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Il “Doppio Sogno” di Aurora al Piccolo Teatro di Milano

Aurora è la nostra Aurora Spreafico. “Nostra” perché è di Monte Marenzo e l’abbiamo vista crescere ed affermarsi come attrice. Con noi di UPper ha collaborato alla splendida avventura del teatro civile di “Io sono la mia opera” e l’abbiamo coinvolta in un altri progetti come quello del teatro-canzone in tempo di Avvento.

Qualche settimana fa l’ho incontrata per farmi autografare il suo primo libro di poesie “Cavallucci”, ed è stata l’occasione per parlare della sua esperienza teatrale presso la Scuola “Luca Ronconi” del Piccolo Teatro di Milano diretta da Carmelo Rifici. 

Quattro anni intensi, perché i tre inizialmente previsti hanno dovuto subire un allungamento per la situazione sanitaria Covid. Eppure Aurora mi dice che quest’ultimo non è stato un anno perso, anzi, ha avuto modo di incontrare registi ed attori straordinari e fare esperienze teatrali bellissime, ancor più rispetto ai tre anni precedenti.

Quando parla di teatro le brillano gli occhi. Il suo è stato un “sogno” coltivato fin da piccola e abbiamo tutti gioito alla notizia quando riuscì a superare le “rigidissime” selezioni per entrare a far parte dell’Accademia del Piccolo Teatro di Milano. “Rigidissime” perché era fra le 12 donne e i 14 uomini ad aver superato le tre selezioni di ben 1070 candidati per la scuola del primo Teatro stabile italiano.

Aurora è stata sostenuta da mamma Lorenza e papà Tino che sono orgogliosi del suo percorso fatto fin qui. Ora la sua esperienza alla Scuola “Luca Ronconi” è terminata. Aurora e i suoi compagni di corso hanno conseguito il diploma e, come saggio finale, sono andati in scena nei giorni scorsi a Milano con una rivisitazione di “Doppio Sogno” di Schnitzler, con la regia di Carmelo Rifici, che ha affidato alla cura drammaturgica di Riccardo Favaro.

Come è andata? Io ed Angelo siamo stati invitati ad assistere alla rappresentazione. Purtroppo entrambi abbiamo dovuto rinunciare. Valentina Chioda ha avuto la fortuna di esserci. Ecco il suo racconto (un grazie grande anche a lei!). Le foto sono quelle a fine spettacolo con Aurora che abbraccia i compagni di viaggio ed al centro della scena con Carmelo Rifici e Riccardo Favaro.

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Messaggio da Sergio “… non sono riuscito a vedere Aurora. Quindi compito per la fortunata che l’ha vista, recensione in forma di articolo per UPper.”

Cosa rispondere?

Vorrei dire tante cose, di certo non sono un’esperta di teatro.

Allora che dire?

Messaggio di risposta a Sergio “… Volentieri…”

Semplicemente dirò della mia esperienza vissuta ieri a Milano, al Teatro Studio Melato, dirò dell’incontro con gli attori del corso “Giorgio Strehler” mentre assistevo al loro saggio finale, dirò dell’incontro con Aurora Spreafico, magnifica interprete, insieme ai suoi compagni d’Accademia, della novella Doppio sogno, dirò dell’incontro con Arthur Schnitzler nella fantastica trasposizione scenica di Riccardo Favaro.

Aurora e gli altri sono stati diretti da un sensibilissimo e profondo Carmelo Rifici, Direttore della Scuola di Teatro Luca Ronconi, fondata da Giorgio Strehler presso il Piccolo Teatro, in un’atmosfera surreale dove sogno e realtà, notte e giorno, eros e morte, svelamento e apparenze, conscio e inconscio, interiorità ed esteriorità si incontrano e si mescolano, sono dannatamente veri, autentici, rispecchianti. Con me, ogni spettatore ha avuto la possibilità di identificarsi nei protagonisti Albertine e Fridolin, una coppia che dopo alcuni anni di matrimonio vivono esperienze trasformative attraverso i sogni notturni di lei e i vagabondaggi notturni di lui. Entrambi alla ricerca di un incontro con i propri desideri e con le proprie pulsioni profonde, anche quelli più brutali e occulti. E’ un mondo che, con modalità diverse o simili a quelli dei personaggi entrati in scena, può essere vissuto da ciascuno di noi a qualsiasi età della vita individuale e in qualunque momento storico sociale a livello collettivo. La novella è una metafora travolgente e coinvolgente.

