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Una manovra iniqua

Spesso da questo sito abbiamo criticato la politica del Governo Bossi-Berlusconi-Tremonti. Lo abbiamo fatto non per spirito di Partito (personalmente non sono iscritto ad alcun partito), ma per dire le iniquità che quel Governo portava avanti con la propria scellerata politica che ha nascosto la crisi fino a poche settimane fa e che colpiva i cittadini onesti di questo paese. Lo abbiamo fatto pensando alle ripercussioni quotidiane sui cittadini di Monte Marenzo, i problemi che i coinvolgono i lavoratori e i pensionati, i tagli agli Enti locali che si traducevano in tagli ai servizi.

Berlusconi se ne va (ma rimane prepotentemente dietro le quinte a dettare i suoi divieti) e arriva il Governo tecnico Monti, ma a pagare sono sempre i soliti.

Una manovra sostanzialmente iniqua. Da dove cominciare?

Partiamo da quello che è stato indicato come un  provvedimento contro i capitali e di chi ha avuto di più: una tassa del 1,5 % sui capitali scudati. Ovvero, per chi non se lo ricorda, su quei capitali depositati all’estero, frutto di evasione o, addirittura di rendita da attività criminali che per rientrare in Italia pagarono solo il 5% di tasse… (noi cittadini lavoratori e pensionati paghiamo il 23%, il 33% ecc). Una cosa assolutamente iniqua quindi.  Anzi uno scandalo.

Poi i costi della politica. Sostanzialmente nessun taglio. Nessun taglio alle auto blu, ai privilegi di parlamentari, ai consiglieri regionali ecc.

Non c’è la Patrimoniale sui grandi patrimoni, non c’è, e qui è di nuovo scandaloso, una vera lotta all’evasione fiscale.

C’è poco sulla crescita del nostro paese, ma addirittura alcune misure che contraggono i consumi.

C’è quasi nulla per un cambio di passo per investire sul futuro cioè sulle giovani generazioni.

Si è detto che questo Governo ha avuto poco tempo e bisogna dargliene per affrontare tutti i temi (come mai sui temi che seguono si è fatto tutto in fretta senza la possibilità di concertazione con le parti sociali, con i sindacati che rappresentano la maggioranza dei lavoratori e pensionati che pagheranno ancora una volta salato per i danni provocati dalla finanza dagli evasori, dalla criminalità organizzata?).

Non possiamo credere alle buone intenzioni se l’inizio è quello presentato ieri sera.

Vediamo cosa c’è .

Anche qui, partiamo dalla cosa più iniqua, anche se ce ne sono tante, difficile scegliere.

Ci sarà il blocco della rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione per il biennio 2012-2013 con l’esclusione dei trattamenti al minimo (467 euro al mese nel 2011 e dalle risorse che arrivano dalla nuova tassazione dei capitali scudati è stato possibile rivalutare anche le pensioni tra i 467 euro e le pensioni al doppio del minimo. Insomma una beffa).

Tutte le altre pensioni verranno bloccate anche se il costo della vita aumenterà. Qui il nuovo ministro del lavoro, Elsa Fornero, si è commossa. E’ la prima volta che succede, di solito il premier ci imboniva con qualche barzelletta da trivio con le immancabili risate sguaiate del ministro a fianco (il rubizzo Calderoli), il sogghigno del viscido Maroni o il malcelato imbarazzo della ministra soubrette di turno.

Ed aumenterà di sicuro il costo della vita con un nuovo aumento delle accise sulla benzina da gennaio 2012 (ancora lì, ma che poca fantasia) e l’aumento dell’IVA (misura oltremodo recessiva) di due punti percentuali  dal secondo semestre 2012. L’aumento interesserà le aliquote Iva sia del 10% che del 21%. Insomma per comprarsi il pane, la pasta e il latte, l’IVA sale al 12% e per pagarsi qualunque prestazione ora l’Iva sarà del 23%.

Tornerà l’ICI, sotto falso nome (IMU) : arriva nel 2012 l’imposta municipale e riguarda anche «l’abitazione principale e le pertinenze della stessa». L’aliquota ordinaria è dello 0,76%, mentre per l’abitazione principale è ridotta allo 0,4%.

Taglio agli enti locali: si prevede un taglio di 5 miliardi per Regioni ed enti locali, insomma anche qui la musica non cambia se poi verranno tagliati servizi essenziali per i cittadini.

E poi le pensioni: estensione del metodo contributivo a tutti i lavoratori, aumento dell’età di vecchiaia per le donne del settore privato (62 anni, con una fascia di flessibilità di uscita fino a 70 anni), abolizione delle quote e delle finestre mobili (e assorbimento di questi periodi nell’età effettiva di pensionamento), aumento delle aliquote sugli autonomi ma soprattutto una vera e propria stangata sulle pensioni di anzianità. Nel 2018 l’età minima per accedere al pensionamento sarà a 66 anni.

E qui c’è un’ulteriore iniquità per le donne, che verranno alla fine equiparate agli uomini senza avere mai avuto la possibilità di avere gli stessi trattamenti e pagando il doppio la loro condizione di lavoratrici su cui grava il compito di allevare i figli e sostenere gli anziani.

Per l’anzianità, 41 anni e un mese per le donne. Per gli uomini l’anzianità si acquisisce con 42 anni e un mese. Queste norme entrano in vigore dal 1° gennaio 2012. Si potrà andare in pensione prima, pagando però una piccola penale.

Insomma per chi lavora (e paga) da una vita si allontana sempre più la possibilità di andare in pensione perché “ce lo chiede l’Europa” (ma l’Europa non ci chiede nulla sull’evasione fiscale e sulla criminalità?).

Una manovra salva-Italia l’ha chiamata il Professore. E tutti a correr dietro a questo concetto.  Se non tagliamo le pensioni affossiamo l’Italia e l’Europa. Il che non è assolutamente vero: primo, possiamo tagliare gli sprechi e andare a prendere i soldi da chi li ha, secondo, credete davvero che l’Europa non si sgretoli perché la nostra pensione non verrà rivalutata o perché pagheremo le zucchine più care?

4 pensieri su “Una manovra iniqua”

  1. Chissà se il ministro Fornero si commuoverà anche quando, nei prossimi mesi, presenterà la riforma del lavoro, visto che questa signora è una grande estimatrice del modello Marchionne.

  2. Non mi aspettavo nulla di diverso, dopotutto questo è ciò che sa e ha saputo fare il mondo economico-finanziario fin’ora, di cui bocconi e bocconiani sono filosofia ed espressione, mondo che per ora non ha saputo portarci che qua.
    “Sono fiducioso” 😉

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