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Un museo… sonoro?

Un museo… sonoro?

Pare proprio di sì! Parliamo del MEAB, il Museo Etnografico dell’Alta Brianza (in località Camporeso, nel Parco Barro – qui il sito web) dove proseguono nei week end (sabato e domenica, mattino e pomeriggio) le aperture a ingresso gratuito e dove è possibile visitare, ancora per pochi giorni, la bella mostra “Evviva la sposa!”, senz’altro da vedere…

Museo sonoro, il MEAB lo è fin dalla nascita, basato com’è sulle testimonianze orali, ma lo si è sperimentato, in particolare, lo scorso sabato, grazie ad un laboratorio ‘itinerante’ – tra le sale e gli esterni del museo – dedicato al canto di tradizione orale ed al patrimonio musicale popolare della Brianza e di altri territori.

Il breve clip che pubblichiamo, già apparso sull’account facebook del Meab, ci pare offrire un gradevole ‘assaggio’ di quel pomeriggio e ci auguriamo possa suscitare la voglia di avvicinarsi, con qualche consapevolezza in più, al mondo culturale di chi, forzatamente distante dalla cultura ufficiale, non rinunciava alla propria espressività. E se cantare non sempre serviva a “farsela passare”, si trattava comunque di un intrattenimento accessibile a tutti perché “non costava niente”!  

Ed oggi? Un recentissimo articolo apparso su Repubblica del 21 agosto, a firma di Stefano Massini, vuole richiamare una importante funzione, del tutto attuale, dell’espressività musicale di una parte della popolazione oggi per molti motivi ‘ai margini’. Vale la pena leggerlo, il titolo è: “Perché serve una canzone”

(Ringraziamo i nostri  due nostri associati UPper, Cristina Melazzi e Graziano Morganti – autore del video- per averci segnalato  questa iniziativa, alla cui realizzazione hanno partecipato).

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