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Padre Angelo Cupini per Simona, Keisi e Sidny

E’ passata solo una settima dal dramma di Chiuso. “Solo” una settimana, ma pare un secolo fa.  La notizia permane sui media locali ma è già scomparsa da giorni nei titoli principali dei telegiornali nazionali. Tragedie così grandi che si dimenticano in così poco tempo? TV che si occupa in gran parte della politica dei partiti in Parlamento e che lascia troppo poco spazio ai problemi veri del “paese reale”?

Facevo ieri queste considerazioni e in questa settimana gli amici del nostro sito non hanno trovato una sola parola sula tragedia accaduta a pochi passi da noi. Ma come affrontarla? Come trovare le parole?

Poi ieri ho letto alcune riflessioni di Padre Angelo Cupini, fondatore della Comunità di Via Gaggio, che negli scorsi giorni ha ospitato le salme di Simona, Keisi e Sidny, riservando i locali della Casa sul Pozzo per la camera ardente. Una funzione che si è idealmente e realmente collegata con la preghiera del venerdì nella moschea del rione, situata proprio a lato dell’abitazione dello zio delle bimbe e affacciata alla Casa sul Pozzo. Lì musulmani, extracomunitari e la comunità cristiana e civile di Lecco si è unita nella preghiera a poche ore dalla partenza delle tre salme per l’Albania.

Ieri sera ho chiesto allora a Padre Angelo Cupini di poter pubblicare la sua lettera sul nostro sito. Mi risponde subito:

Carissimo Sergio

puoi pubblicare con libertà tutto quello che ritieni utile. Sul  sito www.comunitagaggio.it  troverai anche la bellissima lettera del papà alle figlie. Grazie sempre per la tua attenzione. Buona domenica. Angelo

15 marzo 2014

Lo ringraziamo e lasciamo spazio alle sue parole.

Sergio

 

L'arrivederci a Sydni, Keisi, Simona La Casa sul Pozzo, 12/13 marzo 2013 - Tratta dal sito www.comunitagaggio.it

“Care Amiche ed Amici

sento il bisogno di scrivere in anticipo la lettera mensile perché quello che abbiamo vissuto in questa settimana condensa e stordisce una vita intera.

Per me tutto è iniziato alle 8 meno dieci di domenica scorsa (09 marzo) con una telefonata di Virginio Brivio (il nostro sindaco) che mi da la notizia dell’uccisione di tre bambine: 4, 10 e13 anni da parte della madre. Vado a celebrare al Gaggio la messa domenicale. Al rientro, all’altezza del rondò di corso Bergamo: carabinieri, polizia, spazio transennato. Il tempo per costruire una mappa delle persone che si chiarisce verso le 12.

 

Nel primo pomeriggio scrivo e invio il seguente comunicato: La Casa sul Pozzo è scossa profondamente dalla tragedia che si è verificata questa mattina, domenica 9 marzo, ad alcune centinaia di metri dalla propria sede, in corso Bergamo nel quartiere di Chiuso. Viviamo il dolore di abitare vicini e di essere sconosciuti reciprocamente.

Sentiamo acuto il peso che queste vite sono chiamate a sostenere: quelle degli adulti, spesso soli e delusi; quelle dei giovani figli sui quali si scaricano frustrazioni e angosce per il futuro.

Noi siamo in mezzo, senza pensieri di onnipotenza e di giudizio, condividendo nella misura che ne siamo capaci, la fatica e la speranza di ogni giorno.

Custodiamo tutto e tutti nel cuore, radice di ogni vita.

 

Il lunedì sera rispondo a quattro domande proposte in una finestra del telegiornale di TeleUnica. Il testo sarà riportato da La Gazzetta di Lecco il 15 marzo.

 

Più tardi arriva un flash di Paolo Schiavo:

 

Ciao Angelo

Ero in servizio al 118 quando la mattina alle 06,25 mi hanno chiamato ed inviato in corso Bergamo 87, la chiamata era per una donna forse caduta dalle scale quindi non avevo alcun presagio della tragedia già consumatasi nella notte.

Ti mando questo pensiero nato dal tentativo di elaborare quanto vissuto in quel frangente

Vite incompiute

Composte nel talamo:

una Pietà domestica.

Candidi

I corpi esanimi

Rossa

La vita intorno

Ci sentiamo . Gianpaolo. 11 marzo 2014

 

Ultimo saluto alle bimbe – Chiuso (14)

A Virginio Brivio che mi aveva invitato a qualche pensiero sul saluto della città alle tre vittime scrivo: se ci fosse bisogno di spazio e se non ci fossero altre soluzioni e se il padre lo desidera la casa sul pozzo è disponibile. La disponibilità è accolta dal Padre e dai familiari in un incontro commosso alla nostra casa assieme al Sindaco.

 

Le salme delle tre donne sono state nostre ospiti dalle 17 di mercoledì 12 marzo, arrivate con la cadenza di un quarto d’ora l’una dall’altra (la prima ad arrivare è stata la salma di Simona, poi quella di Keisi e ultima la piccola Sidny) fino alle 07 di venerdì 14 quando hanno iniziato il viaggio che le avrebbe portate fino a Bari, imbarcate per Durazzo per proseguire per 200 km fino a Kukës, una cittadina al confine con il Kosovo, dove, mentre scrivo, sabato pomeriggio, vengono celebrate le esequie e le tre sorelline troveranno dimora vicino al fratellino, il primo, perso all’ottavo mese di gravidanza della mamma.

