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Piano per il diritto allo studio. Qualità nonostante le difficoltà

Lunedì 4 novembre è stato approvato in Consiglio Comunale il Piano per il diritto allo studio per l’anno scolastico 2013/14.

E’ la prima volta che a Monte Marenzo il Piano viene discusso così tardi, quando l’anno scolastico è già iniziato da quasi due mesi. Come mai? Lo chiediamo all’assessore all’Istruzione Cinzia Mauri.

Lunedì sera, oltre al Piano per il Diritto allo Studio, è stato presentato il bilancio preventivo del Comune di Monte Marenzo. Questo fa comprendere che quest’anno è stato un anno particolare: l’incertezza legislativa e l’incertezza delle risorse hanno praticamente impedito ai Comuni di pianificare gli interventi di ogni genere, compresi, ovviamente, quelli relativi alla scuola.

Tuttavia non siamo rimasti fermi, la discussione nel Gruppo di lavoro è iniziata comunque nei consueti tempi, a giugno per ipotizzare quali progetti potessero essere pianificati. La scuola è iniziata e i servizi essenziali (mensa, trasporti) sono stati garantiti. Rimanevano da definire i capitoli sull’assistenza socio-psico-pedagogica e gli interventi a sostegno della programmazione educativa e didattica. Quando il Bilancio comunale di previsione è stato abbozzato abbiamo proceduto alla discussione definitiva nel Gruppo di Lavoro e abbiamo presentato il Piano in Consiglio Comunale.

 

Quali sono gli elementi di trasformazione e cambiamento che interessano la nostra scuola?

Le scuole del nostro comune fanno parte dallo scorso anno scolastico del nuovo Istituto Comprensivo. Questo primo anno è stato un anno di avvio in cui Insegnanti, Dirigente e Personale d’ufficio e non docente si sono impegnati affinché fossero ridotte al minimo i disguidi e le difficoltà. Alla fine di questo anno possiamo dire che questo nuovo dimensionamento scolastico è riuscito a garantire una buona gestione complessiva, anche se necessita sicuramente di un periodo più lungo per giungere a pieno regime.

Quest’anno, alle Amministrazioni Comunali facenti parte di questo istituto, il Dirigente Scolastico Nevio Lo Martire, anche Preside dell’Istituto Superiore “Lorenzo Rota” ed il Dirigente Scolastico Provinciale dott.re Petralia hanno sottoposto i dati relativi all’Istituto Superiore presente nella valle riferendo la preoccupazione di perdita di autonomia dell’Istituto visto il poco margine numerico rispetto alle nuove norme relative all’autonomia scolastica.

Tutte le amministrazioni, consapevoli dell’importanza e della qualità riconosciute all’istituto superiore “Lorenzo Rota”  si sono dimostrate sensibili al problema ed intenzionate a trovare soluzioni in merito. La soluzione proposta dai due dirigenti è stata quella di accorpare i due istituti presenti nel territorio in un unico Istituto Omnicomprensivo.

Questa soluzione all’Amministrazione comunale di Monte Marenzo è sembrata inattuabile, visto anche quanto premesso prima sull’Istituto Comprensivo. Ci siamo così impegnati anche in un confronto con la Giunta Provinciale affinché venissero  individuate soluzioni alternative per garantire negli anni  l’autonomia dell’Istituto superiore. L’amministrazione Provinciale presentando il nuovo piano degli indirizzi delle scuole superiori ha individuato soluzioni che comporterebbero un aumento considerevole delle iscrizioni dell’Istituto “Rota” che in questo modo si auto-garantirebbe i numeri necessari al mantenimento dell’autonomia. Recentemente la commissione preposta e poi la giunta provinciale si sono espresse negativamente rispetto alla creazione di un Istituto Omnicomprensivo.

 

Il Piano ha risentito della situazione economica degli Enti locali e del Comune di Monte Marenzo?

Sì, e lo spiegherò nello specifico. Il mondo della scuola si trova in questi ultimi anni a vivere profondi tagli dal punto di vista economico. Molti di questi tagli non sono effettuati in modo diretto, ma si configurano come tagli agli enti locali che hanno poi le loro ripercussioni sul mondo della scuola.

