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Noi in Europa

L’Europa, l’Europa unita e federata.

Non la vuole la Russia e non la vuole l’America. È la più grande economia del mondo. Per la Cina è il primo cliente.

Unita ha affrontato il Covid19 e può affrontare la transizione ecologica con prospettive a medio e lungo termine in maniera efficiente ed è la sola ad aversi data seriamente delle tappe per l’abbandono del fossile. Mentre Mosca non ne vuole sapere perché le sue uniche entrate serie dipendono, appunto, dai combustibili fossili. Washington arranca spaventosamente per la stessa ragione. La Cina e l’India ancora balbettano su questo tema.

Piace a tutti e tre l’idea che i Paesi d’Europa restino divisi e che l’euro scompaia perché troppo difficile affrontarli se uniti.

Per raggiungere questo obiettivo stanno, ognuno dal suo punto di vista, pasticciando la questione energetica e la questione geopolitica. Gas russo – ti minaccio di chiudere i rubinetti, ma ho bisogno disperato dei tuoi soldi – divisione dell’Ucraina così ti tengo impegnata sulla questione profughi. L’America propone il suo gas estratto dagli scisti bituminosi che crea danni gravi nel sottosuolo e continua l’uso dei combustibili fossili, ma che crea enormi profitti visti i prezzi attuali. Prezzi che sarebbero ormai inaffrontabili se non sorretti da urgenze di forniture energetiche a sua volta create da situazioni di guerra.

Che fare quindi dal punto di vista di Russia e America?

Primo lavorare per tenere il più a lungo possibile divisi gli europei. Quindi aiutare all’interno dei vari Paesi chi si schiera contro l’Europa unita e gestirli come burattini cercando di mandarli al governo.

Ora l’Italia è al centro di queste manovre.

Insomma, qualcuno ha rovesciato il secchio della spazzatura. La spazzatura della Storia.

Ce n’è per tutti. Ce n’è di ogni cosa.

Scarafaggi girano entusiasti.

Graziano Morganti

Luglio 2022

Un pensiero su “Noi in Europa”

  1. Ho tagliato l’argomento con l’accetta. Lo so. Ma è la prima reazione a quel che è successo in Italia. Ma lo sguardo al panorama internazionale mi suggerisce, forse un po’ semplicisticamente, quello che ho scritto la mattina del 21 luglio.

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