 

Ieri 14, alle 12.30 abbiamo partecipato alla preghiera della comunità musulmana nella moschea che è di fronte alla nostra casa; abbiamo preso la parola di saluto il sindaco Brivio, il parroco don Adriano ed io.

 

Ho provato a raccogliere alcuni appunti su questa esperienza di ospitalità richiesti e pubblicati su La Provincia di Lecco di ieri.

 

Il primo sentimento è quello di gratitudine per la fiducia che la famiglia Dobrushi e la Città di Lecco ci hanno offerto venendo a vivere questi giorni di dolore, di pianto, di commozione, nella nostra casa, rendendoci evidente che questa non è vista come la sede di una associazione ma come uno spazio di città territorio dove ci liberiamo dalla paura reciproca, dai pregiudizi, superando le appartenenze, sia etniche che religiose, per costruire una fraternità universale.

 

Come si è espressa la Città ?

 

Con il dolore viscerale di mercoledì della comunità albanese e di tanti lecchesi, un dolore incredulo per una storia impossibile; con la presenza di mamme al giovedì mattino che dopo aver accompagnato i figli a scuola sono entrate per sostare e piangere; alcune di loro hanno comunicato un interrogativo: se fosse toccato a me? Con i bambini compagni delle elementari e delle medie con gli occhi lucidi, con una voglia fisica di stare in cerchio attorno alle bare, di abbracciare ed essere abbracciati uno a uno dal papà delle bimbe, di accarezzare le bare e di scrivere che non avrebbero mai dimenticate le compagne; con gli anziani segnati dal dolore, uno in più ma così diverso da quelli sperimentati nella vita; con il Sindaco, le Istituzioni di sicurezza e chi ha curato la mediazione della comunicazione con i più giovani nelle scuole; con una casa che ha accolto e con una comunità umana che ha tentato di cogliere il più profondo di sé mercoledì sera nella celebrazione a san Nicolò e in questo venerdì nella “moschea” di corso Bergamo.

 

Chiuso – Partenza salme bimbe (17)

 

Le parole

 

Due mi hanno colpito nei messaggi scritti: riposo e angeli.

Per riposarsi e averne un profondo bisogno si deve essere molto stanchi, non degli anni vissuti, è evidente; ho pensato che queste morti sono state una fatica tremenda, al punto da non farcela più (anche per la città).

 

Angeli: cosa ci comunicano?

 

La città territorio è stata presa per mano da tre giovanissime donne/bambine; la loro immagine è diventata un’icona. La città si è mossa per andarle a salutare ma è stata invitata a fare un altro viaggio drammaticamente impegnativo: raccogliere quei moti interiori che forse sarebbero stati in un futuro prossimo i sogni/desideri delle donne/bambine; questo ci chiedono i loro volti gentili.

 

Una questione continua a muoversi dentro di me: che le loro morti non siano state inutili.

 

Dire che le tre sorelline le sentiamo parte vitale della nostra casa, anche ora che non sono più fisicamente con noi, è vero. Andiamo avanti anche nel loro nome e nella fedeltà ad ogni vita.

 

Sul sito www.comunitagaggio.it  è possibile vedere delle immagini, leggere alcuni testi, tra questi una bellissima lettera del padre alle figlie (http://www.comunitagaggio.it/pdf/2014/lettera_padre_figlie.pdf) letta al termine dell’Eucaristia del mercoledì sera a san Nicolò e a la Casa sul Pozzo il giovedì sera nel congedo delle istituzioni: Console dell’Albania, Prefetto, Questore, Colonnello dei carabinieri, Rappresentanti della Provincia e Sindaco di Lecco. La stampa nazionale e locale, le televisioni hanno reso un servizio molto denso. Rimando a quelle letture. Un momento di racconto tra noi verrà organizzato nell’arco di quale settimana”.

 

Padre Angelo Cupini

Un pensiero su “Padre Angelo Cupini per Simona, Keisi e Sidny”

  1. Questa vicenda è e rimarrà sempre nelle nostre menti come una tragedia aberrante, ingiustificata e che lascia soprattutto in mezzo a noi un diffuso senso di impotenza.Personalmente l’ho vissuta in modo particolarmente negativo da quella maledetta domenica 9 marzo quando al ritorno dalla messa delle 10,30 sento mia figlia urlare e piangere “hanno ucciso la Simo e anche le sue sorelle”.Da quel momento è iniziato un incubo fatto di ricerche di notizie che purtroppo confermavano la tragedia e poi a cercare di capire.Abbiamo partecipato alla messa di mercoledì sera in basilica come pure alla veglia delle bare alla Casa del Pozzo sempre con grande sofferenza e lacrime.
    La considerazione che vorrei fare di fronte a questa tragedia che è aberrante nella sua dimensione ma che è purtroppo tutt’altro che isolata in quanto a casi di figli uccisi da uno dei genitori,come il recente caso di Abbadia con il piccolo ucciso dalla madre o il caso dell’estate scorsa nel bresciano con il padre che uccide i due figli e simula un incendio nell’abitazione e molti altri casi ancora; purtroppo il comune denominatore è la separazione dei genitori che in molti casi porta alla disperazione e di conseguenza la pazzia totale che porta a uccidere i figli per danneggiare l’altro.
    Oggi troppe coppie pur avendo figli scelgono la strada della separazione molto spesso perchè hanno trovato un partner più giovane e per puro egoismo rovinano la vita al loro partner e ai loro figli con conseguenze economiche negative e ripeto molto spesso solo per egoismo.

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