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Caprino, i migranti e il mantello di San Martino

Alla fine i migranti che dovrebbero trovare ospitalità presso il Collegio di Celana in Caprino Bergamasco dovrebbero essere più o meno 24.

E’ un evento importante che presenta due aspetti decisamente buoni.

Il primo aiutare delle persone espulse violentemente dai loro Paesi per motivi di guerra, di fame, di negazione di elementari diritti umani.

Il secondo aspetto è saper cogliere la ricchezza e le opportunità che questi ospiti possono rappresentare per le nostre comunità locali.

L’importante è non lasciarsi distrarre dalle barlafusate senza fondamento razionale che sempre in queste circostanze cercano di attirare l’attenzione, e avviare invece un progetto praticabile e dalla visione lunga.

L’errore assolutamente da evitare è lasciare parcheggiate queste persone tutto il santo giorno nel collegio, senza avere la minima idea di come impegnarli in attività capaci di ridare la dignità che spetta loro, e far sì che maturino un sentimento di responsabilità verso la comunità che li ospita.

Istituzioni formali e informali, organizzazioni e associazioni sociali devono metterci del loro per promuovere relazioni utili e creative. Non c’è nulla di così difficile che non possa essere realizzato. Basta duplicare, con gli opportuni aggiustamenti richiesti dalla nostra dimensione locale, modelli di intervento che hanno dato prova di ottenere buoni frutti in moltissime aree della nostra penisola.

Progetti che hanno funzionato perché, con l’impegno congiunto delle realtà locali e dei migranti, si sono concretizzate azioni di valore e senso: lavori socialmente utili, percorsi formativi e professionali, corsi di alfabetizzazione e di educazione alla cittadinanza attiva, pratiche sportive e culturali, e via discorrendo.

Come richiamava la nostra amica Cristina su questo sito, sotto il mantello di San Martino, patrono della nostra Valle, ci possiamo stare tutti: e in pace, e in solidarietà, e con vantaggi reciproci.

sanmartino_web

2 pensieri su “Caprino, i migranti e il mantello di San Martino”

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