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L’anno che verrà…

Come sarà l’anno che verrà?

Bello, si spera, l’ultimo, per i più catastrofici, di grandi cambiamenti per gli ottimisti, nella rassicurante certezza della quotidianità per i più dubbiosi.

Avete presente la canzone di Lucio Dalla? “Caro amico ti scrivo…” e via con le speranze o i timori che il futuro anno potrebbe riservare ad ognuno di noi.

Ecco, raccontateci il vostro “Anno che verrà”, come lo immaginate, come lo desiderereste, come non vorreste che sia.

Tutti i nostri amici lettori, dall’Italia o dall’estero, possono scriverci un breve racconto, inviando una e-mail a posta@unpaeseperstarbene.it oppure lasciate un commento al primo racconto qui sotto.

 

Iniziamo dal racconto di Rita Vassena, uno dei tanti nostri “cervelli in fuga”, che da Monte Marenzo è approdata a Barcellona e nella capitale Catalana si è fatta valere ed ha prodigiosi progetti per il futuro.

 

Barcellona, città turistica di mare e vita notturna; da 5 anni, anche casa mia.

Dal sole catalano che in questo pomeriggio di fine dicembre illumina e quasi scalda, vi racconto una storia che è anche un augurio, un buon augurio di lavoro in tempi di disoccupazione e di meritocrazia in un Paese, la Spagna, che spinge forte per la modernità e l’innovazione ma che in momenti di crisi nera come questa si lascia ancora andare a clientelismi e localismi.

Di me solo interessa dire che rientro, anagraficamente e per preparazione professionale, nella categoria dei “cervelli in fuga” ormai da 11 anni, dal primo aereo diretto verso la prateria canadese preso con entusiasmo e incoscienza prima ancora di finire l’università, passando per 3 anni di lavoro di ricerca negli Stati Uniti e infine il ritorno in Catalonia, nel sud d’Europa che sogna(va) in grande.

Tornata in Europa, dicevo, nel 2006, in un centro di ricerca di punta, indipendenza nei progetti di ricerca, disponibilità finanziaria per intavolare esperimenti ambiziosi. The catch? Il contratto all’americana, grandi possibilità ma con un termine: 5 anni di libertà per affermarsi nel campo, mio, delle cellule staminali, e poi o ce l’hai fatta a emergere e cammini con le tue gambe o non possiamo farci niente, te ne vai e avanti il prossimo ricercatore ambizioso.

Un buon affare, per il centro e per chi ci lavora, che però non teneva in conto un piccolo, cruciale dettaglio: la crisi economica più dura degli ultimi decenni, lo scoppio della bolla edilizia locale, la disoccupazione che vola al 20% della forza abile, al 30% della mia fascia d’età, gente nei quartieri più abbienti che ripassa i rifiuti per trovare la cena. Il disastro, insomma, per chi come me vive di governi con visione e soldi, che investono e supportano l’investimento come fosse un matrimonio, nella buona e cattiva sorte.

E così si comincia a cercare lavoro, che è un po’ cercare un progetto di vita, un anno fa. Di muoversi, se possibile, non si parla, la famiglia, soprattutto i piccoli, sono spagnoli in tutto meno il passaporto, e un breve calcolo mentale mi dice che, cambiando di nuovo paese raggiungerei quota 6 nazioni in 12 anni… manco i consoli!

E allora si cercano vie alternative, ci si espone, si prova a dimostrare a chi può assumerti che un passato da ricercatore è un’opportunità da cogliere, non una colpa di cui farsi perdonare. Si fanno colloqui, come tutti, senza mai sentire, questo sì, che la nazionalità, l’accento, l’essere una donna in età fertile sono fattori che pesano. In questo la Catalonia ha fatto passi avanti, e non è più così svantaggioso essere chi sei, è molto peggio non essere qualificati.

