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Guardando il cielo

Considerazioni di Andrea Mangione nella notte di San Lorenzo:

Erano anni che, per un motivo o per un altro, non guardavo il cielo alla ricerca delle stelle cadenti.
Quest’anno, al contrario, per me è stato possibile e ho riscoperto un universo meraviglioso.
Il frinire delle cicale, il suono di campane lontane o di campanelli delle pecore, il ronzio delle zanzare…
Sono tutti suoni che messi assieme formano un concerto unico e irripetibile, in grado di donarti un senso di pace e serenità interiore (e non solo) che raramente si possono ottenere nel frastuono della vita moderna.
Al contempo l’osservazione del cielo, delle infinite stelle e delle (per ora poche) stelle cadenti fanno sì che ci si senta piccoli di fronte a ciò che si può vedere, ancor più piccoli di un granello di sabbia sulle rive del mare ma, al contempo, fondamentali per la perfezione della spiaggia stessa.
 
Forse dovremmo prendere più spesso momenti del genere, per noi stessi, sapendoci distaccare e allo stesso tempo riempire da ciò che ci sta intorno.
 

Dalla mia finestra

2 pensieri su “Guardando il cielo”

  1. questa pandemia un regalo notturno me l’ha portato: la sera prima di coricarmi scruto il cielo e sono felice di non dovermi più chiedere se quella bellissima luce lassù è una stella o un aereo di passaggio, che dopo alcuni istanti vanisce. Apprezzo il vuoto lasciato dai motori spenti e saluto la luna che corre veloce come una cara amica, anche se di me a lei poco importa!

  2. Caro Andrea, niente da fare. Da anni mi faccio venire il dolore cervicale a scrutare la volta celeste nella note di San Lorenzo e dintorni, senza vedere una sola stella cadente. Il tuo bel post mi conforta che non sono state ore sprecate, anzi.

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