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Sostegno al lavoro e all’economia locale in un paese per star bene

Alla naturale osservazione: “un paese che non edifica residenze o industrie è bloccato e non cresce economicamente”, si può rispondere che è necessario e indispensabile pianificare una crescita più diversificata.
In una fase mondiale dove molti dei parametri valutativi di sviluppo e di ricchezza sono entrati in crisi, e sono fortemente messi in discussione a tutti i livelli, è indispensabile che anche un’amministrazione comunale si interroghi e, per quanto sta nelle sue prerogative, indirizzi scelte che favoriscano una ripresa anche attraverso la creazione di nuove attività.
Fino ad oggi nelle nostre zone le attività produttive manifatturiere e delle costruzioni sono state preponderanti per il sostegno e la crescita, e svolgeranno ancora a lungo una funzione di traino dell’economia. Però, alla luce di una globalizzazione che ridimensiona le industrie nazionali, anche da noi occorre probabilmente ripensare ad un ruolo più incisivo dell’agricoltura e del turismo.

Secondo “Un paese per star bene” cosa è possibile
fare localmente?

1) Innanzitutto bisogna premettere che il nascere e l’affermarsi delle attività economiche sono senz’altro frutto di iniziative private, ma una programmazione del territorio lungimirante, che consenta il mantenimento di superfici significative per le attività agroalimentari, può stimolare un processo economico di filiera, che possiamo così schematizzare:
la disponibilità di aree agricole è la sostenibilità dell’impresa agroalimentare –> l’azienda punta su produzioni di nicchia e di
qualità, col marchio di tipicità –> i prodotti sono commercializzati dai nostri negozianti col vantaggio del “Km 0” –> la ristorazione locale usa i prodotti tipici per menù e piatti tradizionali –> le strutture di ristorazione e di accoglienza, unite ad un ambiente naturale valorizzato, al patrimonio storico, artistico e culturale, promuovono il turismo –> a loro volta queste attività stimolano la formazione di una imprenditoria giovanile legata alla cura del paesaggio, al tempo libero, all’escursionismo, al trekking e così via.

Questo progetto è attuabile?

Ne siamo certi.
1) La Provincia, che ha competenze in ambito agricolo, già cerca di favorire impianti per produzioni di nicchia e l’adozioni di marchi di qualità.
2) Già da tempo e in collaborazione con i comuni della Valle San Martino (e di nuovo con la Provincia), sono in cantiere progetti sovraccomunali per stimolare la vocazione turistica del nostro territorio, ricco di elementi che val la pena visitare e godere.
3) L’area in cui siamo inseriti ha caratteristiche diversificate e in grado di soddisfare molteplici esigenze e interessi. Si passa da un paesaggio fluviale, alla zona collinare, sino al crinale montano di Valcava e del Pertus; inoltre, si sono conservate significative testimonianze storiche, artistiche, culturali, che possono costituire un sicuro richiamo per le aree metropolitane della Lombardia, ed oltre.
4) Un’attenzione dovrà essere rivolta anche alle attività commerciali, per consentire loro di reggere meglio il confronto con la grande distribuzione di fondovalle. In questo senso è pensabile estendere la formula dell’Expo in altri periodi dell’anno, nonché promuovere il ricorso alle leggi regionali per il terziario in montagna per riqualificare e innovare i punti vendita.
Un territorio che alle industrie tradizionali affianca nuove economie legate al mondo agricolo, all’attività turistica, alla tenuta del negozio di vicinato,
mette le basi per una più stabile tenuta socioeconomica.

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