E dopo tanto spingere, finalmente un’apertura, un incontro casuale, un medico si trova tra il pubblico che mi ascolta dare una lezione a un congresso locale in cui, di tutti i possibili argomenti tecnici, si discuteva di onestà intellettuale nei lavori scientifici, e io che dicevo: “uno scienziato non deve mai dire: credetemi. La ricerca non è mai una questione di fiducia, di fede. Dovete guardate i numeri che vi mostro, fare voi i vostri conti, e vediamo se arriviamo alla stessa conclusione. Un risultato che nessuno può ripetere non è ricerca, è puro caso.”

Finita la mia parte, mi avvicina, parliamo un po’ di me, da dove vengo professionalmente, dove voglio andare con la mia carriera, e di lui, che è direttore di una clinica tra le più grandi in Europa nel suo settore. Ci si conosce, si discute, mi invitano alla clinica, cerchiamo un punto comune tra i loro bisogni e i miei interessi. Cercano un coordinatore scientifico, vogliono crescere, sono convinti che investire è il modo migliore per non affondare… un paio di colloqui più avanti mi trovo con un’offerta sul tavolo.

E firmo con loro il giorno stesso in cui finisce il mio vecchio contratto, forse avevano ragione quando mi dicevano in 5 anni o cammini con le tue gambe o non ci si può far niente…

E se penso alla mia storia, so benissimo che ci sono fattori concreti che la rendono possibile, dalla flessibilità legale (sono laureata in medicina veterinaria, lavoro in un ambiente ospedaliero, nessuno si scandalizza e 12 anni di esperienza internazionale pesano molto di più del titolo), alla flessibilità mentale (i soci fondatori sono tutti locali, ma il direttore medico è belga, io sono italiana, l’amministratore generale è colombiano… nessuno è parente di nessuno, nessuno ha sposato – o è andato a letto- con la persona giusta, tutti hanno esperienza e voglia di fare), alla apertura sociale (lavoro nel campo della riproduzione assistita, che in Italia è strettamente regolamentato da una legge che per molti addetti al lavoro è più frutto di pressioni politico religiose che espressione di un sentimento medico di cura).

In questo senso la mia storia di italiano ha ben poco, ma il mio augurio, che l’anno che verrà porti un lavoro e un po’ di sollievo a chi ne ha bisogno, alle loro famiglie e a chi dipende da loro, è: “as Italian as it gets!” ( “italiano che più non si puo”).

Rita Vassena

(un’immagine dall’album “Barcellona  love”)

15 pensieri su “L’anno che verrà…”

  1. io a Natale per la prima volta non ho comperato il panettone della pubblicità, anzi non ho comperato nessun panettone, ma ho fatto la pinza proposta da Anna Maria (buona!) Perchè dico questo? E’ stata la prima mossa di una riscossa e di una nuova consapevolezza offerta dalla crisi: mi volete fottere, ebbene io non compro il vostro panettone. E sono stata ugualmente se non di più felice con i miei nipotini, i miei figli, con Gustavo. L’anno nuovo mi vedrà così sempre più contro il sistema consumistico e svalorizzante, che vuole che io abbia paura per paralizzare le mie energie e non pensare. Sarà l’anno dell’eliminazione degli sprechi indotti e del cibo spazzatura. Cercherò di promuovere il cibo buono e locale e di stare il più possibile lontano dai supermercati.
    Il fare il dolce di Natale con le mie mani mi ha fatto scoprire che io posso agire. Insieme a voi spero

  2. Il nuovo anno sarà l’anno della solidarietà, verranno azzerate le differenze razziali, cesseranno tutte le guerre, chi non ha mai pagato le tasse le pagherà, ci sarà l’assistenza sanitaria per tutti, il rinnovo di tutti i contratti, il lavoro per tutti e la tranquillità per i pensionati, avremo un governo equo e propenso a prendersi carico dei problemi, la vita riprenderà la sua qualità…..
    sì, avete ragione, sto vaneggiando, ma sognare non costa niente e tanto vale farlo alla grande!!!!
    A tutti un sereno 2012.

