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Manuale di sopravvivenza

Il nostro amico videomaker Carlo Limonta ci invia questo messaggio:

Dall’Archivio dei Diari di Pieve Santo Stefano vi segnalo la prima delle 30 ‘Ebiche’ di Vincenzo Rabito. Una storia incredibile, commovente, un’epopea grandiosa di un uomo che da analfabeta testimonia il suo tempo con parole bellissime.

Spettacolo già proposto in teatro da Stefano Panzeri, amico e mio attore nel trailer sul ‘Porta’.

Buona visione

https://www.youtube.com/watch?v=id_JeLSt3_k

Carlo Limonta

L’invito è quello di seguire anche le altre ‘Ebiche’, lette dall’attore Mario Perrotta.

Un bracciante siciliano si è chiuso a chiave nella sua stanza e ogni giorno, dal 1968 al 1975, senza dare spiegazioni a nessuno, ingaggiando una lotta contro il proprio semi-analfabetismo, ha digitato la sua autobiografia. Ha scritto, una dopo l’altra, 1027 pagine a interlinea zero, senza lasciare un centimetro di margine superiore né inferiore né laterale.

Rabito, nato nel 1899 a Chiaramonte Gulfi (Sicilia), scrisse le vicende della sua vita, dalla nascita fino al 1970, in 1027 pagine dattiloscritte su una vecchia Olivetti, tra il 1968 e il 1975 nel tentativo di raccontare tutta la sua “maletratata e molto travagliata e molto desprezata” vita.

Rabito morì nel 1981 e nel 1999 il figlio Giovanni propose e quindi consegnò il testo all’Archivio diaristico nazionale di Pieve Santo Stefano, che lo insignì del premio Pieve-Banca Toscana nel 2000.

Nel 2007 ne è stata possibile la pubblicazione a cura di Evelina Santangelo e Luca Ricci, per i tipi dell’Einaudi.

Qui l’inizio della prima pagina del dattiloscritto di Vincenzo Rabito, senza margini con tutte le parole divise da un punto e virgola.

 

 

Un pensiero su “Manuale di sopravvivenza”

  1. Straordinaria scoperta, Carlo; conosco persone inutilmente colte – nel senso di istruite – che farebbero una cattiva figura se pubblicassero un loro diario ed il confronto con il signor Vincenzo Rabito sarebbe imbarazzante. Non spendo altre parole ma ti ringrazio per questa serie di documenti che ci arriva dai Diari di Pieve Santo Stefano. Giorgio Toneatto.

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