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Quella battuta non la perdono

Storia trascurabile di una vignetta che non vedrete pubblicata sul nostro sito.

Gino Strada alcuni giorni fa, in radio, ebbe a dire “…ho semplicemente pensato che Brunetta fosse esteticamente incompatibile con Venezia”.

Per reazione ho preso carta e colori e disegnato un fumetto per stigmatizzare una battuta inutilmente feroce e stupida, rivolta contro la natura fisica di Brunetta.

Ritengo la frase deplorevole in bocca a chiunque, però insopportabile detta da un filantropo universalmente riconosciuto. Non solo. Delle tante critiche che si possono esprimere nei confronti di di Brunetta figura pubblica, mai e poi mai si deve sbeffeggiare per una condizione innata, fuori dalla sua volontà e responsabilità.

La vignetta l’ho fatta ma ho deciso di non pubblicarla, perché ho concluso che non fosse giusto liquidare con una semplice battuta una vita intera, quella di Gino Strada, passata al servizio dei meno fortunati della terra.

Detto questo, a Gino Strada, quella battuta inutilmente feroce e stupida non gliela perdono.

 

Angelo Gandolfi, con ogni probabilità esteticamente incompatibile con la maggior parte dei comuni d’Italia.

3 pensieri su “Quella battuta non la perdono”

  1. cara Luciana,
    hai espresso mirabilmente quel senso di dubbio che avevo dentro anch’io. Le persone sono orride quando hanno una espressione negli occhi, sulla bocca, nella gestualità, da orridi. Possono essere fisicamente adoni, ma vengono traditi dalle intenzioni. Proprio come esprimi benissimo tu. Penso che a questo forse si riferiva Strada: guardare Venezia ti fa aprire il cuore alla bellezza, guardare quell’altro decisamente no. Bella veramente la foto di Angelo, starebbe benissimo anche con il Canal Grande sullo sfondo!

  2. Angelo, ti chiedo scusa in anticipo se forse non ho la sensibilità per comprendere fino in fondo il tuo punto di vista e se per questo dirò qualcosa che ti dispiace, non è mia intenzione; volevo però spezzare comunque una lancia a favore di un uomo che sta spendendo la sua vita per il bene degli altri.
    L’estetica, ce lo stiamo dimenticando perché bombardati continuamente da messaggi pubblicitari di veline, top managers bellissimi e famiglie del mulino bianco, non è ciò che percepiamo come piacevole agli occhi, ma ciò che si percepisce come piacevole con tutti i sensi. Tu, caro Angelo, sei esteticamente compatibile con qualsiasi contesto, semmai sono certi contesti a non esserlo nei tuoi confronti, perché non ti permettono di esprimere appieno le tue grandi qualità umane.
    Una persona che non esita a paragonare Gino Strada (o qualsiasi altro a questo punto) a Mengele, non riesco a pensarlo come sindaco di una città come Venezia, anche se le sue caratteristiche fisiche fossero diverse. La percezione estetica ha una componente soggettiva, che nel caso specialissimo delle persone, dipende anche fortemente da come queste persone si comportano, da quello che dicono e da come lo dicono, così una persona dalle caratteritiche fisiche diverse dal “bello” oggettivo, viene comunque apprezzata e troviamo naturale pensarla in ruoli istituzionali importanti, alla guida delle nostre belle città; viceversa, una persona che tende ad esprimersi a slogan e a giudizi gratuiti “Precari, siete la parte peggiore dell’Italia”, tanto per citarne uno, oltre al suddetto “Mengele”, è abbastanza naturale percepirlo in modo esteticamente negativo.
    Pensiamo davvero che Gino Strada, con quello che deve aver visto nei suoi ospedali di guerra, esprima un giudizio sul “fisico” di un’altra persona? Io non credo.
    Luciana
    PS La foto che hai postato è esteticamente ineccepibile 🙂

  3. Anch’io quando ho sentito quella frase alla radio mi è sembrata veramente “cattiva”, fuori luogo e soprattutto stridente con la persona che l’ha pronunciata. Mi sono chiesta se anche Strada comincia a risentire di un clima profondamente degradato oppure ha due modi di pensare: uno in italia e uno in ambiti di guerra, dove secondo quanto da lui affermato nella stessa trasmissione,tutti hanno ugualmente diritto ad essere considerate persone.

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