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Il ponte dei sospiri

Si potrebbe proprio chiamare così il ponte della Madonna del Piodino quando verrà realizzato; se verrà realizzato.

L’allargamento del ponte e il nuovo innesto tra la SP 177 Calolziocorte – Cisano B.co e la SP 178 per Monte Marenzo è una telenovela che dura da quasi dieci anni e, ora che sembrava giunto ad un felice epilogo, si è di nuovo arenato e in modo preoccupante.

La vicenda ha avuto inizio circa nel 2005, quando su sollecitazione del comune di Monte Marenzo la Provincia di Lecco ha manifestato la disponibilità a cofinanziare l’opera e ad eseguire i lavori necessari a superare la strozzatura dell’attuale ponte sul torrente Carpine, quest’ultimo ormai insufficiente per l’attuale mole del traffico, anche pesante, e inadeguato per la scarsa visibilità.

In un primo momento della partita faceva parte anche il comune di Torre de’ Busi, interessato a migliorare l’innesto della strada per Favirano. Successivamente, venuto meno l’interesse di questo comune, si è rifatto il progetto esecutivo e nel 2009 si è stipulato l’accordo di programma tra la Provincia e il comune di Monte Marenzo, il quale prevede un costo complessivo dell’opera di 310.000 euro, dei quali 142.000 a carico del nostro comune. Altre attese e altri sospiri per un nuovo intoppo: la necessità di espropriare qualche metro quadrato di banchina per allargare la sede stradale e la difficoltà di reperire i proprietari.

Finalmente, superate tutte le difficoltà, il comune di Monte Marenzo attiva il mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti per coprire la propria quota e aspetta fiducioso l’appalto dell’opera.

Il nuovo tonfo attraverso una telefonata dalla Provincia, dove comunica l’impossibilità di mettere a bando la realizzazione del progetto, perché la legge ha introdotto il famoso Patto di Stabilità, che vieta agli enti locali di fare nuovi investimenti, anche se hanno la copertura finanziaria.

Una legge assurda di un Paese assurdo che vieta di fare opere necessarie alla comunità, nonostante siano programmate e finanziate da tempo. Una legge che blocca miliardi di euro che potrebbero essere il volano della ripresa economica, che tutti stiamo aspettando come la manna dal cielo.

La situazione è bloccata e crea situazioni assurde. Il nostro comune a giugno comincerà a pagare il mutuo per un finanziamento privato dell’opera per il quale era stato attivato.

Adesso il dilemma è: aspettare e vedere se il nuovo governo nazionale è capace di rimuovere una legge capestro per i territori, consentendoci così di realizzare il nuovo ponte, o riorientare il mutuo su altri lavori necessari per la nostra comunità?

Le prossime settimane saranno decisive per capire quale potrebbe essere la soluzione migliore.

2 pensieri su “Il ponte dei sospiri”

  1. nuovo e proporre in alternativa un’allargamento dell’attuale ponte di circa m.2,5 il tutto con allegato progetto e studio di fattibilità dal costo di circa 100.000 euro tutto a carico di Monte M. e con l’approvazione dell’ingegnere della provincia.
    Peccato che i colleghi di giunta preferivano la soluzione ponte nuovo della provincia e così indecisioni su indecisioni cambio di amministrazionei n provincia ecc ecc siamo con il nulla di fatto attuale.
    Questa è la semplice verità anche se a qualcuno darà fastidio

  2. Mi sento obbligato a fare delle precisazioni e correggere alcune inesattezze presenti nell’articolo di Angelo.
    Prima di tutto devo dire che il ponte del piodino data non dal 2005 ma dal 2002,poichè me ne occupai da assessore e allora il progetto,di un ponte completamente nuovo e spostato a valle di una decina di metri rispetto all’attuale prevedeva un costo di 700.000 euro così ripartiti; il 50%la provincia di Lecco,il 35% al comune di M.M. e il 15% a carico di Torre de Busi.
    C’erano già allora le premesse perchè l’opera incontrasse delle difficoltà realizzative poichè a Torre de Busi non gliene poteva fregà de meno,per la provincia di Lecco non si poteva certo considerare una priorità tanto più che sollecitavo lo stesso ente per la realizzazione della tangenziale che aveva già un iter lungo alle spalle ed è per questo motivo che proposi ai miei colleghi di giunta di rinunciare al progetto ponte completamente

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