Browse By

Contabilità

Negli ultimi tre giorni abbiamo scritto poco. Abbiamo solo pubblicato i comunicati ufficiali del nostro Sindaco. Comunicati che si concludono ogni volta con l’invito di rispettare le prescrizioni a cui tutti dobbiamo attenerci.

Prima leggiamo quelli del nostro paese, poi al computer o in TV leggiamo od ascoltiamo quelli generali in Italia dall’inizio di questa triste contabilità: 25.786 ricoverati con sintomi (-1.107 rispetto al giorno prima), 2.812 in terapia intensiva (-124), 78.364 isolati a domicilio (1.586 nuovi), 106.962 positivi (+355), 42.727 dimessi guariti (2.563 nuovi), 172.434 casi totali (3.493 nuovi), 1.244.108 tamponi…

E poi il dato più tragico: 22.745 decessi (ieri 575).

Questi i numeri ufficiali, ma è ormai certo un gran numero di contagiati e di decessi senza l’ufficialità del tampone (semplicemente perché non sono stati fatti).

Poi i dati Lombardi: 10.627 ricoverati con sintomi (-729 rispetto al giorno prima), 971 in terapia intensiva (-61), 21.836 isolati a domicilio (1.134 nuovi), 33.434 positivi (+344), 18.850 dimessi guariti (454 nuovi), 64.135 casi totali (1.041 nuovi), 243.513 tamponi (su una popolazione di dieci milioni di abitanti!). E anche qui il dato tragico dei decessi: 11.851, più della metà di tutta la contabilità d’Italia…

A tutti è rimasto impresso nella mente il corteo di camion militari che portavano via i feretri da Bergamo…

Parlare oggi di ripartenza in Lombardia, nella Regione più colpita, dopo i danni avvenuti e sotto gli occhi di tutti (il caso di Alzano, la pazzia dei ricoveri delle RSA per Anziani, il balletto delle mascherine, l’ospedale in fiera annunciato per 400 posti, poi ridimensionato a 53, costato 21.153.000 euro, ufficialmente inaugurato in pompa magna con un assembramento e che ora ospita 10 malati…) mi sembra azzardato.

La stessa Regione che ha smantellato la sanità pubblica in favore di quella privata, che con delibera dell’8 marzo 2020 ha individuato come “Hub Ospedalieri”, per i pazienti Covid19, quasi unicamente strutture pubbliche, anche per le terapie acute indifferibili.

La Regione annuncia che da lunedì 21 aprile verranno effettuati 20.000 test sierologici al giorno.

Non sono un medico né un virologo, non sono uno scienziato, ma banalmente (e sicuramente è una stupidaggine quella che scrivo), banalmente faccio un conto: in Lombardia siamo 10.060.000 persone (dieci milioni), al ritmo di 20.000 test al giorno ci vorranno… 503 giorni.

Un’altra contabilità è quella dell’economia. C’è chi spinge a riaprire (e magari un mese fa ha fatto resistenza per non chiudere con le conseguenze che conosciamo).

E poi la contabilità più subdola, quella dei politici che pensano a quanti voti in più avranno. 

Non sono un medico né un economista, non so se è meglio fare tamponi e/o test sierologici. Appuro che con le restrizioni sociali c’è un rallentamento, ma da qui a pensare di correre per la fase 2, è assurdo.

 

(I dati riportati sono quelli del Forum dei Beni Comuni in data 17 aprile 2020, elaborati sulla base dei dati forniti, quotidianamente, dalla Protezione Civile senza alcuna modifica e rettifica).     

8 pensieri su “Contabilità”

  1. I numeri (contagiati, assistiti, deceduti) della pandemia in Lombardia elencati da Sergio non sono un’opinione.
    Le numerosissime lettere – quasi sempre cadute nel vuoto, senza risposta – indirizzate alla Regione Lombardia da medici, infermieri, operatori sociosanitari degli ospedali e delle istituzioni di assistenza, che disperati chiedevano direttive e mascherine, tamponi e strumenti per alleviare la sofferenza dei malati, non erano polemiche di perdigiorno.
    Le responsabilità delle Regioni sui servizi e le strutture sanitarie e socioassistenziali non sono competenze ipotetiche, ma precise disposizioni di leggi volute dalle Regioni stesse.
    Nelle emergenze dove è imminente e oggettivo il rischio per l’incolumità dei cittadini, i sindaci hanno il potere di assumere atti ordinatori, tipo mettere in quarantena il territorio di competenza, senza bisogno di aspettare che dall’alto arrivino le direttive.
    Che in questo nostro Paese si è lesti ad occupare ruoli che danno visibilità, potere, soldi, senza assumerne le responsabilità è uno degli aspetti della decadenza dell’etica pubblica.
    Non tutto è perduto però. Sono convinto che la stragrande maggioranza delle persone ritiene i gesti concreti più potenti delle chiacchiere, l’altruismo e la solidarietà migliori dell’agire esclusivo per proprio tornaconto, che alla fine la responsabilità e la competenza siano vincenti sulle incapacità e le cialtronerie.

    • Si certo,Confindustria fa pressioni sul Governo per non far chiudere,lo stesso fa orecchie da mercante,quindi la mancata zona rossa è colpa dei Sindaci.
      Poi a presidiarla dal momento che le forze di Polizia ed Esercito fanno capo ai Ministeri ci andate voi però!
      Le responsabilità vanno suddivise in maniera equa,non addossandole sempre a senso unico!

  2. E chiaro a tutti che in Lombardia qualcosa non è andata per il verso giusto,bastava copiare da Veneto e Emilia ,ma questi pensavano di essere dei maghi, risponderanno alla loro coscienze.

    • Ah beh allora se ci sono gli articoli mi taccio…ma per favore va.
      Ne parliamo ad emergenza finita,poi vedremo come sono andate davvero le cose.
      Saluti

  3. I malati ti sono stati messi ovunque nelle rsa,non solo in lombardia, seguendo una direttiva del ministero che autorizzava questa scelta!
    Per la scelta di non fare la zona rossa ad Alzano e Nembro bisognerebbe chiedere a chi ha fatto dietrofront dopo le pressioni subite da parte di confindustria.
    I Sindaci dei suddetti paesi stanno attendendo ancora l’ok dal Prefetto che a sua volta sta attendendo disposizioni dal ministero!
    Per quanto riguarda l’ospedale bisogna ricordare che non sono stati spesi soldi pubblici e se al momento è semi vuoto vuol dire che fortunatamente il picco sta passando.
    Che non è un medico né un virologo e nemmeno uno scienziato,non ci vuole molto a capirlo,viste le inesattezze che ha scritto!

  4. Purtroppo un concentrato di tante verità e di paura per quello che c’è stato e per quello che sarà con tutte le incertezze . Da una parte non vediamo l’ora di uscire e cercare di riprendere la normalità anche se sappiamo che x il momento non sarà più come prima finché non sarà trovato un vaccino. E insieme il timore di uscire dalle nostre tane sicure..e anche purtroppo la quasi certezza che finito tutto la gente dimenticherà i buoni propositi pensati in questi giorni….

Rispondi a Sergio Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.