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150.000 euro per la cena della Brambilla (e paghiamo noi!)

150.000 euro pagati dalla Provincia di Lecco per la cena della Brambilla.

E’ questo il conto (salato) che tutti i cittadini della Provincia di Lecco (inclusi noi di Monte Marenzo) hanno pagato per la cena di gala del 15 ottobre, voluta dal Ministro del Turismo, la calolziese Michela Vittoria Brambilla.

In proporzione ogni cittadino di Monte Marenzo ha dovuto sborsare una piccola quota e, tutta Monte Marenzo, ha dovuto contribuire con ben 886 euro!

Cosa avremmo potuto fare con 886 euro?

Comprare un bel po’ di libri per la biblioteca ad esempio, magari con gli ultimi successi di Bruno Vespa. Oppure un bel numero di DVD. Avremmo potuto fare uno spettacolo teatrale o contribuire, in minima parte, ad una delle tante iniziative in campo sociale che il Comune di Monte Marenzo organizza. O ancora un aiuto (sempre in piccola parte) alle attività rivolte ai giovani o alla scuola.

E la Provincia avrebbe, con quella cifra dato un piccolo aiuto a cassaintegrati, mobilizzati, precari, disoccupati della provincia di Lecco.

Invece…

Invece è servito per un menù costoso per ministri, viceministri, delegazioni da tutto il mondo sotto la tensostruttura in Piazza Cermenati. Circa 300 persone (non le 500 previste, ma abbiamo pagato per 500) hanno dato vita all’atteso cenone che ha “blindato” Lecco trasformando il capoluogo per qualche ora in una città surreale, deserta, all’interno della quale è andato in scena il Gala per la Conferenza Nazionale del Turismo.

Una città blindata, militari in assetto antisommossa dappertutto, negozi e parcheggi chiusi, strade di traffico interne interrotte, persino i tombini sigillati, il presidente della Provincia Nava che definisce il summit una specie di G20.

Una buona parte dei nobili 500 erano tutti volti locali, gente cioè che al turismo lecchese non porta nulla, ma in questi summit internazione c’è sempre uno scambio di appetiti. E allora perché rinunciare all’insalatina di lago con slinzega, al risotto di pesce persico, al filetto con dadolata di castagne, alle mandorle con gateaux al cioccolato. Dopo i 300 giovani e forti ecco i 500 stanchi e affamati. E’ l’evoluzione dei numeri: i primi muoiono i secondi si saziano.

Ma come si è svolto l’evento?

Ecco il resoconto fatto da Rocco Cardamone, Consigliere provinciale del PD.

Il barcone con il suo carico umano entra nel golfo. Comincia a far buio e si fatica a definirne i contorni. Appena arrivato, i passeggeri scendono. Tra loro molti extracomunitari, salutano, stringono le mani. Forse felici del sicuro approdo dopo ore di navigazione. Vengono subito protetti da un cordone di Polizia. Attorno tutto è deserto. Si dirigono verso una struttura appositamente allestita che li accoglie. Viene loro offerto un abbondante pasto. Dopo essersi rifocillati vengono riaccompagnati sul loro barcone e riportati nel luogo di provenienza. (Lampedusa ? no, Lecco 15 ottobre 2010)

Potrebbe sembrare la cronaca di uno sbarco a Lampedusa ma, con le dovute e rispettose differenze, si è trattato dello sbarco de “i 500” a Lecco.

Il barcone era la nave Orione, ammiraglia della flotta del Lario. Il carico umano era formato da politici e delegati con portaborse e accompagnatrici al seguito tra cui molti extracomunitari (dicasi tale colui che proviene da Paese non comunitario). Il cordone di polizia composto per difenderli non si sa da che cosa (forse si sono un po’ troppo sopravvalutati). Il deserto causato da una inspiegabile blindatura di un pezzo di città. Il centro di accoglienza una elegante e costosa tensostruttura che ha ospitato “i 500” per l’intera serata. La cena offerta dalla Provincia di Lecco ma pagata in massima parte dagli ignari contribuenti (che bello in politica promuovere se stessi utilizzando il denaro pubblico!).

