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“Un viaggio chiamato Gornja Bistra”

Ciao a tutti, sono una ragazza di Monte Marenzo e vorrei raccontarvi un’esperienza particolare che ho vissuto lo scorso Natale.

Qualche tempo fa, assieme ad alcuni amici, mi sono recata all’ospedale pediatrico di Gornja Bistra un piccolo paesino della Croazia. L’esperienza vissuta mi ha talmente emozionata che ho deciso di tornarci lo scorso dicembre per festeggiare il Natale con i bambini dell’ospedale.

Pochi giorni prima di Natale, in compagnia di due amiche, sono partita da Monte Marenzo verso le quattro del mattino. Quella mattina le strade erano innevate e non sapevamo come arrivare a Calolziocorte. Neanche la neve ci ha fermate!

Abbiamo fatto l’autostop e un signore gentilissimo ci ha accompagnate in stazione. Giunte in stazione, siamo salite sul treno per Milano. Il viaggio è proseguito senza problemi fino alla meta.

Ho trascorso due settimane in Croazia: quante emozioni ho condiviso con i bambini e con gli altri volontari!

E’ incredibile che in un posto in cui i bambini vengano lasciati soli, si riesca a trovare un amore così puro e sincero.

Questa esperienza mi ha fatto capire quanto le cose materiali siano futili se paragonati ai sentimenti e all’indescrivibile gioia che i bambini ti possono trasmettere con un solo gesto, come un semplice sorriso.

Noi volontari andiamo in ospedale per far giocare e dare affetto a quei bambini ma alla fine ci rendiamo conto che siamo noi a ricevere tutto questo da loro.

Un’altra cosa bella di questa esperienza è il legame che ho istaurato con gli altri volontari. Ogni sera ci radunavamo nella casetta di legno in cui alloggiavamo ed ognuno condivideva con gli altri le emozioni provate durante il corso della giornata.

Ho passato un Natale diverso dagli altri anni: sono stata in compagnia dei bambini, abbiamo cantato canzoni, ci siamo truccati il viso, abbiamo giocato.

Insomma è stata un’esperienza bellissima e spero di poterla ripetere!

Stefania e Sara in collaborazione con Claudia Losa

6 pensieri su ““Un viaggio chiamato Gornja Bistra””

  1. Questa notizia mi riempie di gioia.Donare il proprio tempo per
    aiutare i bambini di un paese in CROAZIA è una esperienza ricca di amore che vi aiuterà a crescere, per questo vi rigrazio
    della vostra grande volontà e auguri.

  2. Sono Stefania, sono contenta che la nostra esperienza sia piaciuta!
    Io ho 19 anni e Sara ne ha 18.
    E’ la terza volta che andiamo a Gornja e per noi non e’ mai abbastanza…infatti ci ritorniamo a Marzo, per 10 giorni!
    I nostri genitori ci appoggiano e ci sostengono, anche perche’ ascoltando i nostri racconti capiscono quanto sia importante per noi andare a Gornja Bistra.
    Vi Ringrazio per i vostri commenti!

  3. infatti infatti… Sara e Stefania non regalano tempo e passione agli altri solo in Croazia e solo a natale: loro da 2 anni sono le più giovani operatrici volontarie della nostra biblioteca! grazie ragazze, siete bellissime e fortissime!

  4. Sì, fortunata e bella storia quella raccontata da Stefania e Sara e Claudia.
    Sono esperienze che segnano profondamente le persone. In quei gesti verso i bambini c’è tutta la gioia del Natale.
    Ma basta ancora meno. Basta che un ragazzo o una ragazza provino a fare del volontariato, condividano un percorso rivolto agli altri e si arricchiranno di quei valori di solidarietà di cui c’è sempre più bisogno.
    Grazie allora ragazze per avercelo fatto sapere. E grazie anche a Giacomo che ha raccolto la storia e ce l’ha inviata.

  5. Prima di tutto complimenti e grazie per aver postato la vostra esperienza, che ci arricchisce tutti di tante cose: maggiore consapevolezza di quanto c’è bisogno nel mondo dell’aiuto di tutti, grande o piccolo che sia; maggiore fiducia nelle capacità dei giovani di farsi prossimi agli altri, al di là di frontiere, culture, religioni.
    Volevo chiedervi di mettere anche le vostre età se possibile. Non è bello chiedere l’età alle donne 😉 ma confido che siate ancora abbastanza giovani da non preoccuparvene (forse temete di essere TROPPO giovani? :-D).
    Il motivo è che, da genitore, mi rendo conto che a volte è difficile capire quando i propri figli hanno l’età per fare in autonomia scelte consapevoli e quindi noi tendiamo a ostacolare i loro progetti, le loro scelte, pensando che magari sono capricci del momento e che se avranno problemi nel portare avanti gli impegni presi noi non potremo aiutarli, o più semplicemente che non riusciranno a concludere quello che hanno iniziato. Non è solo un fenomeno legato a esperienze fuori dal comune come questa, ho visto genitori scegliere la scuola superiore per i loro figli in base alla vicinanza da casa come criterio principale, in base al numero di amici che frequentavano la stessa scuola come criterio secondario. Mi sembra allucinante anche solo per il fatto che siano i genitori a scegliere e non i figli stessi, visto che è del loro futuro che si parla.
    Il risultato è che i figli alla lunga non provano nemmeno più a “osare”, si autolimitano, tanto se provano a volare ci siamo noi pronti a tarpargli le ali. E comunque si aspettano che sia qualcun altro a preparare il futuro per loro, non imparano a costruirselo in prima persona.
    Vorrei conoscere le vostre età perché mi sembrate molto giovani e credo che abbiate dei genitori coraggiosi ad avervi dato il loro appoggio e la loro fiducia per fare questa esperienza, che sono certa sarà solo la prima che ci racconterete. Grazie ancora,
    Luciana

  6. Questa storia si fa largo, magari con un po’ di fatica, tra troppe storie che esaltano l’indifferenza e il cinismo verso le sofferenze del prossimo. Le protagoniste sono giovani ragazze, e questo ci fa proprio guardare con ritrovata fiducia al futuro.
    Monte Marenzo deve essere orgoglioso di avere queste cittadine che, con la leggerezza e la spontaneità proprie dell’età, sanno donare gratuitamente tempo e tenerezza a bambini troppo presto costretti ad affrontare il lato duro dell’esistenza.
    Io non vi conosco, ma riprendendo una vecchia battuta di Antonio Albanese (comico), vi dico: “grazie di esistere”.

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