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SISTRI, cos’è?

recycleNel Consiglio comunale del 7 aprile si è accennato che una delle ragioni dell’incremento del costo di trasporto e smaltimento dei rifiuti è dovuto all’introduzione del SISTRI. Termine dal significato oscuro ai più. Per fortuna tra il pubblico assisteva Matteo De Capitani, il quale ci ha inviato questa nota di chiarimento che volentieri pubblichiamo.

Nell’ultimo consiglio comunale si è fatto riferimento al Sistri a proposito dell’incremento dei prezzi della SILEA (società che si occupa dello smaltimento rifiuti nel nostro territorio). Ecco una breve panoramica sul nuovo sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti.

Il 13 gennaio 2010 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il “Decreto 17/12/2009 – Istituzione del sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti, ai sensi dell’articolo 189 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e dell’articolo 14-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 102 del 2009” che comporterà uno stravolgimento del sistema di gestione dei rifiuti.

Una parte consistente delle imprese e degli enti che producono rifiuti e tutti gli operatori del settore sono tenuti ad iscriversi al sistema SISTRI, a versare un canone annuale di utilizzo del servizio, a ritirare una chiavetta USB che contiene il software necessario al funzionamento del sistema e una firma digitale e, nel caso dei trasportatori, a installare sui mezzi una black box, un dispositivo di localizzazione satellitare che garantisce la tracciabilità del carico.

Addio al vecchio sistema cartaceo, dunque. Il Fir ( formulario di identificazione dei rifiuti) e il Mud (Modello Unico di Dichiarazione ambientale) andranno in pensione, e verranno sostituiti da un nuovo sistema in grado di seguire in itinere la movimentazione del rifiuto in ambito nazionale. Ma non solo. In Campania, tale sistema riguarderà anche i rifiuti urbani.

Il Ministro Stefania Prestigiacomo descrive fieramente questa riforma: “Il tema della gestione dei rifiuti ha assunto una rilevanza sempre maggiore, che riguarda non solo la tutela dell’ambiente ma anche la difesa della legalità. Questo vale in special modo per i rifiuti pericolosi che sono spesso oggetto di lucrosi traffici da parte delle organizzazioni criminali che causano gravi danni al territorio e possono mettere in pericolo la salute pubblica”.

Parole senza dubbio nobili e valide se non fosse che dietro a questo Sistri si nascondano parecchi problemi seri di attuazione (ne elenco solo alcuni senza entrare troppo nel tecnico):

  • chi vuole continuare a smaltire illegalmente i rifiuti potrà continuare a farlo perché ovviamente non si iscriverà al Sistri. E le varie Ecomafie penso proprio che non si iscriveranno…
  • salgono i costi della gestione rifiuti in azienda in un periodo sicuramente non felice, oltre al canone annuo, si sommano i costi del personale che dovrà gestire tutto il sistema.
  • tutte le piccole imprese che non hanno un pc come faranno a registrare costantemente i rifiuti sulla chiave Usb? E chi non ha la copertura Adsl? Aumentano i costi…
  • il 50% dei rifiuti italiani, soprattutto quelli pericolosi, è destinato ad impianti di smaltimento finale all’estero (Francia, Germania, Austria). Come verrà gestito dal Sistri il tratto italiano percorso dai trasportatori stranieri?
  • in caso di gravi difficoltà applicative del sistema, un pronto intervento è garantito entro 72 ore. Quindi un trasportatore in difficoltà potrebbe aspettare anche 3 giorni prima di sapere cosa deve fare…
  • tutte le inefficienze degli impianti di smaltimento finali come si risolvono?

Pensate a quanta gente va formata, pensate a tutti gli enti preposti alla distribuzione di centinaia di migliaia di chiavette USB e di Black Box… Per ora sono già state emanate proroghe per le iscrizioni.

Nessun paese europeo ha mai utilizzato un sistema di questo tipo, potremmo diventare i precursori di un grande cambiamento, coloro che hanno sconfitto le ecomafie, il paese che trovato la soluzione perfetta per la tutela dell’ambiente e del territorio….oppure tutto ciò potrebbe trasformarsi nell’ennesima italianata, l’ennesimo spreco di denaro ed energie a vantaggio di pochi e a discapito di tanti…chi vivrà vedrà…

4 pensieri su “SISTRI, cos’è?”

  1. Come volevasi dimostrare…che pietà!!

    Il Sistri, sistema di tracciamento digitale dei rifiuti, viene interamente abrogato con i commi c) e d) dell’articolo 6 del Decreto Legge 138 del 13 agosto 2011 (pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 188 del 13/08/2011)
    Così, alla vigilia dell’entrata in vigore del decreto che scansiona le sanzioni amministrative per i reati ambientali, cade il progetto di digitalizzazione del comparto rifiuti.
    Lo stesso testo mantiene in vita i registri di carico e scarico dei rifiuti – che la progressiva entrata in vigore del Sistri avrebbe mandato in pensione – e anche il vecchio Mud, modello unificato di dichiarazione.

    Non si hanno, per ora, indicazioni sulla possibilità di recuperare i versamenti del contributo SISTRI effettuati nel 2010 e nel 2011

  2. io penso che quelli che fino a oggi sono stati illeciti nel settore continueranno anche con questo sistema.
    poveri noi iscritti.

    ciao

  3. Sono d’accordo con Luciana. Il principio é sacrosanto.

    Il mio ottimismo tuttavia fa i conti con la realtà di questo Paese: l’Italia é stata il primo paese al modo che ha adottato una legge nel 1997 (Bassanini) che rende vero il certificato informatico con firma digitale e di conseguenza rende le copie su cartaceo solo copie, appunto. Vi sembra che la Pubblica Amministrazione si sia resa conto di tutto ciò e applichi questa legge? O meglio quando vorrà e sarà in grado di applicarla?

  4. Io credo che tutte le organizzazioni o imprese pubbliche o private non possano prescindere dal mezzo informatico e che il successo o l’insuccesso nell’uso di un qualsiasi sistema (hardware e software) per gestire una qualsiasi attività e le informazioni ad essa correlate, dipenda in massima parte dalla sua semplicità di implementazione e uso.

    Su questo nello specifico si può ragionare con gli addetti ai lavori per sviluppare un sistema il più possibile semplice, flessibile e poco costoso; si fanno già cose simili in altri ambiti, ad esempio mi risulta che i sistemi di tracciabilità satellitari per gli autotrasportatori esistano e funzionino e il programma che raccoglie e gestisce queste informazioni è alla fine un database, niente di complicato, è probabile che sia solo necessario sviluppare una versione un po’ modificata di qualcosa che già esiste. (Questa è a mio parere la strada da percorrere per non incorrere in un fallimento)

    Comunque trovo che l’idea sia ottima, tanto che mi stupisco che nel mondo nessuno abbia ancora un sistema di tracciabilità dei rifiuti, ma ho il sospetto che questo non dipenda dalla buona volontà o dalla capacità delle persone, quanto da chi invece non vuole che un sistema del genere esista, penso alle ecomafie, alle aziende che smaltiscono fuorilegge per non pagare, ma anche a tutti i “cattivi cittadini” che vogliono continuare a buttare i rifiuti dove capita, basta non pagare.

    Spero quindi che funzioni e che in seguito a un primo successo il governo provveda a rendere obbligatorio il SISTRI; magari trovando il modo di abbatterne i costi, che di sicuro verrebbero recuperati da chi finora ha eluso i costi di smaltimento. Non mi sembra poi un ragionamento così assurdo.

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