  3. Forse il miglior augurio per il nuovo anno è quello di un’utopia che con il tempo faticosamente è diventata realtà, quel sogno dei nostri padri uscito dalle macerie e dal carnaio di una guerra mondiale, ideale di chi non si soffermò sulle miserie presenti ma seppe guardare molto avanti e prodigarsi per un avvenire di fratellanza ed unità.
    L’augurio è che nelle difficoltà e miserie odierne di una crisi che sembra non avere fine, non prenda piede lo scoraggiamento, ma che invece continui a soffiare sempre più forte lo spirito e il sogno di questi nostri padri, che le difficoltà di oggi diventino cemento e pietra per la costruzione di una “nazione” europea dove la persona e non l’economia ne sia il fondamento.

    INNO ALLA GIOIA

    O amici, non questi suoni!
    ma intoniamone altri
    più piacevoli, e più gioiosi.

    Gioia, bella scintilla divina,
    figlia degli Elisei,
    noi entriamo ebbri e frementi,
    celeste, nel tuo tempio.
    La tua magia ricongiunge
    ciò che la moda ha rigidamente diviso,
    tutti gli uomini diventano fratelli,
    dove la tua ala soave freme.

    L’uomo a cui la sorte benevola,
    concesse di essere amico di un amico,
    chi ha ottenuto una donna leggiadra,
    unisca il suo giubilo al nostro!
    Sì, – chi anche una sola anima
    possa dir sua nel mondo!
    Chi invece non c’è riuscito,
    lasci piangente e furtivo questa compagnia!

    Gioia bevono tutti i viventi
    dai seni della natura;
    tutti i buoni, tutti i malvagi
    seguono la sua traccia di rose!
    Baci ci ha dato e uva, un amico,
    provato fino alla morte!
    La voluttà fu concessa al verme,
    e il cherubino sta davanti a Dio!

    Lieti, come i suoi astri volano
    attraverso la volta splendida del cielo,
    percorrete, fratelli, la vostra strada,
    gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
    Abbracciatevi, moltitudini!
    Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,
    sopra il cielo stellato
    deve abitare un padre affettuoso.

    Vi inginocchiate, moltitudini?
    Intuisci il tuo creatore, mondo?
    Cercalo sopra il cielo stellato!
    Sopra le stelle deve abitare!

    Buon anno!!

  4. Come sara’? Sara’ come quelli passati, ognuno lo spera migliore, con tante belle qualità, con tanti sogni, speranze, illusioni. E poi ci si dovrà accontentare di quello che arriverà. Certo ad alcuni andrà meglio, ad altri peggio, poi ci sarà a chi andrà veramente molto peggio. Ma per fortuna poi la speranza aiuterà ancora una volta a credere in un futuro migliore e si ricomincerà a sperare nel nuovo anno. E’ una ruota che gira. Tanti Auguri a tutti.

  5. Credo e spero che l’anno che verrà abbia bisogno di politiche di grande valore, serietà e fermezza di tutti ,cosapevoli della gravità della situazione nostra ma non solo.L’europa e
    tutto il mondo sono in fermento.Questi ultimi anni la nostra Italia Politica sempre in conflitto.Ora dobbiamo pretendere decisioni di equità fiscale ,chi a di più deve contribuire maggirmente per rilanciare il lavoro alle nuove generazioni
    di tanti giovani diplomati e laureati.E’indegno il mercato del lavoro di oggi, basato sullo sfruttamento, con paghe da fame e contratti a termine.Ecco questo non è più tollerabile.I giovani ci guardano. Noi non dobbiamo deluderli.