La nostra Amministrazione ha operato una scelta: garantire la qualità della scuola con il finanziamento ai Progetti educativi chiesti dal Corpo docente, il sostegno ai bambini e ragazzi diversamente abili e con problematiche, gli aiuti alle famiglie con un reddito più basso.

 

Cosa si intende per qualità della scuola?

Il Piano per il Diritto allo studio è prima di tutto uno strumento per sostenere il ruolo educativo della scuola. Per fare questo è anche necessario incrementare ed accrescere i progetti educativi dei nostri ragazzi, arricchendoli di esperienze e percorsi significativi ad opera di esperti. Questi percorsi hanno la caratteristica di aumentare l’offerta formativa delle scuole del nostro territorio promuovendo  momenti importanti per la crescita dei bambini dal punto di vista relazionale, esperienziale, di autostima, di conoscenze e sperimentazione di sé. Da questo punto di vista, inoltre, da quest’anno, grazie alla Coprogettazione con la Cooperativa Specchio Magico, la scuola potrà contare sulla sicurezza di un intervento importante e di indubbia qualità che potrà essere la base progettuale per pensare nei prossimi anni il sostegno all’ampliamento dell’offerta formativa.

Questo significa dare “possibilità” di crescita a tutti. Faccio un piccolo esempio che fa capire bene cosa intendo per “possibilità”. Giusto domenica scorsa per l’iniziativa “Sollevata” abbiamo accompagnato una quindicina di bambini e ragazzi al cinema. Ebbene, fa pensare che molti di loro (proprio perché viviamo in un periodo in cui le differenze sociali si fanno sentire), era la prima volta che si sedevano in una sala cinematografica…

La scuola pubblica può o meglio dovrebbe essere uno strumento di uguaglianza dando “possibilità” di formazione di qualità a tutti, offrendo esperienze e possibilità di sperimentarsi difficilmente percorribili fuori dalla scuola in un paese come il nostro, perché le esperienze che vivono in questa fase di crescita li accompagneranno nel futuro percorso scolastico

Quando parlo di “qualità” intendo anche caratterizzare la nostra scuola dell’infanzia e primaria con un’offerta formativa che sia un motivo in più per far frequentare le nostre scuole ai ragazzi residenti e non residenti (dobbiamo anche pensare al calo demografico che avvertiamo anche qui a Monte Marenzo).

 

Quali sono i progetti per ampliare l’offerta formativa della scuola?

Nel corso di questi anni scolastici si è tenuto uno stretto legame con le insegnanti per favorire l’innovazione educativa e didattica e si è intervenuti su diversi ambiti e temi attinenti alla formazione ed all’arricchimento culturale e partecipativo dei nostri futuri cittadini. In particolare si è fatto uno sforzo affinché le molteplici offerte che il territorio offre, anche a cura di Gruppi, Enti e Associazioni locali siano maggiormente coordinate e inserite nella programmazione didattica.

L’Amministrazione esprime un giudizio positivo per i Progetti di plesso scelti dalle scuole  che hanno valorizzato il lavoro dei bambini, delle Insegnanti e delle collaboratrici scolastiche. In particolare ricordiamo per la scuola Primaria il Progetto “Danzi…amo” condotto dall’esperta Monica Savà, rivolto a tutti i bambini della scuola con l’obiettivo di coinvolgerli in un’esperienza positiva attraverso la musica e la danze di diversi paesi e per la scuola dell’Infanzia il Progetto “Musicando” condotto dall’esperta Cecilia Gesù rivolto ai bambini di 5 anni per sviluppare l’attenzione, l’ascolto e l’intelligenza musicale.

Esperienze che verranno riproposte quest’anno anche se con obiettivi diversi, così come sono importanti gli altri progetti per arricchire il bagaglio di esperienze personali dei bambini, di crescere dal punto di vista emotivo e relazionale, di apprendere e codificare altri linguaggi e modalità d’espressione, nonché di accrescere la conoscenza del proprio territorio, di sentirsi ed essere parte attiva dei processi partecipativi e di progettazione ed impegno per la vita locale e la salvaguardia ambientale (per un totale di 6.200 euro).

