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Le collane che aiutano

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato una testimonianza di Enrico Fioroni dal campo profughi di “La luna di Vasilika” a Diavata, in Grecia settentrionale, vicino a Salonicco (qui il link)

Enrico ci ha mandato i suoi ringraziamenti sentendosi “onorato” di quell’articolo. Poi ci fa una richiesta: “Potete fare pubblicità per ‘Le collane che aiutano’?”.

Gli abbiamo chiesto di cosa si tratta e scopriamo un altro bellissimo gesto di umanità di Enrico e della sua famiglia. Ve lo raccontiamo:

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Sono tanti i significati che può avere il #restiamoumani, uno di questi è quello di non girare la testa dall’altra parte quando s’incontra la povertà, ma di rendere quest’ultima più sopportabile a chi con essa quotidianamente convive.

Stefania ed Enrico è dal 2007 che periodicamente si recano in Senegal a trovare una famiglia di amici Senegalesi di cui si sentono parte, ed un anno sono andati con loro le figlie Paola ed Elena.

Stefania ed Enrico hanno aiutato a crescere Khadim, ora quasi diciottenne sedicenne che, da quando aveva pochi mesi di vita sino ai sette anni, è cresciuto in “affido temporaneo” nella loro famiglia, a Bergamo.

La località dove abitano gli amici senegalesi è Guediawaye, un quartiere sito nella periferia della capitale Dakar, zona dignitosa, non poverissima, ma con periodici problemi: oltre alla mancanza di lavoro e del sostentamento necessario per la quotidianità (parecchi bambini non vanno a scuola perché non se lo possono permettere), o la mancanza d’acqua e della corrente anche per più giorni consecutivi.

Durante uno dei loro soggiorni durato 17 giorni, l’acqua non è mai scesa dai rubinetti se non un paio d’ore, quando andava bene, durante la notte, ed è stato appunto in quei giorni che hanno avuto l’idea di fare qualcosa di concreto per aiutare la comunità che periodicamente li accoglie con affetto e di cui ormai si sentono parte.

Nel giro di un paio di anni hanno realizzato una pompa per l’estrazione dell’acqua dal sottosuolo, comprato per il Dispensario di zona un frigorifero dove riporre i medicinali, poi delle medicine, lenzuola e sedie per l’ambulatorio. Anche della pasta, riso, biscotti e cioccolata (un paio di volte), per un istituto di zona dove si recano bambini in età scolastica elementare che non si possono permettere di pagare di tasca loro la frequenza.

Piccoli gesti è vero, non paragonabili ad interventi di ONLUS più conclamate, ma che dai beneficiari sono stati comunque molto graditi, ed anche perché i soldi per fare tutto ciò (all’incirca 2500 €) sono frutto dei loro risparmi, piccole donazioni di amici, ma soprattutto del ricavato avuto grazie alla vendita delle collane di ceramiche Greche (da qui il nome “Le collane che aiutano”) che Stefania nel tempo libero assembla.

Il 20 Novembre prossimo ritorneranno in Senegal, per 15gg, con un “malloppo” più o meno uguale a quanto speso in passato, da dedicare ancora a progetti sul genere di quanto già fatto. Decideranno una volta in loco e con i loro amici come e dove intervenire. Ringraziano sin da ora chi vorrà aiutarli, anche con una piccola donazione, nella realizzazione appunto dei prossimi progetti che una volta realizzati documenteranno anche sulla loro pagina FB @LeCollanecheAiutano.

Grazie                   

Stefania ed Enrico con le loro famiglie, Italiana e Senegalese.

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