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Ho letto un libro in tempo di avvento

Riceviamo e pubblichiamo un articolo scritto da Luciana Malighetti che ci scrive:

Ho scritto un articolo per il sito. Era nato come commento ad alcuni articoli apparsi su UPPER in occasione della giornata contro la violenza alle donne, ma alla fine il discorso che mi è venuto è un po’ ampio e si collega anche ad altre cose, non ultima il teatro canzone in tempo di avvento. Ve lo allego, in ogni caso il libro di cui parlo merita di essere letto e che se ne parli ancora e ancora.

Ciao,

Luciana

L’avvento, come la quaresima, è un tempo di attesa attivo: siamo chiamati a utilizzare questo tempo particolare per riflettere su noi stessi e su come stiamo conducendo la nostra vita; è un tempo di bilancio, di verifica e di conversione, di preparazione al cambiamento. In meglio. Mi piace pensare che non sia un caso che anche la giornata dei diritti dell’infanzia e adolescenza (20 novembre), la giornata contro la violenza alle donne (25 novembre), la giornata dei diritti umani (10 dicembre), ecc. siano state stabilite in questo periodo.

Non credo che sia una prerogativa dei cristiani fermarsi a riflettere, fare bilanci e progettare la propria vita perseguendo valori universali di pace e amore. Riguarda tutti. Tutti siamo chiamati ad impegnarci in difesa dei più deboli, in virtù della nostra umanità. Ricordiamo quella bella frase di Vittorio Arrigoni, ucciso in Palestina mentre, insieme ad altre persone,  cercava di trovare una via che permettesse la convivenza pacifica di Israeliani e Palestinesi senza prevaricazioni: “Restiamo umani.”. Si obbietterà che non tutti siamo Vittorio Arrigoni, che la Palestina è terra lontana e quel conflitto irrisolvibile. Certo.

Ma torniamo allo strumento che mi sta aiutando nel mio bilancio periodico: il libro.

Un libro è un ottimo strumento per pensare, i libri contengono idee con le quali possiamo confrontarci, avere il tempo di soffermarci su alcuni concetti, verificarli, riprenderli dopo un po’… cose che nel confronto verbale non sono possibili. Ho scelto un libro di cui ho letto la recensione in una rivista, pubblicata in occasione della giornata mondiale contro la violenza alle donne. Mi hanno colpito il titolo: La guerra a casa, e l’immagine di copertina: una farfalla rossa trafitta da un chiodo, su fondo bianco.

Sono scettica verso gli uomini che scrivono libri che trattano di violenza verso le donne perché penso sia difficile parlare di un argomento di cui non hai esperienza diretta senza dire una serie di banalità o cadere in stereotipi lontani dalla realtà.

Ma quest’uomo scrive cose di cui ha esperienza, purtroppo. Sua sorella Tiziana è stata nel 2013 una delle 179 donne uccise in Italia, di cui 122 da un proprio congiunto o ex tale (statistica a cura di Eures/Ansa). Ogni due giorni in Italia una donna viene uccisa da un uomo. Sono io quella che non ha esperienza di questa guerra, che pensa per stereotipi, eccetera.

Così ho comprato il libro. E ho scoperto che Damiano Rizzi, l’autore, è un mio coetaneo che sta passando la sua vita a servizio dei più deboli, ha fondato una ONG che si chiama SoleTerre, la cui missione è innalzare lo standard di vita dei poveri della terra nei luoghi dimenticati. Ne parla in questo libro, descrivendo le devastazioni portate dalle tante guerre in giro per il mondo, guerre di potere e denaro che portano però solo morte e dolore alle popolazioni coinvolte, il tutto nella nostra indifferenza, per noi è “normalità”.

Damiano ha fatto proprio il principio universale di reciprocità: fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. Nel suo libro scrive: “Non si fa il cooperante perché si conosce un individuo, ma perché si ha ben saldo un principio. Il rispetto per la propria vita passa dal rispetto della vita degli altri e dei loro diritti. I diritti umani vanno applicati ovunque nello stesso modo, perché se no da diritti si trasformano in privilegi. E chi non ha diritti muore.” Più avanti ribadisce: “ogni vita è fondamentale anche per la nostra”.

Poi però si trova a fare i conti con una guerra che non è lontana, non è finita e non coinvolge degli sconosciuti: la guerra a casa. Damiano ha una sorella, Tiziana, che viene uccisa dal marito una notte dell’estate 2013. Damiano e la sua famiglia devono attraversare una palude di dolore, facendo i conti con quello che in Italia c’è o più spesso manca a livello legislativo, giudiziario, o infrastrutturale per fermare questa guerra, per prevenire, per aiutare chi resta a trovare una via che non sia quella dell’odio e della vendetta, che fomenta altre guerre, altre disuguaglianze, che nega i diritti anziché garantirli a tutti ed in particolare ai soggetti più deboli.

Il cambiamento può esserci solo se si continua a lottare perché nessuno mai possa considerare “normale” o ineluttabile questa come tutte le guerre. Non è normale che un uomo uccida una donna, non è normale che le usi violenza in nessuna forma e a nessun livello. In Italia, paese occidentale, il cambiamento è certamente più difficile, perché deve essere un cambiamento culturale e noi non crediamo di averne bisogno, pensiamo che le priorità siano altre, pensiamo che con il benessere economico e un minimo di istruzione il rispetto per gli altri venga da sé. I fatti ci stanno raccontando un’altra storia.

Il rispetto per la propria vita passa dal rispetto per la vita degli altri.

Dobbiamo appropriarci di questo principio e lavorare senza sosta affinché si affermi ovunque, le istituzioni promuovano il cambiamento culturale e mettano in atto tutte le azioni necessarie perché sia chiaro che la violenza non può essere tollerata né giustificata in nessun caso e in particolar modo quando rivolta verso soggetti più deboli, peggio ancora quando rivolta ai propri congiunti.

Damiano trasforma la morte di Tiziana nella nascita dell’associazione “Tiziana vive”, con l’obiettivo di trovare una risposta a questa guerra che abbiamo in casa. Una risposta che possa riportare equilibrio in  tutto questo odio e dolore non può che essere una risposta di gioia e d’amore al massimo livello; questo è un altro passo del libro che mi ha colpita molto e che mi porta a voler condividere con voi questa riflessione in vista del Natale, che è festa di gioia e di amore.

A Monte Marenzo c’è sempre molta attenzione e sensibilità per coloro che più hanno bisogno e di questo sono fiera e grata, dobbiamo insistere su questa strada e promuovere la cultura del rispetto dell’altra persona a tutti i livelli, perché nessuno debba più essere svegliato da una telefonata che ci annuncia che abbiamo la guerra a casa.

Invito la Biblioteca ad inserire questo libro tra i prossimi acquisti:

La guerra a casa – Damiano Rizzi
ed. Altreconomia

Riferimenti:

www.tizianavive.org

www.soleterre.org

 

2 pensieri su “Ho letto un libro in tempo di avvento”

  1. riprendo un pensiero del libro: “Una risposta che possa riportare equilibrio in tutto questo odio e dolore non può che essere una risposta di gioia e d’amore al massimo livello”

    Ecco una delle risposte gioiose che è bello leggere sui giornali in questi giorni:
    “Storico disgelo Usa-Cuba. Obama: normalizzeremo le relazioni, ringrazio papa Francesco”

    🙂

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