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A Calolzio in scena “Voci di donna. Donne da amare”

Dettagli.

Sono i dettagli quelli che mi colpiscono.

Il primo dettaglio sono le scarpe rosse. Le conto, sono 18. Nove paia di scarpe che potrebbero appartenere ad altrettante donne che hanno subìto violenza. Sono lì in fila, sul palcoscenico. Ogni scarpa una forma diversa come diverse sono le storie di quelle donne.

Le scarpe sono rosse, divenute simbolo di una giornata, come rossi sono gli abiti indossati da tutti i protagonisti della serata. Con un piccolo nastro bianco appuntato sul rosso dei vestiti. Un dettaglio dell’opposizione alla violenza contro donne.

Domenica pomeriggio. Calolziocorte, teatro Caterina Cittadini di piazza Regazzoni. In programma “Voci di donna 2. Donne da amare”. Canzoni, monologhi e letture contro la violenza sulle donne.

Non c’è molto pubblico. Peccato. L’Amministrazione Comunale di Calolziocorte ha scelto questa forma di teatro-canzone per la Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. E sono due donne ad introdurre lo spettacolo. L’Assessore  alle pari opportunità Eleonora Rota e l’Assessore all’Istruzione Wilna De’ Flumeri.

Poi è Monica Costa a catalizzare l’attenzione.

Legge il monologo di Franca Rame “Lo stupro”. Racconto che scrisse nel 1975 e poi portò coraggiosamente in teatro. Franca Rame disse di aver preso il racconto da una testimonianza che aveva letto su Quotidiano Donna. In realtà aveva subito uno stupro in prima persona: la sera del 9 marzo del 1973, a Milano, fu caricata su un furgone, torturata e violentata a turno da cinque uomini.

La voce di Monica lascia senza respiro quando legge i dettagli di quello stupro.

Dettagli.

Dettagli che restituiscono in modo preciso quella violenza.

Monica legge degli strappi ai vestiti di Franca e vedo un dettaglio. I jeans di Monica sono strappati in più punti. Sì è la moda. Ma quei piccoli fori sembrano le bruciature sulla pelle viva di Franca…

Dettagli.

Le parole da crude si fanno più leggere, ma non troppo, se sono le parole di Luciana Littizzetto che sul palco del Festival di Sanremo 2013, ha tenuto un monologo dedicato all’amore.

Ed è curioso, un dettaglio, che le canzoni in italiano che Morena Di Cioccio canta con la sua bella voce accompagnata dalla chitarra di Renzo Zugnoni, siano tutti brani composti da autori uomini (Bennato,  Ruggeri, Vasco).

Sul palco intanto Teresita Marchetti e Aldo Perucchini raccontano la storia di Lucia Annibali, l’avvocatessa di Urbino sfregiata con l’acido da due sicari assoldati dal suo ex, che descrivoe i dettagli di quell’aggressione.

I dettagli sono i bellissimi visi di tre ragazze e di tre ragazzi che leggono a turno i nomi e i cognomi delle donne uccise fino ad oggi nel 2014. Ogni femminicidio è raccontato brevemente con dettagli raccapriccianti.

Infine sullo schermo vengono proiettati alcuni dati. I dettagli diventano numeri. Numeri impressionanti di violenze.

Grazie a tutte a tutti coloro che hanno letto, cantato, suonato, proiettato, presentato, organizzato.

Grazie perché queste “Voci di donna” (e, per fortuna, di qualche uomo), sono arrivate al cuore di tutti noi.

 

Grazie anche a Aldo Perucchini per le immagini della prima galleria fotografica.

Le immagini della seconda galleria sono di Sergio Vaccaro.

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