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Il grande capitano parla di pace

“Ma che bravi!”. Questa è stata l’esclamazione ripetuta più volte ieri sera dal pubblico dopo la rappresentazione in Sala Civica a Monte Marenzo di “Il grande capitano”.

Sulla pedana Carlo Arrigoni, attore (e poeta) di Bulciago che da 15 anni calca le scene della provincia lecchese e del nord Italia portando in scena grandi Autori (Pirandello, Dante, Shakespeare), che con una straordinaria capacità interpretativa ha condotto gli spettatori a vivere la vita drammatica delle trincee della grande guerra.

Al suo fianco altri due giovanissimi talenti lo hanno accompagnato sottolineando le letture con brani musicali, alternandosi in assolo, al clarinetto Silvio Ravasio (21 anni diplomato al conservatorio) e alla tromba Daniel Ravasio (quasi 18enne), due fratelli di Ponte san Pietro che hanno anche spesso duettato tra loro riempiendo di note e armonia la sala.

Davvero bravi tutti e tre. Una sorpresa e una scommessa della nostra Associazione culturale UPer Monte Marenzo che ha voluto proporre una serata teatrale a 100 anni dall’inizio della prima guerra mondiale, il 24 maggio 1915.

In sala il Sindaco Paola Colombo, in rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Monte Marenzo che ha patrocinato l’iniziativa, insieme alla Biblioteca Comunale (grazie alla Presidente Virginia Vitali) e al Gruppo Alpini di Monte Marenzo, con il suo capogruppo Elio Bonanomi.

Carlo, divisa militare acquistata su internet e borraccia ai piedi del leggio, ha letto alcuni racconti tratti da “Un anno sull’altipiano” di Emilio Lussu, ha raccontato la guerra vissuta da Giuseppe Ungaretti con le sue poesie e quella di Gabriele D’Annunzio. Ma la guerra non è stata solo dei grandi scrittori, la guerra è stata soprattutto quella dei milioni di soldati semplici, quella delle lettere del soldato francese che sta per essere ucciso o quella del soldato bresciano che racconta con il suo accento la sua vita in trincea e quella della campagna che vede intorno, così simile a quella che ha lasciato a casa, con i bachi da seta e gli alberi da frutta… Carlo passa da un personaggio all’altro con grande naturalezza, cambiando voce e dando connotazione a ciascuno: dal tronfio generale, all’impacciato tenente che non vuole affermare che ama la guerra, al graduato distrutto dall’alcol per dimenticare i macelli che ha visto…

Silvio e Daniel, serissimi e concentrati sul palco a seguire le letture di Carlo, hanno alternato brani popolari d’epoca ad adagi di musica classica con un finale Jazz tratto dal film “Novecento”. Davvero una bella intesa tra i due che mi confessano, in pizzeria (divertiti e simpaticissimi col loro accento bergamasco), di amare tutta la musica (tranne il rock) e i grandi cantautori italiani, primo fra tutti il grande De André, la cui “Guerra di Piero” non avrebbe sfigurato tra gli altri brani.

La scelta di Carlo è stata quella di un viaggio intimo e descrittivo di chi ha vissuto in prima persona quell’orrendo periodo e appare netta la sua convinzione di essere per la pace. Così come Silvio e Daniel che concedono un piccolo bis suonando un pezzo che ha un titolo significativo “Shalom”, pace.

Ancora bravi e ancora grazie a tutti e tre.

 

Nelle foto di Adriano Barachetti alcuni momenti dello spettacolo.

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