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“Un viaggio in joëlette” di Sergio Vaccaro

“Esplorare e uscire dall’abitudine per cambiare prospettiva sul mondo, per “vedere e sentire” la vita, per alcuni è come respirare. Questa antologia, che Historica edizioni ha voluto dedicare ai viaggiatori e agli avventurosi, alle esperienze mai dimenticate e che meritano di essere raccontate, è un vero contenitore di emozioni: mete lontane e vicine, viaggi che cambiano la vita, avventure vissute negli angoli più remoti del mondo o dietro casa, immaginarie o reali. C’è, insomma, in queste pagine, un pezzo di mondo. Un viaggio solo andata in compagnia degli autori.”

Historica edizioni presenta così “Racconti di viaggio e d’avventura. Vol. 3” uscito in questi giorni e che verrà ufficialmente presentato dal 7 all’11 dicembre a “Più libri più liberi”, la fiera dell’editoria di Roma a La Nuvola all’Eur.

Perché ne scriviamo sul nostro sito? Il volume contiene un racconto di Sergio Vaccaro dal titolo “Un viaggio in joëlette”. 

Sergio riesce a condensare in 12000 battute (spazi inclusi) un viaggio dove il sottoscritto, per disabilità seduto su un trabiccolo a ruote adatto a percorsi montani trainato a braccia (la joëlette appunto), rivisita in Monte Marenzo i luoghi della propria infanzia, quando il mio peso era un bagaglio leggero per le spalle di mia sorella Ardelia.
Se fate quattro chiacchiere con Sergio, potete aspettarvi che si trasformi in racconto, se la storia accende la fantasia del nostro autore. Allora tutto si impasta magistralmente in un fluire di descrizioni e ricordi, e l’ultima cosa che ti viene da chiederti dov’è, o se c’è, una zona grigia tra cronaca e invenzione letteraria.
Comodamente seduto sulla joëlette trainata da Alberto, Moreno, Marco, cari amici della associazione Lo Specchio, e Gerolamo a cui sono legato da affetti di una vita, godo intensamente di questo viaggio a ritroso nel tempo in un ambiente rimasto incontaminato.
E’ possibile in uno spazio di non più di un chilometro squadernare le emozioni e lo stupore provati in quello spazio esistenziale, l’infanzia, dove tutto rimane nitido nel tempo e alla portata della nostra memoria? Sergio riesce a farlo. Sembra che si sia appropriato dei miei occhi, anzi di tutti i miei sensi, per rendere vivi e palpabili sentieri, campi, boschi, profumi,
colori.
E quando la porta della chiesetta di Santa Margherita si apre, la luce pennella sui muri gli affreschi di questo sconosciuto autore, che con la sua straordinaria arte ha acquistato l’immortalità. Se quando li vidi la prima volta avessi il vissuto che mi porto dietro ora, non avrei dubbi ad esclamare: questa è la nostra Cappella Sistina!
Sergio non ama che io sveli troppo dei suoi racconti, ché vuole lasciare al lettore il gusto di scoprirli leggendo il libro. Quindi mi fermo qui.

Angelo Gandolfi

 

2 pensieri su ““Un viaggio in joëlette” di Sergio Vaccaro”

  1. Non vedo l’ora di leggere il racconto!
    In una canzone Ivano Fossati canta: “Sono un visionario vedo quello che non c’è, sogno una macchina che… riavvolge il tempo!”
    E che bello avere la memoria e chi come Sergio sa mettere per iscritto ricordi e fantasia insieme.
    Pur essendo ormai FERMO nelle Marche… è sempre vicino al cuore degli amici de LO SPECCHIO.

  2. Conosco bene la Joelette, dalla sua nascita, so le sue potenzialità per le persone disabili, il mio amico Marco che ha due figli Distrofici, ne ha costruito Tre, e insieme a una squadra di amici, portava i suoi figli, sulle montagne, , certo servono gli amici, , l’amicizia è la più grande medicina che esista, grazie Sergio,e Angelo, questa è un bel modo di fare conoscere, un strumento che può superare le barriere,anzi le montagne

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