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“Riappropriarsi del ritmo lento del cammino”. I ragazzi del Liceo Manzoni a Santa Margherita e a San Michele

Come chiudere un secondo anno difficile tra chiusure DaD e quant’altro? Riappropriandosi insieme del ritmo lento del cammino.

La classe 3AC del liceo Manzoni di Lecco ha incontrato il linguaggio artistico del medioevo partendo dal l’oratorio di Santa Margherita a Monte Marenzo e raggiungendo a piedi l’oratorio di Santo Stefano a Torre de’Busi. Uno paesaggio antropico che permette di fare esperienza della storia.

Grazie ai volontari che custodiscono questi beni e ci hanno permesso di scoprire tali tesori.

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Questo il messaggio arrivato oggi dalla Prof.ssa Laura Polo D’Ambrosio che nei giorni scorsi ha contattato don Angelo per poter visitare la chiesina di Santa Margherita. 

Don Angelo ha attivato gli Alpini per l’apertura della chiesa e che nei giorni scorsi hanno provveduto alla pulizia della zona circostante.

Non c’è stato bisogno dei volontari per la visita guidata. La Professoressa Laura Polo D’Ambrosio, docente di arte del Liceo Manzoni di Lecco, conosce bene la chiesina e i suoi affreschi. E’ Autrice di un prezioso studio proprio su Santa Margherita dal titolo “Un ancora nascosto percorso della pittura bergamasca di primo Quattrocento in Valle S. Martino”, pubblicato in Arte Cristiana, fascicolo 775, pp. 253-262, Milano, luglio-agosto 1996. Studio che (insieme ad altri), è servito  ai curatori del libro “Monte Marenzo tra storia ambiente, immagini e memoria”  ed. Comune di Monte Marenzo 2000, per definire il capitolo dedicato alla chiesetta di Santa Margherita ed i suoi affreschi.

Viste le restrizioni in vigore anti Covid, la Prof.ssa ha fatto una spiegazione generale all’esterno e poi i ragazzi sono entrati pochi alla volta ad ammirare gli affreschi.

Che esperienza è stata per le ragazze ed i ragazzi? Ecco la loro risposta (e ci mandano una foto tutti insieme in posa davanti alla chiesetta).

Un tesoro nascosto che permette di collegare sia l’arte sia la natura.
Inimmaginabile che un posto ora così isolato possa in origine essere stato oggetto di così tanta cura.
Vedere dal vero le opere d’arte permette di scoprire particolari sorprendenti: la resa volumetrica delle figure, la successione delle fasi decorative, i particolari iconografici quali la Trinità o dei dettagli ravvicinati come la Majestas Domini.

Insomma anche loro si sono sorpresi di scoprire il nostro “Gioiello tra i boschi”.

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