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Essere solidali. Intervista al Cav. Luca Rota

Incontro Luca Rota venerdì pomeriggio dello scorso 7 dicembre. Da molti giorni cercavamo di far coincidere i nostri impegni per una chiacchierata, ci diamo appuntamento in piazza mentre cadono i primi fiocchi di neve. Dovrei rivolgermi chiamandolo Cavaliere (è Cavaliere al merito) o dandogli del Lei, ma Rota mi chiede subito di darci del tu, si sentirebbe a disagio.

Non lo conoscevo, ci siamo visti a Monte Marenzo una sola volta, e nell’ora abbondante del nostro incontro in biblioteca, mi racconta tantissime cose, tanto che faccio fatica ora a mettere in ordine gli appunti presi durante la nostra chiacchierata.

Intanto devo spiegare il motivo dell’intervista: Luca Rota, insieme ad Angelo Fontana (Cavaliere al Merito), ha accettato di portare i soldi raccolti in favore dei terremotati dell’Emilia da tutte le associazioni di Monte Marenzo con l’iniziativa da noi lanciata della “tenda della solidarietàhttp://www.unpaeseperstarbene.it/2012/la-tenda-della-solidarieta/

http://www.unpaeseperstarbene.it/2012/i-fondi-del-terremoto-da-monte-marenzo-a-bomporto/

A distanza di 6 mesi da quell’iniziativa era desiderio di entrambi far conoscere ai cittadini di Monte Marenzo come sono stati impiegati quei soldi.

Ma prima chiedo a Luca Rota di raccontarci di sé e da quanto tempo risiede a Monte Marenzo.

Dal 1994 e a Monte Marenzo ci sono capitato per caso, io e mia moglie, alla ricerca di una abitazione. Lavoro ad Olginate e sono medico dentista. Le mie origini sono però di Monte Marenzo da parte di madre (della famiglia Gandolfi) mentre per quanto riguarda il mio cognome sono l’ultimo discendente maschio della famiglia Rota che per diversi secoli fu la famiglia più importante di Carenno fin dal XII secolo. Uno dei miei avi fu comandante dei guelfi della Valle San Martino, alleati della Repubblica Veneta. I sassi della chiesa di Carenno sono stati donati anche dalla mia famiglia.

Medico fu anche un altro avo, Lorenzo Rota, studioso di piante rare della provincia di Bergamo che ha catalogato in un erbario oltre 5000 specie. Il giardino botanico di Bergamo è dedicato a lui.

Nel 2008 sei protagonista di una vicenda che poi ti fa avere la benemerenza di cavaliere, salvi la vita a un ragazzo di Monte Marenzo.

Stavo tornando a casa e all’altezza del Mangili c’è un incidente. Un ragazzo (Morris Casisi) è sotto un’auto. Come medico intervengo immediatamente insieme ad altri quattro concittadini, riesco a praticare il primo soccorso (sono anche volontario dell’automedica del 118) e il mio intervento è stato decisivo. Tanto che poi il Gr. Uff. Giovanni Borroni, Delegato Provinciale ANIOC  (Associazione Nazionale Insigniti  Onorificenze Cavalleresche)  di Lecco, invia la segnalazione di questo episodio e altri per attivare l’iter di conferimento di Cavaliere al Merito.

Poi la Comunità Montana Valle S. Martino mi nomina uomo della valle e mi consegna la statua di S. Martino per volere di tutti i 9 sindaci della Valle.

Ma il salvataggio di Morris non è l’unico motivo.

Ce ne sono altri?

Più di uno. Intanto la mia esperienza durante il terremoto dell’Abruzzo del 6 aprile 2009. Da carabiniere in congedo faccio parte del Nucleo Protezione Civile Associazione Nazionale Carabinieri.

Siamo partiti pochi giorni dopo il sisma da Lecco alle 6 e mezzo di sera e alle 6 del mattino del 9 aprile eravamo in uno dei 160 campi intorno all’Aquila per dare il cambio al primo gruppo di carabinieri intervenuto con compiti di antisciacallaggio e vigilanza. La situazione al nostro arrivo era allucinante. Non c’erano le tende, la luce, la mensa. Il posto per fare i propri bisogni era semplicemente la collina intorno … faceva molto freddo ad aprile e c’era la neve sui monti.

