“Molta era la diceria d’ogni persona sopra la guerra”
“Molta era la diceria d’ogni persona sopra la guerra e, chi più e chi meno, ne facevano la durata di tre mesi, che allora anche questi mi parevano lunghi.
Verso poi le dieci salutai pure il padre e la madre, fratelli e sorelle, zii e parenti e fra un saluto e l’altro presi a camminare verso ove ero chiamato. (….)
Mi inviarono a Varese, per colà levarmi gli abiti di cittadino mettendomi quelli di burattino.”
Stiamo leggendo agli alunni della classe quinta di Monte Marenzo una pagina del “Diario della vita in guerra” 1915/’16, di Arturo Sala.
Ci fermiamo, chiediamo: “Perché Arturo scrive questa parola: burattino?”. Un ragazzo risponde pronto: “Perché i burattini sono manovrati”. Già, gli alunni hanno capito che, con quella divisa di soldato, Arturo non sarebbe più stato libero…
20 ottobre ‘25. Siamo in Biblioteca a Monte Marenzo. Le Insegnanti Elena Morandi e Nadia Ravasio ci hanno chiesto di raccontare ai loro alunni di quel Diario conservato in Comune. Fra pochi giorni, il 4 novembre, si ricorderà la fine della Prima Guerra mondiale iniziata 110 anni fa. Concordiamo che sarebbe importante riflettere insieme su come “la grande storia”, che si legge sui libri di scuola, si intrecci con “la piccola storia”, con la vita reale di ciascun protagonista di quei drammatici eventi.
Ci organizziamo. Occorre riprendere in mano i documenti, esaminarli, scegliere le pagine da leggere e le immagini da mostrare, chiedere la collaborazione degli uffici comunali (grazie Caterina!) per fotocopiarle, ingrandirle, plastificarle, per renderle accessibili agli alunni.
I ragazzi hanno, così, potuto ascoltare, e vedere da vicino, le pagine, vergate a mano in trincea da quel soldato di Olginate, custodite in una consunta busta militare.
Preziosa la collaborazione di Erica, la bibliotecaria, che (grazie al servizio interprestito provinciale!) ha fatto trovare sul tavolo un gran numero di libri per ragazzi sul tema della guerra, presentandoli a inizio incontro. Al termine della mattinata, dopo un’ora e mezza, i libri andranno a ruba: tutti i ragazzi hanno voluto prenderne uno in prestito.
Raccontiamo, in forma di avventura, come da una soffitta polverosa spuntò quella busta militare, di come arrivò a Monte Marenzo e del lungo lavoro di ricerca per identificare il misterioso Autore e decifrare e trascrivere le sue pagine…
All’incontro partecipa anche Luciana Pagnin, appassionata (e sempre disponibile) collezionista di oggetti d’epoca, che ha portato un altro tipo di documentazione, quella “materiale”: le calze di lana così preziose nel gelo della trincea, la gavetta e il piatto di alluminio di un soldato, il fornellino a gas per scaldare il rancio. “Ragazzi sapete cos’è il rancio?”. Prontissimo, un ragazzo risponde: “Il cibo militare”, e aggiunge: “…che fa schifo”… Tutti ci concediamo una risata alla sua battuta. Segnaliamo che questi oggetti saranno esposti in Biblioteca fino al 4 novembre.
Ma ai ragazzi abbiamo proposto anche altri manoscritti originali, che raccontano la vita vera delle persone in tempo di Guerra: si tratta della corrispondenza privata (conservata dai familiari a Monte Marenzo) tra il paese e il fronte dell’Ortigara, intercorsa in quegli anni tra Giuseppe Mangili e sua moglie Maria. Lei così gli scriveva, quasi ogni giorno, su cartoline con le tipiche illustrazioni di allora: “Mi augurerei una rondine per poter volare a tè portarti il mio bacio una parola di conforto. Me infelice a non poter volare ove la voce amata mi chiama. Che è la vita lungi da tè?”
Proprio nel corso delle ricerche per il nostro libro “Monte Marenzo tra storia, immagini e memoria”, (che c’è in tutte le case del nostro paese), Luciana Pagnin arrivò a scoprire la raccolta di cartoline della giovane coppia divisa dalla Guerra, poi conservata dalla figlia Vittoria, la nostra concittadina nata nel 1916, alla vigilia della partenza del padre per il Fronte. La raccolta sarà valorizzata negli anni seguenti con mostre e con la breve video intervista del 2008 a Vittoria (realizzata da Cristina e Roberto Milani) “Mi augurerei una Rondine. Cartoline d’amore in tempo di guerra”. Con la classe quinta, rivediamo due brevi stralci di quell’intervista: un commovente ricordo, con messaggi di vita e d’amore affidati a decine di cartoline. Alla fine con i ragazzi si applaude a quelle parole.
Il tempo è volato, fra poco suonerà la campanella, ma la maestra Nadia vuole aggiungere una cosa. Durante la nostra illustrazione abbiamo spiegato che, fino a oltre metà ‘900, in mancanza di un ufficio postale qui in paese, la posta arrivava e partiva da Caprino. Nadia ricorda ancora di quando era bambina ed a rivestire, a Monte Marenzo, l’importante ruolo di postino (niente mail, niente telefonini!!), fosse proprio suo nonno. A lui era affidato il servizio postale di raccolta, timbratura, trasporto e distribuzione delle lettere nelle diverse frazioni fino alla Levata, sempre in lunghi percorsi a piedi, a volte con l’aiuto dei familiari.
Con le Insegnanti rimaniamo d’accordo che i documenti che abbiamo mostrato resteranno a disposizione degli alunni e dei cittadini in Biblioteca fino al 4 novembre.
Un saluto alle ragazze ed ai ragazzi, grazie per la vostra attenzione!
Cristina Melazzi e Sergio Vaccaro
