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Via delle Croci, 10 anni di educazione alla vita

Da 10 anni Angelo Fontana promuove sulle strade del nostro territorio incontri di preghiera e di riflessione sul dramma delle vittime di incidenti stradali. Pubblichiamo il suo messaggio e la locandina con gli appuntamenti.

Da dieci anni il nostro cammino si ferma su queste strade, in raccoglimento e in preghiera, a ricordare quanti per un tragico incidente non sono riusciti ad arrivare a destinazione. Proprio su queste strade hanno lasciato la vita e un vuoto incolmabile nei propri cari e nelle proprie comunità.

Oggi siamo qui, familiari, amici, comunità civile e religiosa, non solo per rinnovare la memoria di tante, troppe vittime. Non solo per riaffermare il valore della vita, ma per rilanciare l’ennesimo appello alla massima responsabilità di chi sta alla guida di un veicolo. Dobbiamo – non faccio prediche a nessuno, parlo anche per me – avere coscienza che le nostre vie sono luoghi di incontro, di scambio, di conoscenze, non può per leggerezza o incoscienza diventare il mostro che divora tante vite, soprattutto giovani vite.

Quante volte abbiamo visto genitori perdere così un figlio: è un dolore incomparabile. Non solo una parte del genitore muore con lui, ma la scomparsa di un giovane è la perdita di futuro, che dobbiamo sentire come perdita per tutti noi.

In questi appuntamenti di maggio, accanto ad un cippo, ad un mazzo di fiori, incontriamo persone nuove, sul volto i segni di un dolore recente. Ecco, vorremmo proprio sperare di non dover raccogliere ogni anno testimonianze di chi ha avuto una nuova perdita. Mentre affermo questo il mio pensiero va anche alle sette giovani studentesse perite in un incidente in Spagna.

Secondo le statistiche il 70% degli incidenti è causato da uno stile di guida scorretto, caratterizzato da sistematiche infrazioni (l’alta velocità, il mancato rispetto della precedenza e della distanza di sicurezza, il salto degli stop ecc.), nonché dal colpevole stato di chi si mette alla guida sotto l’effetto di alcol e sostanze.

Sulle strade italiane vi sono mediamente 20 morti al giorno e questo da diversi anni. Morti che diventano un trafiletto sui giornali e 20 secondi sulle TV. Così finiamo per accettare tutto questo come normale, fatalismo della quotidiana esistenza. Bisogna invece reagire. La nuova legge approvata il 2 marzo inasprisce molto le pene a chi provoca incidenti per colpa grave e spero sia un deterrente per quanti si comportano in maniera irresponsabile. Comunque ad invertire la tendenza e ridurre le vittime della strada sarà soprattutto un lungo lavoro culturale e l’assunzione di responsabilità e di rispetto, da parte dell’utente della strada, verso la propria vita e quella degli altri.

Poi a seguire viene tutto il resto, altrettanto importante: costruire veicoli più sicuri, fare la manutenzione delle strade, promuovere educazione stradale nelle scuole, ecc.

La nostra presenza qui è un piccolo contributo, un segnale di speranza per quanti credono che ridurre le vittime e le sofferenze delle persone coinvolte in incidenti stradali non solo sia possibile, ma un dovere a cui tutti devono contribuire.

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