Questa è la cronaca della famigerata quanto provinciale e inutile cena di gala che avrebbe dovuto promuovere una città che “i 500” non hanno visto. O di cui hanno visto solo uno scorcio parziale, alterato e spettrale con saracinesche abbassate e cittadini espulsi.

Speriamo che più efficaci campagne di promozione turistica possano riconsegnare a Lecco una immagine di città viva e vera e che “i 500” rimuovano presto il ricordo della cena che hanno consumato, in occasione della Conferenza Nazionale del Turismo, in un’altra cittadina, distante due ore di nave da Como, di cui non hanno visto nulla e della quale… non si ricordano il nome.

4 pensieri su “150.000 euro per la cena della Brambilla (e paghiamo noi!)”

  1. Sarcasmo a parte, siamo daccapo: quello che mi pare si evidenzi è la totale chiusura e mancanza di collaborazione da parte degli organi e istituzioni ufficiali, che sembrano voler dar voce e spazio solo a chi è politicamente allineato; però i costi, per quello che viene fatto, indipendentemente da come viene fatto e per chi, li dobbiamo pagare tutti.

    Comunque il sito apt della provincia, bello o brutto, è giusto che ci sia, come è ovvio che sia la Provincia a pagarlo, con i nostri soldi. Per questa ragione, oltre che per un fatto di “istituzionalità”, che vuol dire rappresentare tutti i cittadini e non solo una parte, dovrebbe dare spazio a tutti e non solo a una parte di eventi; bastano 10 minuti al webmaster di un sito per aggiungere una sezione in più con i link ad altri siti, altrettanto istituzionali, ad esempio quello della comunità montana
    http://www.martinet.lc.it/home.jhtml

    Se ci vogliono soldi per fare anche solo questo significa che la provincia non amministra in modo consapevole i soldi dei contribuenti, oppure non lo vuole fare, quindi non è un organo istituzionale ma politico e come tale non si può finanziare pubblicamente.

    E’ ragionato?

  2. Sì Oliviero, ma nel sito ufficiale mancano un sacco di eventi (tra l’altro organizzati dalla Comunità Montana Valle San Martino-Lario Orientale). Ma chi li cura sti siti? E li paghiamo pure?

  3. Ah, la Provincia prende i miei soldi per pagare una cena di gala a personaggi politici? E che promozione turistica sarebbe per la città di Lecco (che tra l’altro è stata blindata per ore con disagi pesanti sia per i cittadini che per gli effettivi turisti)? Sono certa che con gli stessi soldi si possono molto più efficacemente promuovere eventi turistici pro turisti e non pro politici, ad esempio iniziative per la prossima festa di San Nicolò, per i mercatini di Natale, per valorizzare ed abbellire ulteriormente il lungolago o il centro, o i famosi itinerari manzoniani, organizzare mostre, riscoprire i musei, …
    E questo solo per rimanere in tema di promozione turistica, per non parlare di altre destinazioni più opportune o di interventi certamente più urgenti che la Provincia non sa o non vuole prendere in considerazione, mi pare per ragioni politiche, visto che altre ragioni non ne vedo.
    Mi riferisco ad esempio al non voler mettere in sicurezza il passaggio pedonale sul provinciale in centro a Monte Marenzo, pericolosissimo specialmente per certe categorie di pedoni: bambini, anziani, mamme con passeggini, che magari non riescono ad attraversare per tempo prima di essere investiti dai veicoli che possono comodamente transitare a 50km/h, come dice mi pare il cartello opportunamente posizionato. Ma anche se dicesse 30km/h resta un cartello, certamente meno efficace di un dosso o di un semaforo pedonale.
    La sicurezza delle persone deve essere tutelata dalle istituzioni indipendentemente dal loro colore politico, non ci dovrebbe neppure essere discussione, solo collaborazione. Cosa possiamo fare noi cittadini di Monte e della Provincia di Lecco?

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