  6. Come sapete sono assolutamente contrario a come il Governo Monti ha approntato la manovra “salva Italia”.
    Una manovra iniqua che colpisce per l’80% lavoratori e pensionati.
    Nessun taglio ai costi della politica e incapacità di tassare grandi patrimoni e combattere la smisurata evasione fiscale.
    Con questa premessa l’anno che verrà non potrà essere buono per molti italiani, i soliti che ogni volta vengono tartassati perché le tasse già le pagano.
    E non potrà esserci grande speranza se non viene fatta una politica seria per il lavoro, soprattutto per dare lavoro ai giovani.
    Ieri sera nel messaggio agli Italiani, il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano ha richiamato la necessaria equità: “Per procedere con equità si deve innanzitutto stare attenti a non incidere su già preoccupanti situazioni di povertà a cui sono esposti oggi strati più ampi di famiglie”. “A partire dagli anni Ottanta, la spesa pubblica è cresciuta in modo sempre più incontrollato e ormai insostenibile, creando una pericolosa ipoteca per le nuove generazioni. E c’è chi ne ha tratto e continua a trarne indebito profitto: a ciò si legano strettamente fenomeni di dilagante corruzione e parassitismo, di diffusa illegalità e anche di inquinamento criminale”. L’Italia deve “mettere nel mirino” quella che è una “grande patologia: una massiccia, distorsiva e ingiustificabile evasione fiscale. Bisogna impegnarsi a fondo per colpire corruzione ed evasione”.

    Ecco, queste sono premesse diverse.
    Ma temo che Napolitano non sarà ascoltato dalla “cattiva politica”.

    PS. Sembra che in Parlamento i soli ad essere contrari alla manovra Monti sia la Lega (e Di Pietro).
    La Lega che però ci ha condotto dove siamo arrivati governando per 8 anni negli ultimi 10, ed approvando tutte le nefande leggi di Berlusconi e Tremonti.
    Quindi la Lega è responsabile come gli altri e non fare finta di abbaiare contro.

    Qualche giorno fa l’Amministrazione di Monte Marenzo ha conferito i premi allo studio ai ragazzi meritevoli.
    Ma la meritocrazia in Italia funziona?
    Cara Rita, sembra proprio di no.
    Purtroppo la situazione è quella denunciata in questa foto:
    http://parma.repubblica.it/cronaca/2010/05/28/foto/questa_l_italia-4414354/1/
    “Laureata con 110 e lode: operatrice call center, 800 euro al mese. Il Trota, figlio di Bossi, bocciato tre volte alla maturità: consigliere regionale, 10mila euro al mese. Questa è l’Italia”.
    Michele Pellerzi, studente parmigiano di 18 anni, ha fondato il gruppo “Sapere è potere” con un solo obiettivo: cambiare la testa degli italiani.
    Auguri a tutti quelli come lui.

  7. Spero che l’anno che verrà ci faccia riflettere, e che tutti insieme cominciamo a lavorare per creare una società diversa dove al centro ci sia la Persona.

  8. Il mio augurio è che nel nuovo anno 2012, diminuiscono i bambini obesi, importante ricordare che un bambino obeso sarà nella maggioranza dei casi un adulto obeso.

  9. Il mio augurio è che nel nuovo anno 2012, diminuiscano gli incidenti stradali per l’Oms sono la nona causa di morte nel mondo fra gli adulti, la prima fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 19 anni e la seconda per i ragazzi dai 10 ai 14 e dai 20 ai 24 anni.

  10. Il mio augurio è che nel nuovo anno 2012 diminuiscono questi numeri. Nel mondo ogni anno muoiono, per malattie dovute al fumo, 4 milioni di persone (7 persone ogni minuto).
    Non è mai troppo presto per smettere di fumare: migliorerà il funzionamento del cuore e dei polmoni e di conseguenza il rendimento fisico generale.

