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Cristina Jucker e Paolo Arosio raccontano l’Engadina

Fuori dalla Biblioteca un signore anziano indica ad un gruppo di persone i luoghi che circondano Monte Marenzo. Nel gruppo riconosco Cristina Jucker (ho visto una sua foto su internet) e mi avvicino per presentarmi. Il signore anziano sta spiegando che là c’è la sua villa, è lì che veniva ogni estate, nella villa che era del suo bisnonno e poi di suo nonno e infine dei suoi genitori.

L’anziano signore è Paolo Arosio, è insieme alla moglie e al figlio, e non gli daresti la sua bella età di 91 anni. Mi dice che torna a Monte Marenzo tutti gli anni per visitare la tomba dei genitori. E’ felice di essere di nuovo qui, nel paese che lo ha ospitato da ragazzo e stringe la mano a tutti, al Sindaco Gianni Cattaneo, all’Assessore Cinzia Mauri, alla presidente della Biblioteca Elisa Barachetti, a molte persone di Monte Marenzo che l’hanno voluto incontrare. Quando prende la parola rivolgendosi alle persone che affollano la sala civica, dichiara il suo amore per l’Engadina, ma non dimentica che tutto è iniziato qui, a Monte Marenzo, e ringrazia Beatrice Barachetti e Cristina Jucker (e gli organizzatori) per avergli permesso di essere di nuovo qui oggi, a ricordare fatti e persone di settanta anni fa.

E’ stato un piacevole pomeriggio per tutti. Inaspettato per molti. I ricordi di Arosio si sono intrecciati con le vicende di uomini e di donne famosi e non, turisti o rifugiati o lavoratori italiani, narrate nel libro di Cristina Jucker “Gli Italiani in Engadina” (Valentina Edizioni), che oggi pomeriggio abbiamo presentato a Monte Marenzo.

Cristina Jucker, di origini svizzere, ma milanese, laureata in Lettere moderne, ha lavorato per 25 anni circa al Sole 24 Ore, dopo un’esperienza al Mondo e poi a Mondo economico. Finanza e assicurazioni sono state per alcuni anni il suo principale campo di attività, poi si è occupata anche di economia italiana, e in particolare di moda e di cultura, visti più nell’ottica di settori economici che di costume.

Si è candidata con la Lista civica per Pisapia alle amministrative del Comune di Milano (vicepresidente di Movimento Milano Civica), ma oggi è qui per una strana coincidenza, uno dei modi singolari che hanno le storie per arrivare ai lettori: al libro ha  collaborato come Editor Beatrice Barachetti che, tra la documentazione che le ha passato Cristina Jucker, ha letto la storia di Paolo Arosio e ha segnalato all’Autrice di abitare proprio a Monte Marenzo.

Abbiamo così avuto l’opportunità di leggerlo e presentarlo e conoscere la bella storia di Giovanni Segantini la cui vita è avventurosa sin dall’infanzia e che muore a 41 anni Sullo Schafberg, il monte sopra Pontresina. Il nome e la fama di Giovanni Segantini si sono legati indissolubilmente all’Engadina, più volte il pittore ne ritrasse i panorami alpini nelle sue opere.

Oppure nel capitolo “Non solo turisti” leggiamo della vita dei tanti italiani che in Engadina ci sono andati a lavorare: i contadini che vengono a tagliare il fieno dalla bergamasca, i pastori, i muratori che costruiscono i grandi alberghi, le lavandaie che provvedono alla biancheria, i lavoratori e i minatori che costruiscono le ferrovie retiche, quella del Bernina realizzata in soli 4 anni dal 1906 al 1910, nonostante le condizioni proibitive dell’ inverno e l’alta quota.

Leggiamo dell’attenzione per l’ambiente e le popolazioni locali: per salvare il piccolo bosco di Stall si impone una deviazione del tracciato e la realizzazione di un tunnel di 689 metri (il più lungo di tutta la linea).

E nel capitolo “Fuga in Engadina” c’è una storia a lieto fine che vede come protagonista Paolo Arosio. E’ lui stesso a raccontare ad un pubblico attento il suo viaggio prima da Roma a Monte Marenzo dopo l’8 settembre del 1943 e poi, l’8 marzo del 44, della sua fuga in Svizzera dai 910 mt. di Chiesa Valmalenco ai 3060 della Fuorcla Tremoggia in Val di Fex (confine Italia-Svizzera).

Alla fine della presentazione i libri portati vengono tutti venduti. Qualcuno deve ordinarlo. In sala c’è anche l’Editore Brioschi che ci fa i complimenti.

Anche Cristina Jucker ci ringrazia e lo scrive come dedica sul suo libro: “grazie per un bellissimo incontro in un piccolo grande paese”.

Prima di andare via guarda le bellissime foto della mostra di Adriano Barachetti “Prendi la tua bici” e non manca di scrivere anche sul libro delle presenze il suo apprezzamento.

 

(nelle immagini di Adriano Barachetti alcuni momenti della presentazione del libro “Gli Italiani in Engadina” con Cristina Jucker e Paolo Arosio)

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