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Giandomenico e Chiara, due generazioni con la stessa passione per la foto e la montagna

Chiara Crippa è una ragazza di vent’anni di Lomagna. L’abbiamo conosciuta virtualmente a fine maggio quando inviò tre bellissime foto per il nostro miniconcorso fotografico “Primavera Italiana”.

Quel concorso lo vinse (ex-equo con Giuliano Butti) con una foto suggestiva di quella “malandata primavera”.

http://www.unpaeseperstarbene.it/2013/la-foto-vincitrice-del-concorso-fotografico-%E2%80%9Cprimavera-italiana%E2%80%9D-e%E2%80%A6/

Quando venne a ritirare il Premio, al Cavrìl di Fontanella, http://www.unpaeseperstarbene.it/2013/serata-con-i-vincitori-del-concorso-primavera-italiana/ scoprimmo che studia geologia e le sue foto le posta in un blog http://www.flickr.com/photos/51642409@N04/with/8679759115/. Andate a vederlo e vi accorgerete che Chiara ha un gran talento per la fotografia.

Scoprimmo anche (e le immagini del suo blog lo dimostrano) che Chiara è una appassionata di montagna.

Foto e montagna, due passioni che ci hanno fatto ricordare che c’è un altro amico di Monte Marenzo che ha queste due passioni.

Giandomenico Spreafico invece di anni ne ha settantasette ha fatto l’operaio e da una quindicina di anni risiede a Monte Marenzo. Un maestro della fotografia di Lecco, Luigi Erba, ci segnalò Giandomenico che aveva ottenuto diversi premi e riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali, tra cui spiccano quelli sul tema “La montagna”.

Così, nel 2002, organizzammo una mostra in Biblioteca In occasione dell’Anno Internazionale della Montagna con la presentazione di Luigi Erba che potete leggere a questo link sul sito del Comune di Monte Marenzo: http://www.comune.monte-marenzo.lc.it/docinf.jhtml?param1_1=N1168c21f3f9b826c817.

Link che passammo a Chiara, che vide le due foto pubblicate di Giandomenico e che ci rispose: “non so se guardare queste foto mi piaccia o mi faccia rabbia. Come vorrei essere io una di quelle formiche e come vorrei riuscire a scattare foto simili!! Che belle!”

Perché non fare incontrare un “venerabile maestro” della fotografia di montagna con una talentuosa giovane appassionata?

Lo abbiamo fatto ieri, a casa di Angelo Gandolfi (con me anche Adriano Barachetti che non aveva mai visto le foto di Giandomenico e purtroppo assente l’amico Giorgio!).

Con Chiara anche il papà (anche lui appassionato di montagna e fotografia –  sappiamo quindi da chi ha preso Chiara queste passioni) e soprattutto un pacchetto di biscotti fatti da Chiara, senza uovo e burro, ma buonissimi 🙂

Giandomenico ha portato le stampe della sua mostra e cominciamo a guardarle una ad una. Ogni foto ha una storia, condizioni particolari di scatto, ricordi di belle ascensioni sulle più belle montagne delle nostre Alpi. Chiara è affascinata (e anche il papà ed anche noi), sia dagli scatti che da quelle salite (alcune le ha già fatte, altre non vede l’ora di affrontarle).

Le domande si affollano sulla tecnica della fotografia e Giandomenico spiega come scattava e come lavorava poi, per intere giornate, in camera oscura.

Sul valore del lavoro di Giandomenico, più che le nostre parole è meglio riportare quelle di Luigi Erba: Giandomenico Spreafico è senz’altro uno degli esponenti del ventennio dopo il 1970 che ha lavorato sia sull’ambiente, sia sull’alpinismo, soprattutto stampando e vivendo l’esperienza di camera oscura, fondamentale per la maturazione di un fotografo. La mostra di oggi, dedicata all’aspetto “alpinistico”, ci riporta nel tempo, ma ci dice ancora qualcosa di nuovo.

Esprime proprio quelle tendenze di esasperazione tonale, di senso magico (es. “Formiche sulla testa del Gigante”, “Piccoli uomini”), di immersione totale, di capacità di perdersi negli spazi sempre segnati da una forte elaborazione in camera oscura, come momento finale di una catena che partiva dalla stessa ripresa in bianco e nero, sempre prevalentemente con l’uso di filtri.

E’ un’immagine, quella di Spreafico, che “tiene” ancora oggi, proprio perché non nata per il solo consumo e non sempre uguale a se stessa pur conservandone la riconoscibilità. Lo dimostrano l’ultimo periodo con la stampa a colori, ma soprattutto le immagini conclusive in bianco e nero dal 1988 al 1990 (“Sul tetto d’Europa”, “Immensità”, “Tra le nuvole”, “Tra neve e nuvole”). Sono paesaggi questi fortemente magici, surreali, che rompono il concetto di armonia tradizionale, assemblati e voluti in camera oscura, con bianchi gessosi, e che provocano una certa ribellione dello sguardo. Rappresentano senz’altro l’apice della costruzione della sua poesia.

Dopo aver guardato e “studiato” le foto di Giandomenico è d’obbligo una pausa per il thè ed i biscotti di Chiara prima di far vedere, sullo schermo del computer ingrandito in TV, le immagini di Chiara sul suo blog.

Giandomenico apprezza la naturale capacità di Chiara nell’inquadrare i soggetti. Quasi sempre è l’elemento naturale quello ritratto. E anche lui ha la nostra stessa sensazione del vero talento di Chiara, mentre gli espertoni non si trattengono dal dare consigli che Chiara ascolta di buon grado, d’altra parte come fai a contraddire gli anziani? 🙂

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