  11. Leggere le parole di Rita mi ha fatto male… sarà che a fine anno sono sempre malinconica, ma paragonare la mia realtà di donna italiana alla sua di “cittadina del mondo” mi fa sentire un pò umiliata…
    Un contratto di 5 anni?!? che sogno!! Io il mese scorso sono stata in un’ente privata (cattolica) per stendere i dettagli del contratto che mi hanno fatto per la mia consulenza come professionista…della durata di 3 mesi! A fine colloquio, mi dicono “le va bene se la paghiamo in nero? così risparmiamo tutti!” e davanti al mio rifiuto, sgranano gli occhi; poi arriva il direttore, io mi presento e gli allungo il mio c.v., ma lui lo accantona senza nemmeno aprirlo, però commenta “eh dai, almeno avete trovato una bella ragazza!”….
    Però però… mentre scrivo ora, alzo lo sguardo e vedo mia figlia che gioca con la sua ‘cuginetta’, una bimba nata in italia da genitori ivoriani (e quindi incredibilmente non italiana!); un momento ridono e quello dopo litigano: se riesco a non intervenire, posso osservare la vera risoluzione pacifica dei conflitti, la vera fratellanza -anzi, sorellanza!-, la vera comunicazione tra esseri umani..
    Quindi decido di lasciare le difficoltà lavorative, economiche e ‘tipicamente italiane’ all’anno che se ne va, e tenere queste due bimbe che giocano insieme come simbolo di quello che verrà.
    Auguri e sorrisi sinceri a tutti!

  12. Io spero in un nuovo anno nel quale noi persone impariamo a coltivare le nostre belle idee e a portarle avanti, ragionando con la nostra testa e prendendoci le nostre grandi o piccole responsabilità per tutto ciò che accade o accadrà nel mondo vicino o lontano, senza dare sempre la colpa a qualcun altro e senza lamentarci di continuo o rimpiangere il passato, anche quello più squallido della nostra storia.

    Spero che riusciamo a lavorare insieme per migliorare la vita di tutti e ovunque, che lavoriamo insieme contro la povertà, l’emarginazione, la solitudine, senza lasciarci influenzare dalle ideologie, dalla religione, o peggio ancora dalle idee di qualcun altro.

    Spero che, l’anno che verrà, se a qualcuno verrà fatta la domanda “Tu di che razza sei?”, a chiunque venga naturale rispondere “Umana”.

    … Spero che i Maya si siano sbagliati …. 🙂

    Buon Anno a tutti.

  13. auguri di buon anno a tutti

    @angelo:
    interrogativi ? ormai non ci sono più interrogativi !!!!!, c’è la certezza che il TUO mario, non è meglio di mario bros, un gioco architettato alla buona per risollevare l’ economia delle banche , non di certo quella degli operai, o quella dei giovani che un lavoro non ce l’ hanno, e che comunque non l’ avranno mai, visto che gente della mia età non si sa quando potrà andare in pensione, ma io non mi lamento, penso a quelli che fanno dei lavori ben peggiori del mio.
    per le liberalizzazioni, cosa pensi di risolvere ? aprire qualche ditta o attività in piu, ma mica trovi i soldi con le liberalizzazioni, al massimo forse potrà arrivare l’ adsl decente a Monte Marenzo, forseeeee.
    per il resto hai visto la delibera della regione sicilia (autonoma) assunti qualche migliaio di lavoratori, cosi si fa assumere per i voti e siam tutti felici (loro sicuramente).
    su una cosa hai ragione Angelo:
    “l’importante che il 2012 porti tanta salute a tutti.”

    p.s.
    per Graziano e Cristina grazie dell’ invito, fate conto che sia li e auguroni a tutti.

    @graziano

  14. Nel nostro Paese permangono gli interrogativi sull’evoluzione del quadro politico (riuscirà il governo di Mario a guidare l’Italia fino al 2013?), sulle attese ‘misure per la crescita’ (riusciranno i nostri eroi a varare provvedimenti efficaci per le liberalizzazioni, la riforma del mercato del lavoro sopratutto per i giovani , la lotta all’evasione…? chi lo sa … l’importante che il 2012 porti tanta salute a tutti.

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