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Incontri con persone straordinarie: Renato Dulbecco

In una afosa giornata della tarda primavera del 1999 ho incontrato Renato Dulbecco.

Facevo parte del team della Polisportiva di Monte Marenzo che incontrava il premio Nobel per la medicina, da noi scelto come testimonial d’eccezione della maratona Telethon di quell’anno. Nonostante l’impegno profuso, era stata una grande sorpresa che avesse accettato l’invito a posare con Fabrizio Fontana per scattare la fatidica fotografia del manifesto.

L’appuntamento era presso il laboratorio milanese del Telethon institute of Genetics and Medicine (Tigem) di Napoli, uno dei centri di riferimento internazionale per la ricerca sulle malattie genetiche diretto da Adrea Ballabio, un ricercatore di grande valore tornato a lavorare in Italia grazie ai fondi raccolti da Telethon.

Quando abbiamo stretto la mano a Renato Dulbecco e scambiate con lui al cune parole di saluto, ci siamo resi conto delle ragioni per le quali il famoso scienziato, precursore tra l’altro della scoperta dell’origine genetica del cancro, si prestava con infinita pazienza alle richieste del nostro fotografo per scattare al meglio la fotografia destinata a promuovere la raccolta dei fondi Telethon. Renato Dulbecco era una persona straordinariamente gentile e dolce, come lo sanno essere le persone di grande valore intellettuale e umano.

Mentre il prof. Ballabio ci presentava i suoi giovanissimi collaboratori e ci illustrava con termini assolutamente semplici e pre-didattici alcune fasi delle ricerche in corso – in un (per noi) apparente caos di apparecchiature e strumentazioni -, Dulbecco stava nel gruppo con un sorriso radioso e l’aria di chi era particolarmente interessato alle cose che si dicevano. Lui, che questi processi li aveva per primo sperimentati e insegnati! A mio parere la sua attenta partecipazione era l’ennesima prova, ne sono certo, di un animo generoso, premuroso verso l’impegno dei giovani ricercatori chini sulle beute e preoccupato che noi cogliessimo almeno il senso di quello che accadeva lì dentro.

Confesso di aver accettato l’invito a far parte della comitiva della Polisportiva anche perché non volevo lasciarmi sfuggire l’occasione, assolutamente irripetibile, di rivolgere una domanda ad uno dei pochissimi, se non l’unico, scienziato capace di una risposta diretta e rigorosamente scientifica: a che punto è il “progetto genoma” e quali possono essere le conseguenze pratiche a seguito della conoscenza della sua intera sequenza?

Più del suo sorriso e dei suoi modi dolci, ha prevalso in me il terrore di dire una corbelleria, e magari per un attimo vedere il suo sorriso appannarsi, tanto che la domanda mi è rimasta in gola.

2 pensieri su “Incontri con persone straordinarie: Renato Dulbecco”

  1. In coda al ritratto testimonianza di Angelo, vorrei aggiungere anch’io un pensiero riconoscente al grande ‘scienziato gentile’, come qualcuno definiva il professor Dulbecco, da poco scomparso, alla vigilia del suo 98esimo compleanno.

    Giusto in questi giorni, per caso, ci era capitato con Gerolamo Fontana di citarne il nome per la sua adesione a quella campagna Telethon, con la quale ancora una volta il team di Monte Marenzo, sapendo coinvolgere quella ‘persona straordinaria’, aveva invitato tutti ad uno sguardo lungo ed a coltivare una speranza concreta.

    Scorrendo la biografia dello scienziato
    (dai natali a Catanzaro, all’impegno iniziale di giovanissimo medico di guerra in Russia, poi di illuminato ricercatore in Italia e fuori, quindi agli studi londinesi in oncologia premiati con il Nobel nel ’75, fino all’intensa attività di ricerca svolta in California, che sfocerà in una delle più straordinarie scoperte scientifiche di ogni tempo, quella della mappatura del genoma)
    possiamo permetterci di sentirlo orgogliosamente come ‘uno dei nostri’, un italiano di cui andare assolutamente fieri, ma più ancora vederlo come figura emblematica della universalità della scienza, che non si lascia prendere da scrupoli di confini e accomuna nelle sue finalità ugualmente tutti gli esseri umani.

    Ed infine anche a me piace ricordarlo in quella inconsueta (ma importante e coerente alla sua etica e personalità) presenza ad una kermesse del tutto popolare come Sanremo, che lui dedicherà con lungimiranza (ed un consistente finanziamento) ai giovani ricercatori di oggi e di domani.

    Continuiamo a coltivare la speranza.

  2. mi ricordo ancora benissimo quella giornata, nonostante, la quasi totalità delle brutte facce presenti, (leggi angelo1,angelo2, gerolamo, emilio)

    ciao

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