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A pieni polmoni?

Il nostro amico Angelo Fontana da anni invita ad abbandonare il fumo di sigaretta, andare all’aria aperta e respirare a pieni polmoni.

Che questa pratica sia salutare è fuori dubbio, ma dopo il convegno tenuto in questi giorni a Lecco sulla qualità dell’aria nella nostra provincia, una riflessione è d’obbligo.

Il dott. Antonio Gattinoni, direttore sanitario dell’ASL di Lecco, commentando i dati della ricerca presentata al convegno (autori e committenti ARPA, ASL, Provincia e Comune di Lecco), sostiene l’esistenza di un’aria non propriamente pura comune in tutte le città della pianura padana, compresa l’area del lecchese. Nel contempo però, i dati storici rilevano un progressivo e deciso miglioramento grazie alle politiche di tutela ambientale messe in cantiere in questi ultimi anni.

Ma il dato più sorprendente e preoccupante, confermato anche dalla dott.sa Anna de Martini, referente qualità aria Nord Lombardia dell’ARPA, è che la maggior quantità di inquinamento atmosferico è dovuto al funzionamento degli impianti di riscaldamento e, in particolare, circa l’80% di questo deriva dalla combustione di prodotti legnosi nelle stufe e nei caminetti di casa nostra.

Confessiamolo, ormai da tempo sbiadito il rassicurate quadretto della famiglia riunita attorno al focolare (la nonna sferruzza il maglione, il papà legge il giornale, mamma e figlio fanno un puzzle, il gatto ronfa in un angolo), adesso scopriamo come anche l’allegra fiamma del ciocco si sia rivelata una subdola killer, che attraverso il comignolo spande fumi carichi dei micidiali PM10 e PM2,5.

Se il tono è scherzoso la faccenda è seria. Le particelle inferiori a un centesimo di millimetro le prime e a un quarto di centesimo le seconde, penetrano nei bronchi e nei polmoni provocando malattie acute e croniche a carico dell’apparato respiratorio.

Quando d’inverno dai comignoli sentiamo quel buon e intenso odore di legna, dobbiamo concludere che non è un segnale poi così tranquillizzante, un salutare ritorno al tempo antico. D’altra parte l’alto costo del metano, decisamente molto meno inquinante, ha orientato molti a procurarsi le stufe a pallett per riscaldare casa.

Dall’aria che tira, è proprio il caso di dire, riteniamo di non escludere per il futuro un’attenzione particolare verso questo problema da parte delle autorità poste a tutela della salute pubblica.

Riportiamo le interessanti tabelle presentate al convegno, dove si dimostra il raffronto tra alcuni inquinanti registrati nella nostra provincia e in Lombardia.

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2 pensieri su “A pieni polmoni?”

  1. Un dato davvero sorprendente…allora quando tanti ettari di bosco vengono bruciati dolosamente, il danno ecologico raddoppia, nel bosco perso e nell’aria inquinata..!!
    E’ un vero crimine..!!!

  2. effettivamente la qualità dell’aria nel lecchese è migliorata negli ultimi anni, anche se c’è ancora molto da fare. Un dato che a molti sfugge è che il 44.9 % del totale delle emissioni di polveri sottili PM10 viene prodotta dalla combustione della legna, è stato evidenziato che , un fuoco acceso per bruciare ramaglie all’aperto dalle dimensioni di 8 metri cubi produce più polveri sottili che un comune di 1000 abitanti emetterebbe in un anno per riscaldare tutte le sue case con il metano.

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