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Sì, bisogna andare a votare

Domenica 8 giugno e lunedì 9 giugno le cittadine e i cittadini e italiani sono chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari, i primi quattro sul lavoro e il quinto sulla cittadinanza. Domenica 8 giugno i seggi elettorali saranno aperti dalle ore 7 alle 23, mentre lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle 15.

Sul perché andare a votare al referendum, ricordiamo prima di tutto che si tratta di un diritto sancito dalla Costituzione e poi che la partecipazione alla vita democratica del Paese è anche un dovere, in difesa dei nostri valori e dei nostri principi, ma anche della libertà di tutte e tutti. I referendum popolari ci consentono di esprimere la nostra opinione su temi importanti, senza intermediazioni e senza delegare nessuno. Il risultato delle urne, se si raggiunge il quorum, è subito legge e la politica non può più discuterne.

Ci sono tre ulteriori considerazioni che depongono a favore della partecipazione alla consultazione.

La prima, e più importante, è quella di evitare di alimentare l’astensione che sta crescendo in maniera decisa in tutte le ultime tornate elettorali. Oggi esiste il rischio concreto che il non-voto si consolidi in un generale disimpegno dai tratti preoccupanti per la democrazia. E che venga ulteriormente svalutato uno strumento fondamentale di democrazia diretta qual è il referendum.

La seconda è che il mancato raggiungimento del quorum andrebbe a tutto danno dei lavoratori dipendenti. Aggravando ulteriormente il loro già scarso peso politico, la loro rilevanza.

Una considerazione simile vale per il quesito sulla cittadinanza, in cui tra l’altro ci si esprime o meno sul futuro di persone che non possono farlo perché non godono del diritto di voto.

Alzare le spalle e restare indifferenti, rendendo tutta la consultazione nulla, non conviene a nessuno. Teniamoci stretta la possibilità di contarci, il diritto di contare.

Un pensiero su “Sì, bisogna andare a votare”

  1. Io voto 5 SÌ per una sola ragione: amo le persone. Prima delle leggi, prima dell’economia, arriva la dimensione umana, che va tutelata e custodita. Alla persona lavoratoratrice, alla persona migrante, sono stati negati diritti che a loro spettano perché persone. Votare SÌ è restituire loro ciò che è stato tolto ingiustamente.

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