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In volo verso il Mali col nibbio Michele

Michelangelo Morganti, ornitologo ricercatore dell’Irsa-CNR e, cosa per noi significativa, nostro amico sin dalla nascita, è riuscito a monitorare, battito d’ala dopo battito d’ala, il volo del nibbio Michele per 5mila chilometri, da Annone Brianza sino al Mali. Al nibbio ancora pulcino è stato applicato un trasmettitore satellitare gsm che ha consentito, giunta la stagione di spiccare il volo per svernare, di seguirne sul pc la rotta, sorvolando la Francia, la Spagna, per raggiungere l’Africa attraverso lo stretto di Gibilterra e planare sul Mali.

In questo bell’articolo di Daniele De Salvo su Il Giorno del 23 marzo scorso i particolari di questa ricerca che, pur nel rigore scientifico della ricerca, ha il fascino di un’avventura.

Quasi 5mila chilometri in volo

a battito d’ali, da Annone Brianza fino al deserto del Mali nell’Africa subsahariana. Ad effettuare la traversata è stato Michele, un giovane esemplare di nibbio bruno, che dalle sponde del lago brianzolo ha valicato le Alpi per arrivare in Francia e poi i Pirenei per raggiungere la Spagna, proseguire quindi fino a Tarifa, superare lo stretto di Gibilterra, approdare in Marocco nel Continente nero, puntare in Mauritania e infine deviare verso la destinazione finale in Mali appunto.

A tracciare la rotta di Michele sono stati Michelangelo Morganti, ricercatore di 36 anni dell’IRSA, l’istituto di ricerca sulle acque del CNR, che collabora anche con i colleghi dell’Università degli studi di Pavia, ed Enrico Viganò ex agente della Polizia provinciale lecchese di 63 anni ora in pensione. Quando Michele era ancora un pulcino, sono riusciti ad individuarne il nido dove è nato sulle sponde del lago di Annone e a dotarlo di un innovativo trasmettitore satellitare prodotto dall’Italiana Technosmart che funziona tramite una scheda gsm per telefonini cellulari. «Annone è il posto migliore nella nostra provincia per simili attività, sebbene purtroppo non rientri tra le aree protette», raccontano i due.

Quando Michele a fine estate ha spiccato il volo per migrare e svernare verso sud hanno così potuto seguirlo a distanza sullo schermo del loro pc, misurando ogni dettaglio della trasvolata: percorso, numero di tappe, durata di ciascuna di esse, velocità di crociera, altitudine, orari degli spostamenti. «Ciò ci consente di individuare ad esempio i luoghi dove le diverse specie di uccelli si fermano durante la migrazione per chiedere che vengano tutelati e salvaguardati», racconta il ricercatore. Vale per i nibbi bruni, che si radunano a centinaia alle Colonne d’Ercole per compiere tutti insieme il salto delle 15 miglia di canale tra il Mediterraneo e l’Atlantico, e ancora di più per gli appartenenti alle specie meno diffuse, come gli aironi rossi. I due erano riusciti a dotare pure un airone rosso di trasmettitore satellitare, grazie anche ad un contributo concesso dai vertici di Silea di Valmadrera, la municipalizzata del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani, perché simili apparecchiature costano parecchio, fino a 2mila euro ciascuna.

«Purtroppo lo abbiamo ritrovato morto nella zona della Poncia – rivelano -. Non disponiamo della certezza assoluta perché non sono stati rinvenuti i pallini delle cartucce con cui è stato colpito, ma è molto probabile sia stato abbattuto e ucciso da qualche bracconiere, perché secondo il veterinario a cui ci siamo rivolti le lesioni riscontrare sono compatibili con colpi di arma da fuoco». Dopo essere partito dal Lecchese ai primi di agosto, il nibbio bruno Michele (battezzato così in onore del ricercatore Michele Panuccio, che è stato l’ideatore originario del progetto e mancato appena due giorni prima dell’applicazione del dispositivo al nibbio di Annone), si è fermato una quindicina di giorni più tardi tra la Mauritania e il Mali appunto, non lontano dagli altri aironi rossi studiati dai ricercatori dello stesso team, sebbene percorrendo rotte diverse, perché aironi rossi e nibbi si differenziano molto per la tecnica di volo.

Dove sia di preciso in questo momento non si sa: in Mali si sono perse le sue tracce, nel nulla delle dune e della sabbia non ci sono ripetitori di telefonini attraverso cui monitorarlo. Molti suoi simili invece sono già ritornati indietro per riprodursi sui laghi prealpini. «Non dovrebbe esserci comunque nulla di preoccupante – tranquillizza tuttavia Michelangelo Morganti -. Capita infatti che i nibbi bruni più giovani trascorrano il primo anno in Africa per tornare successivamente dove sono nati».

 

NIBBIO BRUNO

Scritto da Super User.  Postato in Animali dalla A alla ZNIBBIO BRUNO

Nome comune: NIBBIO BRUNO (Inglese: black kite)

Nome scientifico: Milvus migrans

Famiglia: Accipitridi (Accipitridae)

Ordine: Falconiformi (Falconiformes)

Classe: Uccelli (Aves)

CARATTERISTICHE:

Il piumaggio di questo rapace è realmente bruno scuro, così come indicato dal suo nome. Le penne della testa sono biancastre con fitte striature scure. Il becco è scuro, anche se le razze africane si distinguono per il becco completamente giallo.

Il maschio e la femmina sono simili, anche se la femmina risulta più grande.

Il nibbio bruno è lungo circa 60 cm con un’apertura alare di circa 120 cm.

VITA ED ABITUDINI:

Quando giunge la primavera il nibbio si esibisce in acrobatici voli nuziali, con volteggi e picchiate accompagnati da particolari emissioni vocali.

4 pensieri su “In volo verso il Mali col nibbio Michele”

  1. Grazie a tutti per le belle parole!
    Per rispondere a Giuseppe: le ultime localizzazioni del nibbio sono in una zona desertica dove è probabile che ci sia poca copertura della rete GSM, ma erano dati che indicavano chiaramente degli spostamenti in corso, quindi l’animale era ancora vivo. Non abbiamo modo di sapere cosa sia successo dopo quella data, ma possiamo ancora avere qualche speranza che presto o tardi il nostro Michele ricominci a trasmettere regolarmente la sua posizione. Un abbraccio a tutta la famiglia Panuccio.

  2. Ho letto con piacere le notizie sul volo del nibbio bruno (Michele) nella terra del Mali. Il mio pensiero è andato al viaggio che ho avuto la fortuna di intraprendere qualche decennio fa. Mi tornano alla memoria l’architettura delle costruzioni, la navigazione lungo il Niger, i volti di bambini, donne che ogni giorno pur nella loro estrema povertà ti sorridono e ti accolgono nelle abitazioni. Complimenti a Michelangelo per il suo lavoro.

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