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“In nome del pane” un video di Patrizia Consonni per la Giornata della Memoria

Patrizia è andata per la prima volta a Mauthausen quando aveva 5 anni. Non ha mai conosciuto suo nonno Ernesto Cattaneo

Il 27 gennaio è il Giorno della Memoria il giorno della liberazione del campo di Auschwitz. Ma per Patrizia la memoria risale al giorno prima. Suo nonno Ernesto morì a Mauthausen il 26 gennaio 1945.

Nei giorni scorsi abbiamo segnalato che Ernesto Cattaneo compare in un libro di Franco Meroni, “Il convoglio. Storie di italiani deportati a Mauthausen”. L’Autore ci ha scritto una mail accennando che ha inserito nel libro un riferimento ad un nostro articolo pubblicato il 30.04.2014, ed abbiamo appreso che Ernesto Cattaneo era sul convoglio diretto da Bolzano a Mauthausen il 5 agosto 1944 (‘Trasporto 73’ nella classificazione di Italo Tibaldi).

Il filo della memoria ci ha portato allora a contattare l’amica Patrizia Consonni, nipote di Ernesto Cattaneo e le abbiamo chiesto se poteva raccontarci la storia di suo nonno.

Da qualche anno la nostra Associazione pubblica un documento o un contributo filmato in occasione della Giornata della Memoria. Oggi lo facciamo pubblicando questo bellissimo video realizzato da Patrizia Consonni in collaborazione coi suoi nipoti Luca e Giuseppe Miotto (li ringraziamo tutti).

“In nome del pane” evoca la memoria di Ernesto che dona pane e farina ai partigiani e paga con la sua vita questo semplice gesto, il “dare da mangiare agli affamati”.

Clicca sull’immagine per avviare il video “In nome del pane”

 

3 pensieri su ““In nome del pane” un video di Patrizia Consonni per la Giornata della Memoria”

  1. Cara Patrizia, il Giorno della Memoria non può essere salutato come un qualsiasi Buon Natale o Buon Anno, però è buono il motivo per condividere le storie e gli accadimenti di quel tempo che, spero, non perda mai voce, nemmeno quando l’ultimo sopravvissuto non sarà più.
    Allora saranno fondamentali i testimoni, come tu cara Patrizia, che di nonno Ernesto hai respirato gli atomi spersi nel vento e il tuo dna ne ha assorbito lo spirito trasceso il forno, il filo spinato, per incarnarsi nella memoria del mondo.
    Ben venga la pietra di inciampo che collocherete su quella che fu la soglia di casa di Ernesto Cattaneo, affinché i negazionisti, gli indifferenti, i superficiali, mettano il piede in fallo e vadano a sbattere col naso su quello che è stato. E se l’orrore dovesse riaccadere – voglia Iddio che non avvenga più, ma chi può giurare su questo? – nessuno, ma proprio nessuno, potrà dire “io non sapevo, non immaginavo che potessero succedere queste cose”.
    Con affetto, Angelo Gandolfi

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