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Dal restauro del dipinto nella chiesa di S. Alessandro appare…

Se andate nella chiesetta di Sant’Alessandro a Monte Marenzo guardatelo bene, lo potrete vedere da oggi restaurato e vi colpirà. Restaurato giusto in tempo per l’ultima Messa che celebrerà oggi Don Giuseppe in questa chiesetta, come ha fatto per 12 anni.

Stiamo parlando dell’affresco sopra l’altare, un’opera del pittore Enrico Carlo Augusto Scuri (Bergamo, 26 aprile 1806 – Bergamo, 4 maggio 1884), che rappresenta “La Vergine in trono con vari santi”.

Oltre alla Vergine Maria con il bambin Gesù ci sono alcuni santi. Sono tutti uomini (come potete vedere dalla didascalia del dipinto che riproduciamo a fine articolo – foto di Adriano Barachetti, elaborazione grafica Angelo Gandolfi), ad eccezione di una donna. E’ una santa martire, la si riconosce dalla palma che contraddistingue le figure che hanno subito il martirio. Ma che Santa è? Santa Margherita così venerata a monte Marenzo? No, non c’è il drago accanto che la contraddistingue.

Don Giuseppe e Cinzia Mauri (che ha eseguito, insieme a Cristina Ravasio, i lavori di restauro su incarico della Parrocchia), non sono convinti. Non c’è nessun segno…

Invece… invece a guardare bene, sopra il legno della croce di S. Andrea, c’è un piccolo segno bianco, … un dente stretto in una tenaglia…

Allora è Santa Apollonia! Sì in effetti, dove prima il segno era confuso ed appena accennato, dopo il restauro si vede bene e c’è la conferma della supposizione.

Nella galleria fotografica a cura di Sergio Vaccaro e Adriano Barachetti (le sue sono le foto belle), potete vedere alcuni particolari, prima e dopo il restauro. Cinzia Mauri mi spiega che il lavoro è consistito nel consolidamento di alcune porzioni del dipinto e nella ripulitura e rimozione di una sorta di vernice-pellicola trasparente che era stata stesa sul dipinto per proteggerlo.

Nel dipinto appare l’effigie di Papa Alessandro I° (Papa dal 105 al 115, nobile romano, fu eletto successore in giovanissima età, quando non aveva ancora compiuto trent’anni), al quale la chiesa è dedicata e la cui ricorrenza è il 3 maggio.

A Monte Marenzo il 3 maggio un tempo si festeggiava il Ritrovamento della Croce e si faceva la processione alla località Ciò. Queste ed altre informazioni che seguono sono tratte dal Libro Monte Marenzo tra storia, ambiente, immagini e memoria (Ed. Comune di Monte Marenzo 2000 – AAVV a cura di Cristina Melazzi e Sergio Vaccaro per la Biblioteca Civica).

C’era anche una filastrocca dialettale che si recitava. Più di venti anni fa ne raccogliemmo alcune versioni poi riportate nel libro. Ne segnaliamo una: “Ol trì de masc / chì de San Pàol i va a Scarlàsc / I va a Scarlàsc cund ü bastù / i fa scapà tüt i bisù”. (Marina Cattaneo – Traduz.: (…) Vanno a Scarlàsc con un bastone/ fanno scappare tutti i biscioni.) Se la ricorda bene Ardelia Gandolfi che a 80 anni ce la recita al telefono (la ringraziamo).

E Santa Apollonia? Ad Alessandria nell’anno 248 scoppiò una persecuzione popolare contro i cristiani: in uno degli attacchi venne presa anche Apollonia, anziana vergine, impegnata nell’opera di diffusione del Vangelo nella sua città. Le strapparono i denti e accesero un fuoco minacciandola di gettarla tra le fiamme se non avesse rinnegato la fede cristiana, ma Apollonia preferì gettarsi da sola nel rogo e morire.

È stata tale la devozione per la santa martire Apollonia, protettrice dei denti e delle relative malattie, che dal Medioevo in poi si moltiplicarono i suoi denti-reliquie miracolosi, venerati dai fedeli e custoditi nelle chiese e oratori sacri dell’Occidente; al punto che papa Pio VI (1775-1799), che era molto rigido su queste forme di culto, fece raccogliere tutti quei denti che si veneravano in Italia, raccolti in un bauletto e pesanti circa tre kg e li fece buttare nel Tevere.

Nel martirologio si parla di una “anziana vergine”, qui nel dipinto di Enrico Scuri, Apollonia è giovane e bellissima. E’ a destra nel dipinto e colpisce il fatto che i suoi occhi guardino in qualunque luogo lo spettatore. Anche da questo possiamo capire la bravura dell’Artista che ha dipinto l’affresco del presbiterio due secoli fa. Noi osservatori diventiamo il quadro che il dipinto sta osservando. Santa Apollonia ci guarda…

 

 

 

Un pensiero su “Dal restauro del dipinto nella chiesa di S. Alessandro appare…”

  1. Quante preziose sorprese ci ha riservato la nostra umile chiesa di S. Alessandro. Grazie a tutti coloro che hanno lavorato per riportarla al suo antico splendore ed interpretare le simbologie di fede dei nostri Padri.

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