Sul bordo della piscina
Ho l’impressione di vivere un tempo sospeso, un’attesa in qualcosa che deve succedere senza sapere cosa.
Sono tra i tavolini al bordo della piscina in un hotel di Cesenatico.
Le persone parlano del nulla, il mondo scivola verso il disastro e non c’è apparente percezione. Il mondo-nave sta affondando e ci chiediamo cosa ci sta preparando il cuoco per pranzo. Non è mia, l’ho presa in prestito da una famosa frase di Kirkegaard.
I bimbi sono gli unici che hanno il diritto di saltare in acqua e nuotare spensierati.
Non sanno, non percepiscono, mentre per i loro genitori e nonni tutto ciò è imperdonabile.
Temo i silenzi che nascondono una catarsi distopica. Quella che aspira a cancellare la democrazia perché faticosa, le rinunce della green economy, i confini aperti, che crede sia preferibile il ritorno ad un ordine con poche libertà.
Le manifestazioni e i gesti per fermare il ritorno al peggio danno alcune speranze, tuttavia non saranno decisivi se non poggiano su di un progetto che le sostanzi, per un progresso e un benessere ecumenico, planetario.
Le guerre e le ingiustizie arrugginiscono il nostro quotidiano e noi ci limitiamo a scansarci un poco più in là. I tamburi delle armate in marcia sono solo rumori fastidiosi, bastano solo due buoni auricolari che sparano nelle orecchie un pezzo dei Coldplay per tacitarli.
Guardo i piccoli che sguazzano indiavolati sollevando spruzzi e morale.
Credo fermamente in loro.
Ci sono poi momenti in cui la nostra fiducia nella consistenza del reale, del tempo abituale, sul quale i dubbi del resto già sono tanti, viene messa a dura prova..
Si sfilaccia tra le dita il tempo dell’azione. Inutile la pratica quotidiana del vivere. Un acre fumo nero sporca i cieli azzurri.
Angelo, che ascolta “un pezzo dei Coldplay” mi manca, si effettivamente al tuo rientro arrivo e voglio sapere dalla Carla che pezzo hai ascoltato (o perlomeno sentito) 😉 buone vacanze a te Roby Carla e tutti quelli…… che riescono a non scansarsi……..