 

Parlavi prima di sostegno ai bambini diversamente abili e con problematiche.

La legge Regionale sul Diritto allo Studio nell’articolo 2 afferma che gli interventi rivolti a questi soggetti assumono carattere prioritario rispetto ad ogni altro intervento. E questo significa l’assegnazione all’alunno ed alla classe dell’alunno la figura di un assistente educatore e l’acquisto di materiale specifico richiesto dalle insegnanti.

Il Comune garantirà l’assistenza educativa per un numero di ore congruo alle esigenze dei bambini, la presenza di assistenti educatori avrà un totale di 39 ore settimanali (tra Scuola dell’infanzia, primaria e  scuola secondaria di primo grado). Ciò comporterà un impegno straordinario di risorse sia finanziarie (27.850 euro) che umane per aiutare, nel migliore dei modi, il personale docente e la classe e, principalmente, i bambini ed i loro genitori in questa importante esperienza.

 

E gli aiuti alle famiglie?

Per quanto concerne i contributi denominati “provvidenze per il diritto allo studio”, destinati ai ragazzi frequentanti la scuola secondaria di primo e secondo grado (fino all’obbligo) quest’anno, visto le esigenze maggiori in altri capitoli del Piano e visto la necessità in questo momento di aiutare soprattutto le famiglie con reddito ISEE minore, si è stabilito di garantirlo per le famiglie con un reddito ISEE inferiore a 16500 euro (quarta fascia) lo stesso contributo dell’anno scorso (quindi nessun taglio) e per tentare di erogare tutta la somma messa a bilancio su questo capitolo (visto le richieste solitamente di non poco inferiori agli aventi diritto) potranno fare richiesta del contributo, fino ad esaurimento, anche le famiglie con un reddito fino a 19500. Il tetto massimo erogabile è fissato a 24.000 euro (maggiore rispetto a quello effettivamente erogato l’anno scorso di 22.260 euro).

 

Eppure c’è stato un voto contrario al Piano da parte della Minoranza, di Giovanni Bonacina e di Franco Rota.

Le motivazioni sono diverse. La proposta della Minoranza di dare a tutti la stessa cifra (e questo, a mio avviso non è equo) e di tagliare i progetti destinati alla scuola.

Giovanni Bonacina propone di dare le provvidenze diversificando maggiormente i contributi a seconda delle fasce ISEE, molto più alte per le famiglie con reddito molto basso e pone un problema sul fatto che il Piano venga varato senza l’approvazione del bilancio comunale.

Franco Rota ritiene non sia giusto impegnare risorse consistenti nelle provvidenze mentre da un’altra parte si chiede a tutti i cittadini un maggiore onere contributivo e si aumenta l’IRPEF comunale.

Faccio comunque notare che anche per il 2013/14, come avviene ormai da qualche anno, la Regione non dà alcun finanziamento per il Diritto allo Studio. Con quelle risorse avremmo potuto garantire tutti i servizi della scuola e un maggior contributo alle famiglie.

 

Ecco il prospetto delle spese e delle entrate del Piano per il Diritto allo Studio 2013/14.

 

Un pensiero su “Piano per il diritto allo studio. Qualità nonostante le difficoltà”

  1. L’altra sera in Consiglio comunale ho provato autentico orgoglio per il nostro comune, che di fronte a tagli per circa 70.000 euro fatti dalle istituzioni sovracomunali (stato,regioni, ecc.), è riuscito a mantenere alto il livello dei servizi in favore dei nostri scolari e studenti.
    Perdonatemi una nota personale. Carla ed io non abbiamo figli e il nostro reddito da pensione è piuttosto limitato, ma siamo contenti, proprio convinti e contenti di contribuire, attraverso le imposte e le tariffe comunali, a garantire le migliori opportunità ai bambini e ragazzi di Monte Marenzo.
    Inoltre, condividiamo totalmente quanto dichiarato dal nostro sindaco in piazza il 3 novembre: la prosperità di una comunità affonda le radici in una cittadinanza sociale la quale non lascia sole le persone nei passaggi difficili della vita.
    Come si sta bene, come ci si sente protetti e leggeri, vivere in una comunità che sa far correre questo pensiero.

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