Il nostro campo era a Poggio di Roio, a 1.100 m.s.l.m, gestito dall’Ordine di Malta che, essendo un Ordine Sovrano, ha una struttura autonoma rispetto allo Stato Italiano. In poche ore si sono allestite le tende, assegnati i posti. E non è semplice gestire una situazione del genere, magari con famiglie che non vanno d’accordo e che sono costrette a convivere nella stessa tenda.

A Coppito, alla caserma della Guardia di Finanza che era il centro operativo, ho partecipato ai funerali delle 208 vittime. Ho portato alcune bare insieme ad altri carabinieri. Ricordo la bara del giocatore di rugby e quella di una donna, una madre, con sopra la piccola bara bianca del figlio su cui erano stati posati i giocattoli… la signora disabile in carrozzina che non si staccava dalla bara di una delle vittime…

Una esperienza forte, che ti ha segnato…

Sì. Tutto il periodo passato in Abruzzo è denso di ricordi, di rapporti umani. Con Padre Osman, per esempio, il parroco sudamericano di Poggio di Roio. Il diretto contatto con la popolazione ha creato un rapporto particolare. Sono grande amico di un collega dentista, Alessandro Staffelli, fratello del giornalista televisivo, molto simpatico, e la nostra simpatia è stata contagiosa in un momento molto duro per tutti. Si doveva convivere con le scosse in un clima con escursioni termiche da + 30° a – 5°.

Nel nostro campo in 6-7 mesi ci sono state altre 10 vittime anziane per le patologie dell’età acuite dalla situazione. Se calcolate 10 morti per 160 campi il numero delle vittime conseguenti al terremoto è molto più alto del numero ufficiale e di queste vittime non se ne è mai parlato.

Un altro ricordo è quello della Madonna di Poggio di Roio, la più venerata d’Abruzzo. All’Aquila ci sono 99 statue della Madonna e nessuna è stata lesionata dal terremoto. La statua del nostro campo è stata portata  a Coppito in occasione della celebrazione del Santo Padre.  Poi il Papa donò al nostro campo una rosa d’oro.

Sono andato e venuto dai luoghi del sisma decine di volte. Partivo il venerdì da Lecco, restavo fino a domenica e ritornavo poi al mio lavoro, ma la mente era costantemente giù.

Viaggi ciascuno di oltre 800 km tutti a mio carico. Avrei potuto chiedere il rimborso di queste spese, ma così mi pareva di sporcare quello che stavo facendo. Se si è volontari lo si deve essere fino in fondo.

Come è nata l’idea della tenda odontoiatrica?

Sembra una stupidaggine. Ma pensate cosa accade ad una persona anziana quando un terremoto ti sorprende nella notte. L’anziano va a letto e lascia gli occhiali e la protesi dentaria sul comodino. Il giorno dopo non sei più tu. In quei mesi abbiamo dato alle persone 250 paia di occhiali che ci ha fornito Federottica. E le dentiere non servono solo per mangiare ma anche per la vita di relazione. Con Alessandro  Staffelli pensiamo di allestire una tenda odontoiatrica. Lo proponiamo alla Protezione civile di Bertolaso ma non si ritiene importante. Poi chiediamo ai responsabili del campo di Poggio di Roio. L’Ordine di Malta dà il consenso e allestiamo, prima esperienza in Italia, una tenda attrezzata grazie all’aiuto di molte ditte odontoiatriche e sponsor che hanno fornito materiali ed attrezzature.

Dal 17 aprile al 27 settembre 2009 abbiamo effettuato centinaia di interventi (20 prestazioni al giorno) sia alle popolazioni terremotate che ai volontari dei campi che avevano qualche problema. Operavamo con una equipe a turno di 60 volontari. Tra noi anche un dentista dagli Stati Uniti. Abbiamo effettuato prestazioni di pronto soccorso che si sono intensificate nel momento che sono state tagliate le risorse alla tenda ufficiale del Posto Medico Avanzato in cui non c’erano più medici.

Dopo il settembre del 2009 sei ritornato in Abruzzo?

No. Ma cercherò di tornare. Quell’esperienza mi ha accresciuto umanamente. Tanto che il mio impegno di volontario al Pronto soccorso(dal 2002 e dal 2010 su auto medica un giorno a settimana) che consideravo solo un arricchimento professionale si è tramutato in un impegno forte a cui si sono aggiunti  altri impegni  di solidarietà e volontariato.

