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Una bacca vermiglia

Cristina, Graziano e due bambini, hanno colto l’invito di Angelo a scrivere cosa ci attendiamo dal nuovo anno. Ecco cosa ci inviano.

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Mai come adesso, in questo nuovo passaggio di anno, sembra sia il momento giusto per rovesciare la prospettiva: forse, stavolta davvero, vale la pena chiederci cosa l’anno che viene si aspetti da noi, temporanei abitatori del pianeta.

L’avvertimento, forte e chiaro, invisibile e doloroso, è arrivato, a tutte le latitudini, uguale e insieme, una volta di più, così diseguale, per tutti noi. Non si può – ha detto una voce autorevole – pensare o far finta di essere sani in un mondo che sta male, che stiamo trattando troppo male.

Ecco: un’immagine. Una bacca vermiglia, un ricamo trasparente di ghiaccio, gli aghi perfetti di un sempreverde. Una piccola composizione, improvvisata qui fuori, uno dei giorni scorsi, con i bambini, meravigliati di quel che la neve e il gelo ci offrono, solo a guardarsi un attimo intorno.

È il nostro minimo omaggio che offriamo al Nuovo Anno, perché abbia fiducia, nonostante tutto, nella nostra amicizia di esseri umani, amicizia verso noi stessi, quanti e quanto diversi siamo, e verso i piccoli e grandi tesori terrestri che siamo chiamati a custodire nel nostro passaggio.

Benvenuto Anno Nuovo!

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