e la buonissima grappa tratta dalle vinacce della loro vigna.

Formaggi e salumi locali hanno accompagnato l’assaggio e, dulcis in fundo, degli ottimi biscotti al vino e alla grappa.

(nelle foto alcuni momenti della gita).

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3 pensieri su “Una gita a Fontanella”

  1. Ho conosciuto personalmente David Maria Turoldo. Studiavo a Roma, presso le Suore Compassioniste Serve di Maria di Via Torlonia. Turoldo veniva a farci gli esercizi spirituali o, quando si trovava a Roma, celebrava la Santa Messa. La sua voce tonante, abituata agli spazi del Duomo di Milano, risuonava potente nella piccola cappella dell’Istituto. Il sostantivo, che ripeteva sempre parlando di Cristo, era UOMO, come a ricordarci che anche Dio ha voluto sperimentare la condizione della carne, ha avuto le nostre stesse paure, le nostre ansie, ha vissuto i grandi tradimenti, si è sentito fragile, smarrito, perché essere Figlio di Dio, implica responsabilità, quelle che tutti dobbiamo assumerci, perché tutti siamo figli di uno stesso Padre.

  2. L’Abbazia di Sant’Egidio a Fontanella è un opera d’arte, ma è soprattutto un Luogo dello Spirito, senz’altro la preghiera, la contemplazione può avvenire in ogni posto, ma ci sono alcuni luoghi naturali o costruiti dall’uomo che aiutano così tanto a raggiungere il silenzio che li rende dei luoghi speciali, l’Abbazia di Fontanella è uno di questi. Io e Sergio, mio marito, la frequentavamo anni fa, quando i Padri Servi di Maria potevano ancora celebrarvi la Messa, una Celebrazione particolare accompagnata dal canto dei bellissimi Salmi di Padre Turoldo.
    Padre David Maria Turoldo non l’ ho conosciuto personalmente, ma l’ ho visto una volta, partecipavo, a Lecco, ad una manifestazione contro la prima guerra del Golfo, organizzata dagli studenti delle scuole superiori, noi del Liceo Artistico eravamo stati impegnati un’intera settimana per confrontarci, preparare bozzetti, schizzi e dipingere gli striscioni per il corteo, poi mentre eravamo tutti seduti in Piazza Cermenati è arrivato. Alto, magro, col suo cappotto nero, ha voluto venire per parlare con noi, per darci il suo appoggio, per condividere quel momento di impegno, di dissenso, ha voluto venire nonostante fosse allo stadio terminale della malattia che lo aveva colpito e noi ragazzzi l’abbiamo ascoltato in silenzio.

  3. La poesia di Padre Turoldo da leggere, forse doveva essere questa: una piccola lirica forse scritta dopo un’incontro con alcuni amici che gli avevano fatto visita a Fontanella. Proprio come noi, che siamo arrivati lì in gita.

    Canti dell’amicizia: E domani…

    Ve ne siete andati, amici.
    Ora nuovamente solo
    conto i vostri passi
    (prima insieme a scendere
    le scale, ad accomiatarci
    sul sagrato, più tardi
    possibile), e poi solo
    a sentire i vostri motori
    in corsa verso la pianura.
    Solo, come ieri e come domani,
    come questa notte di luna
    sul colle così familiare e assente.

    E’ mezzanotte, è l’una,
    per me è sempre mezzanotte
    e sempre è l’una e le due
    e poi l’alba.
    Solo, per i secoli dei secoli amen.

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