Faccio cure odontoiatriche gratuite ai ragazzi di Chernobyl  in un  progetto umanitario con l’Aio (io sono Tesoriere e Staffelli Presidente dell’Aio Lombardia) e con “Aiutiamoli a Vivere”, un’associazione il cui fine è ospitare nei comuni italiani i bambini bielorussi.

Dal 2011 ci occupiamo anche dei piccoli ambasciatori di pace, profughi del Saharawi con disturbi neurologici in carrozzina che accogliamo durante l’estate (ad  agosto 2012 li abbiamo ospitati per un mese al mare a Chiavari) e di giovarsi di un’alimentazione sana e completa e  poter fruire di controlli sanitari.

Presto assistenza anche per curare gli orfani dei militari dell’arma ONAOMAC (Opera Nazionale Assistenza Orfani Militari Arma Carabinieri).

 

 

 

Così arriviamo al conferimento dell’onoreficenza di Cavaliere al Merito.

Nel giugno del 2010 il Prefetto di Lecco avvia l’iter per il conferimento che viene promulgato dal Presidente della Repubblica il 2 giugno del 2011. Solo un anno dopo, il 2 giugno 2012, in occasione della Festa della Repubblica, il nuovo Prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, in piazza Cermenati a Lecco,  mi ha consegnato la pergamena con decreti di conferimento dell’onorificenza di Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana. Ero particolarmente emozionato e fiero che anche il nostro Sindaco di Monte Marenzo fosse presente alla cerimonia.

 

Lo stesso giorno a Monte Marenzo durante la camminata AIDO, parte l’iniziativa della tenda della solidarietà. Tu eri già stato tra i terremotati dell’Emilia.

Pochi giorni dopo il sisma del 20 maggio il Rotary di Bologna che aveva difficoltà ad allestire in un campo sfollati una tenda odontoiatrica contatta me e Staffelli per adattare lì la nostra esperienza fatta in Abruzzo.

Il campo dell’Ordine di Malta si trova a San Posidonio. Dopo un primo incontro lanciamo una richiesta di aiuto su Facebook e riceviamo aiuti di ogni genere.

(Rota mi consegna un lungo elenco di prestazioni in favore della popolazione terremotata in Emilia).

Sono stato onorato di ricevere anche una quota dei fondi raccolti dalle associazioni e dal Comune di Monte Marenzo. 1000 euro sono stati consegnati da Angelo Fontana al sindaco di Bomporto, mentre per i 500 euro che mi erano sati affidati ho chiesto al responsabile del Campo di cosa ci fosse più bisogno in quel momento.

Il caldo dell’estate faceva deperire in fretta gli aiuti alimentari freschi, così ci è stato detto che quei fondi potevano servire ad acquistare una cella frigorifera che potesse poi essere utilizzata per altre emergenze.

Io non ho fatto altro che inviare il bonifico bancario per questo scopo.

  

Fuori dalla biblioteca la neve continua a scendere. Un pensiero va a tutti i terremotati, ha lasciato tanti amici con cui è collegato con Facebook. Un giorno tornerà a trovarli.

Luca conclude questa intervista segnalandomi che da 15 giorni è il responsabile della Provincia di Lecco del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana, una trentina di militari che operano sul territorio nazionale in supporto alle Forze Armate.

Mi dice anche che il Colonnello De Angelis il 2 giugno 2009 gli ha conferito un elogio scritto del comando provinciale di Lecco per aver prestato aiuto a Morris. Ma questo è stato possibile anche grazie all’aiuto di altre quattro persone di Monte Marenzo. Rota mi dice che è giusto riconoscere anche il loro intervento. Un atto doveroso per una storia a lieto fine.

 

Un pensiero su “Essere solidali. Intervista al Cav. Luca Rota”

  1. A questo link trovate l’immagine della “Gazzetta di Modena” del 9 agosto 2013 con la notizia di un progetto di solidarietà grazie al quale sono stati raccolti 14 mila euro destinati alla ricostruzione della Scuola dell’infanzia “Caduti per la patria” di San Felice, danneggiata dal terremoto
    http://www.unpaeseperstarbene.it/wp-content/uploads/2012/12/1236365_10200485298962931_208294646_n.jpg
    Tra i promotori dell’iniziativa il nostro Dr. Luca Rota, che si è prodigato come volontario durante il terremoto in Emilia (oltre che in Abruzzo).
    Ancora un esempio di “essere solidali”.
    Ciao Luca

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