… non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea
Proponiamo alcuni passi dalle Lettere dei condannati a morte della Resistenza italiana (ed. Einaudi). Sono gli ultimi pensieri per i propri affetti prima di essere fucilati dai nazifascisti. E’ principalmente al loro amore, alla loro dignità, che dobbiamo 80 anni di libertà, pace, democrazia.
Travestiti da agnelli i nuovi lupi si aggirano tra di noi con famelica ferocia, ma non riusciranno a divorare la memoria di questi Giganti.
Antonio Brancati, 23 anni, nato a Ispica (Ragusa) il 21 dicembre 1920, studente universitario. Maestro elementare e Partigiano Resistente. Fucilato a Magliano Lavacchio (Grosseto) il 22 marzo 1944.
Carissimi genitori, non so se mi sarà possibile potervi rivedere, per la qual cosa vi scrivo questa lettera. Sono stato condannato a morte per non essermi associato a coloro che vogliono distruggere completamente l’Italia. Vi giuro di non aver commessa nessuna colpa se non quella di aver voluto più bene di costoro all’Italia, nostra amabile e martoriata Patria. Voi potete dire questo sempre a voce alta dinanzi a tutti. Se muoio, muoio innocente.
Egeo Zavan (Blek), di anni 24, nato a Fiume in Croazia. Sergente maggiore del Genio minatori dell’esercito italiano, dopo l’8 settembre si dà alla macchia. Viene catturato e ucciso dalla Brigate Nere il 21 agosto 1944.
Carissimi Genitori, …Non rammaricatevi per la mia scomparsa: altri continueranno quello che io non ho potuto finire. Ma io muoio con la gioia nel cuore perché ho la certezza che il mio sacrificio non sarà vano…
Un bacio a te Mamma e a te mio caro padre ed ai fratelli tutti. Perdonate e comprendete.
Domenico Bertinatti (Nino), ragioniere di anni 25 nato a Ponte Canavese. Partigiano Resistente della 47.a Brigata, IV Divisione Garibaldi. Fucilato alle ore 14,20 del 24 novembre 1944 a Cuorgnè, nei pressi del Collegio dei Salesiano.
Miei amatissimi genitori, sorella cara, Tonino e la mia piccola Angelica, oggi verrò fucilato, non piangete per me. Vi attendo tutti in Cielo dove saremo sempre uniti. Muoio innocente, ma perdono a coloro che mi hanno fatto prendere, perdono con tutto il cuore, perdonateli anche voi…
Carletto Besana (Scoiattolo), di anni 24, operaio tessile nato a Barzanò (Como) il 31 luglio 1920. Svolge intensa attività di collegamento e rifornimento tra la Brianza e le formazioni della Valsassina. Mentre veglia in una grotta la salma del fratello ucciso dalle SS italiane,viene catturato, seviziato e fucilato al cimitero di Introbio alle ore 15 del 15 ottobre 1944, con altri cinque partigiani.
Cara mamma,
fatevi coraggio quando riceverete la notizia della nostra morte, ho ricevuto i Sacramenti e muoio in pace col Signore. Mamma non pensate al fratello Guerino, perché l’ho, assistito io alla sua morte…
Boris Bradac Bauer, anni 24, nato a Trieste il 10 aggio 1920, studente in medicina. Partigiano Resistente nella Divisione Garibaldi viene fucilato il 26 marzo 1945 a Rocca Canavese.
Ai miei compagni d‘arme,
Oggi si chiude la mia vita… una cosa sola mi rincresce, il dovervi lasciare quando già per Voi sta delineandosi la Vittoria, con quella Pace che donerà al mondo intero, se non altro quella tranquillità che tutti auspicano dopo tante lotte e sofferenze…
Paola Garelli (Mirka), pettinatrice di anni 28, nata a Mondovì il 14 maggio 1916. Entra a far parte della Brigata SAP Colombo e assolve compiti di collegamento e rifornimento materiali per le formazioni che operano nei dintorni. Fucilata dai fascisti il 1° novembre 1944 nel fossato della Fortezza ex Priamar di Savona con altri cinque Partigiani.
Mimma cara,
la tua mamma se ne va pensandoti e amandoti… Non devi piangere né vergognarti di me. Quando sarai grande capirai meglio. Ti chiedo una sola cosa: studia, io ti proteggerò dal cielo…
Guglielmo Jervis (Willy), anni 42, nato a Napoli il 31 dicembre 1901. Ingegnere presso la Olivetti di Ivrea, valente alpinista, guida in Svizzera attraverso i passi alpini prigionieri e alleati. Dopo 47 giorni di prigionia e sevizie viene fucilato nella notte tra il 5 e 6 agosto 1944 nella piazza di Villar Pellice. Il suo cadavere viene impiccato.
Non piangetemi, non chiamatemi povero. Muoio per aver servito un’idea.
(Parole scritte con la punta di uno spillo sulla copertina di una Bibbia ritrovata nei pressi del luogo ove fu fucilato).
NOTE
Il brano “Volver a Volver” di Gabo Ferro, artista argentino noto per la sua poesia lirica e la sua capacità di esplorare le profondità dell’animo umano, è una riflessione malinconica e al tempo stesso piena di speranza sul concetto di partenza e ritorno. E’ un inno alla resilienza dello spirito umano e alla costante ricerca di significato, anche in mezzo alla solitudine e al cambiamento.
Illustrazione tratta da “Bella ciao. Il canto della Resistenza. Ediz. a colori” di Lorena Canottiere, Einaudi Ragazzi 2020.
Il vostro sacrificio non sarà mai dimenticato!!!! Continueremo sempre a fare ” RESISTENZA ” per onorarVi e per proteggere la vera
LIBERTA’ .
Lettere commoventi, oggi più che mai dobbiamo fare resistenza perché c’è ancora tanto da proteggere e migliorare buon 25 Aprile