Complici durante lo spettacolo: la disposizione scenica in un palco-teatro che sollecita gli spettatori a sentirsi sul palco e contemporaneamente gli attori in mezzo a noi in platea, la scelta e l’utilizzo creativo degli elementi di scena, i movimenti corali o a isole o individuali, contemporanei o in sequenze a volte spiazzanti, gli scambi di ruolo in un gioco di specchi sottile e ambivalente, la dialettica fra i dialoghi interiori “non detti” e quelli dichiarati, tutto in un’atmosfera di gesti, parole, luci e musiche coerenti e amplificanti sensazioni, emozioni, pensieri. Il materiale offerto da Schnitzler è prezioso, ricco di quelle suggestioni viennesi di inizio ‘900 vissute insieme agli artisti della Secessione, insieme a Freud e al mondo simbolico e onirico della psicanalisi. Sul palco (o nella vita?) tutto è doppio, ambivalente, polare, imprevedibile, disomogeneizzante. Rischio della rinuncia all’ascolto delle manifestazioni del proprio essere sono l’abitudine e la noia, o il pensiero unidirezionale con il capro espiatorio. Non dimentichiamo che la seconda guerra mondiale è alle porte. Quindi quasi un monito del regista, perché il mondo in crisi di allora non si ripeta oggi, la scelta della novella per imparare a convivere con le nostre pulsioni vitali, il nostro eros, ma anche le nostre paure, le nostre violenze, le nostre brutture. Imparare a riconoscere la maschera che utilizziamo per nasconderle.

E’ stato davvero un incontro multidimensionale, coinvolgente, emozionante. Grazie Aurora per questo invito a partecipare al saggio che conclude la frequenza in Accademia.

Mentre scrivo stai recitando l’ultima replica, in ruoli diversi da ieri, ma certamente altrettanto coinvolta, investita e comunicativa. Infatti dopo le prove aperte di lunedi e martedi 19 e 20 luglio, avete recitato “Doppio sogno” mercoledì e giovedì 21 e 22, ieri sera venerdì 23 e stasera sabato 24.

Che dire?

Complimenti per il tuo percorso di crescita personale e professionale. Come non ricordarti da bambina nelle feste di fine scuola? O un po’ più grande negli spettacoli all’Albero Blu dove ti apprezzava e incoraggiava Monica Costa o con Sergio Vaccaro ed Elisa Baracchetti ?

Tanti auguri per tuo futuro! Che sia ricco di polarità da esplorare, confrontare e riconciliare in un divenire colmo di esperienze che dalla Scuola si riverseranno nel mondo del lavoro. Un lavoro importante per far conoscere a noi persone comuni, attraverso la vostra sensibilità di artisti e di attori che comunicano con il corpo tutto e le parole, chi siamo, disvelandoci ogni volta poco a poco la nostra anima in un gioco di immedesimazioni, proiezioni, riflessioni, trasformazioni. Teatro come formazione verso plurime identità e culture di vita. Attori come profeti e terapeuti, giullari e maestri.

Siamo tutti con te! Un abbraccio grande.

Valentina Chioda

Un pensiero su “Il “Doppio Sogno” di Aurora al Piccolo Teatro di Milano”

  1. Fa davvero piacere, in giorni di Olimpiadi vittoriose al femminile per le ‘nostre’ atlete, incrociare il sorriso raggiante di Aurora, alla sua grande ‘prima’!
    C’è qualcosa che accomuna queste giovani donne, se posso dire, che hanno messo in gioco impegno, passione e talento, contando soprattutto su sé stesse – oltre che su chi sta loro vicino – e meritano la nostra ammirazione e i nostri applausi.
    La loro tenacia è anche un invito che fa bene a tutti noi.
    Viva le ragazze!
    Complimenti Aurora, buon cammino alla ‘nostra’ stella…!

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