“come rugiada”: bilancio e futuro. Una riflessione di Alberto Nava
Dopo la giornata memorabile della prima visione pubblica del nostro docufilm come rugiada di sabato 18 gennaio al Cinema Auditorium di Calolzio, non possiamo restare a crogiolarci nel compiacimento, fermarci e guardare indietro.
Il regista Carlo Limonta con la sua professionalità e sensibilità ci ha regalato un docufilm di grande qualità, l’associazione “Lo Specchio” con il sodalizio decennale degli amici di UPper-un paese per star bene hanno creduto fortemente in questo progetto (con il sostegno economico e non solo del sen. Tino Magni e in piccola parte ma preziosa di AUSER Monte Marenzo), e gli esordi di questa avventura sembrano molto promettenti.
Ora però ci aspetta un cammino altrettanto impegnativo: proporre questo docufilm e il suo messaggio in tutti gli ambiti della nostra realtà sociale e civile, nelle scuole, alle associazioni, alle amministrazioni comunali, alle parrocchie, alle comunità.
Del resto ciò che ha sempre contraddistinto la nostra associazione, oltre all’attività pratica di condividere il tempo libero con le persone con disabilità, è l’impegno per l’abbattimento delle barriere culturali che sono le vere barriere da scardinare. Non a caso, per esempio, succede ancora oggi che i piani di abbattimento delle barriere architettoniche rimangono “nel cassetto” non per mancanza di fondi, ma perché si prediligono altre priorità.
È nostro compito combattere l’indifferenza e il disimpegno, far conoscere la fragilità in tutti i suoi aspetti, quelli noti e quelli meno noti.
Dopo la visione del docufilm c’è chi ci ha sinceramente confidato che gli abbiamo aperto una visione nuova sulle persone con disabilità, in particolare con disabilità gravi e gravissime, e di tutte le loro fatiche (“imprigionate nel loro corpo”, come dice Carlo nella narrazione del film).
Hanno compreso che nel mondo attuale tutto è teso all’utile, nel senso esasperato e consumistico del termine e non si è soddisfatti se al termine della nostra giornata non si è fatto qualcosa di “produttivo”. Ma è una realtà monca, asfissiante e tutto sommato destinata a lasciarci sempre insoddisfatti. Esiste anche una realtà diversa, in cui il valore del tempo non dipende da quello che abbiamo prodotto, ma da quello che abbiamo saputo dare a chi ci sta vicino, anche con molta semplicità, facendo un po’ di compagnia, bevendo insieme un caffè al bar, facendo una passeggiata, cantando o ascoltando una canzone insieme.
A volte un sorriso vale di più di tante altre cose e non richiede altra capacità che regalare un po’ del nostro tempo, un po’ di generosità e umanità.
Le famiglie non possono e non devono essere lasciate sole ad affrontare tutti i problemi legati alla disabilità, in particolare il tema del “dopo di noi” è una priorità da affrontare, grazie anche all’allungamento dell’aspettativa di vita.
Va fatto conoscere l’impegno degli educatori per il loro lavoro, che da sempre non viene riconosciuto adeguatamente, anche economicamente… che amarezza vedere bravi educatori che per far quadrare il bilancio familiare sono costretti ad abbandonare il lavoro che amano e che svolgono con grande professionalità, per andare a fare altro, remunerato più adeguatamente.
Purtroppo la realtà di tutti i giorni è questa: il business sta sempre prima della cura, l’aumento delle spese militari prima della sanità…
Dopo “l’onore” di aver riempito una sala cinematografica trattando il tema della “fragilità” e di aver mandato un messaggio a senatori e ad un ministro, ritorniamo alla realtà quotidiana e guardiamo al presente e con le nostre piccole forze e continuiamo a realizzare quella città ideale che ci ha spinto tanti anni fa ad unirci in associazione.
E c’è posto anche per te…
Alberto Nava – Presidente de “Lo Specchio”
Caro Alberto, noi siamo uno scandalo, un gruppo di persone un po’ commiserate, perché abbiamo scelto di stare con i perdenti. I perdenti, comprese le persone con disabilità, sono quelli che solo con la loro presenza sono un intralcio ad una società guidata da energumeni privi di umanità. Come se non bastasse il caso e l’imperizia del vivere, abbiamo pensato quante disabilità vengono provocate con ferocia e di proposito nelle guerre in corso? Quanti bambini, mentre scriviamo, stanno perdendo gambe e braccia, occhi e cognizione di sé? Quindi, non dobbiamo mai mollare la presa, perché se possiamo fare anche una cosa piccolissima, questo è il segno che possa germinare un uomo nuovo. Grazie di tutto Alberto.
Grazie,Alberto per le parole profonde e l’impegno che metti nella nostra associazione. Ora bisogna che anche chi ci amministra faccia la sua parte.
Alberto, hai usato parole forti, di profonda umanità. Mi piace il tuo modo di coinvolgere e stimolare e poi hai toccato tutti i temi nei loro molti aspetti, un manifesto politico. Desiderio e azione. Da seguire.