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Imparare dagli altri: a proposito dell’incontro con Ostana e I Rënèis

(Ca’ Martì, domenica 29 ottobre 2017, pomeriggio)

s00004L’emozione iniziale è stata creata, salendo le scale verso la saletta riunioni, dalla musica, in sottofondo, del canto occitano Se chanto, que chante: una melodia ‘provenzale’ di origine antica, legata alla terra dei nostri ospiti, che, una volta sentita, non ti lascia facilmente… (provare per credere, si trova sul web).

Difficile, del resto, separare la componente emozionale da quella più ‘tecnica’ e di interesse formativo che ci ha motivato al confronto con l’Associazione culturale di Ostana (Oustano, in occitano).

I relatori hanno fatto un lungo viaggio per venire da noi, al piccolo ‘luogo d’incontro museale’ di Carenno, ma sono riusciti, con racconti e immagini, a portarci tra le Vie d’Oustano, nel paesaggio storico, ancora abitato, delle borgate dell’Alta Valle Po, una porzione a noi sconosciuta di montagna piemontese. I nuclei rurali abitativi di Ostana (le maizoun) sono distribuiti in una fascia altimetrica tra i 1100 e i circa 1400 metri, più in quota si collocano le baite stagionali di alpeggio (le mèire).

Mentre Marco Bovero, dopo la presentazione di Delia Bertorello, mostrava le immagini e ci descriveva i materiali del luogo – le louze o pietre di grandi dimensioni, destinate alle coperture dei tetti, raccontando le enormi difficoltà di trasporto (a mano o a spalla o con il bèrs, la slitta) e i dettagli precisi della posa in opera – ci portava ad immaginare quale doveva essere la vita quotidiana della popolazione contadina in abitazioni ancora più ‘essenziali’ di quelle delle nostre zone: nessuna cucina ma solo un focolare esterno o nel porticato, un locale stalla/cantina al piano terra (con pochi capi di bestiame per ‘riscaldare’) e un fienile/luogo per dormire al piano superiore.

Poiché l’altitudine consentiva coltivazioni limitate, era necessario non ‘rubare’ suolo fertile per le abitazioni, che quindi venivano costruite strettamente addossate l’una all’altra, anche per fare risparmio di materiali e di lavoro. Così aggregate e, per le colorazioni delle pietre ricavate in loco, quasi indistinte dall’ambiente circostante, le costruzioni risultavano immerse totalmente nel paesaggio naturale.

La costruzione prevedeva il lavoro di tutta la famiglia per la predisposizione dei materiali e lo scavo delle fondamenta, poi affiancato dall’opera di muratori retribuiti e di tutti gli uomini della borgata, con la formula del rùido, ossia del ‘lavoro collettivo spontaneo’: un po’ come, da noi, in occasione dei grandi appuntamenti stagionali quali la scartocciatura del granoturco o la raccolta dei bachi da seta.

I rappresentanti de I Rënèis hanno lasciato in dono al museo la collana dei 15 Quaderni del Civico Museo Etnografico di Ostana da loro curati: i volumi sono disponibili alla consultazione ed al prestito presso Ca’ Martì, per chi volesse saperne di più sulla realtà di quel territorio e sulle azioni realizzate ed in corso.

L’altro aspetto estremamente interessante dell’attività dell’Associazione di Ostana, infatti, così com’è stato illustrato nel corso dell’incontro di domenica, è l’intervento di salvaguardia, recupero e riutilizzo delle architetture rurali realizzato negli anni, a partire da una precisa scelta, coraggiosa e lungimirante, dell’Ente locale: nel caso di Ostana, è stata proprio l’Amministrazione Comunale a mettere in moto una vera  ‘operazione salvataggio’ sul patrimonio edilizio, che ha significato anche la rinascita (i ‘germogli’ richiamati dal nome associativo) del paese, non solo in senso turistico.

Abbiamo davvero molto, crediamo, da imparare al riguardo e – come auspicavamo con la Rassegna “Abitare la terra” –  la ricchezza offerta dal confronto è un bene importante da riproporre e che ci auguriamo di non disperdere.

Grazie Ostana, a risentirci!

www.museocamarti.eu; fb: Associazione Gruppo Muratori e Amici di Ca’Martì; amicicamarti@gmail.com; http://www.reneis.org/it  http://www.reneis.org/it/le_mostre/mizoun-e-meire/

(Cristina Melazzi, Referente museo Ca’ Martì)

 

Le seguenti immagini di Ostana e frazioni sono dell’Associazione I Rënèis

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