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Nuovo distacco di massi dalla parete rocciosa in frazione Levata

Ancora una volta la parete rocciosa che sovrasta la frazione Levata ha rilasciato dei massi, che non hanno raggiunto la ferrovia e l’abitato grazie alle reti ad alto assorbimento di energia installate a seguito della grande scarica del 17 maggio 2013. In quella occasione tre massi (uno dei quali di 8 mc.) divelsero la ferrovia, schiacciarono un’auto in sosta e colpirono un edificio, miracolosamente senza provocare danni alle persone, ma costringendo durante i lavori della messa in sicurezza ad evacuare 125 abitanti per circa 50 giorni.

Oggi, intorno alle 17,30, alcuni abitanti hanno avvertito il fragore delle pietre rotolare dal ripido versante, all’altezza delle case che stanno dietro lo zona artigianale, ed hanno lanciato l’allarme. Il sindaco Paola Colombo ha attivato l’intervento dei vigili del fuoco, accorsi prontamente. Hanno constatato tre massi (o un masso che durante la discesa si è spezzato in più parti?) dalle dimensioni variabili non superiori a un metro cubo, trattenuti dalla barriera elastica posta più a monte. L’impatto deve essere stato notevole visto che uno dei tiranti d’acciaio, di diametro considerevole, è stato spezzato.

Ora bisognerà avviare la procedura ampiamente collaudata negli eventi precedenti per mettere in sicurezza l’abitato. Individuare il punto di distacco e verificare l’eventuale esistenza di altre rocce pericolanti procedendo al loro disgaggio controllato, ripristinare le reti, manutenere tutte le barriere ed eventualmente installarne di nuove.

Ovviamente il comune dovrà con urgenza impegnarsi a sollecitare il coinvolgimento delle strutture di Regione Lombardia e di RFI. Non tanto per il danno provocato da questo nuovo evento, quanto per rinnovare il monitoraggio geologico dell’intero versante e prevenire, nel limite del possibile, distacchi latenti che potrebbero essere pericolosi per le persone e le strutture di fondovalle.

Il territorio di Monte Marenzo presenta alcune criticità dovute all’instabilità del suolo; uno è questo costone roccioso che incombe perpendicolarmente sulla Levata, decisamente il più temibile e di difficilissima soluzione. L’altro è il versante di Ravanaro, già teatro del crollo del depuratore nella prima metà degli anni ’90 del secolo scorso, e interessato da continui scivolamenti del corpo di frana verso il corso d’acqua del Carpine. Di quest’ultimo proprio in questi giorni si sono avviati i lavori di consolidamento.

Uno dei massi caduti il 17 maggio 2013

Uno dei massi caduti il 17 maggio 2013

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