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Al Lavello le parole e i canti del grande inganno della guerra

DSCN4234e“Pace, pace, ma anche stavolta l’inganno!” Attoniti si rivivono le parole che per molto tempo sono rimaste solo delle eco lontane.

La sala è gremita, molte persone sono rimaste senza posto a sedere per assistere allo spettacolo.

Attraverso le parole scritte su antichi libricini dalle pagine consunte, riscopriamo una testimonianza toccante, commovente e a tratti persino irruente. Un diario di guerra visto con gli occhi di un semplice soldato, arrivato a noi per ricordarci di non lasciarci alle spalle la nostra storia.

“Ragazzine vi prego ascoltare…”. Sono le parole di una canzone popolare che si cantava nel periodo della Grande Guerra, cento anni fa.

E’ l’ultima canzone proposta dal Coro Chichecanta di Monte Marenzo e le parole di questa canzone sono state scelte come titolo dello spettacolo andato in scena oggi pomeriggio nella Sala Conferenze del Monastero del Lavello a Calolziocorte, a conclusione della Mostra “Tracce per pensare” sulla Grande Guerra, organizzata dal Sistema Museale della Provincia di Lecco.

A proporre “Parole e canti della gente comune in tempo di guerra” è l’Associazione UPper di Monte Marenzo.

E’ stata Cristina Melazzi a volere fortemente portare alla luce il “Diario della vita in guerra”, scritto dal soldato Arturo Sala, nato ad Olginate, che ha combattuto sul fronte del Cadore tra il 1915 e il 1916 e, con la collaborazione di Sergio Vaccaro, ha estrapolato alcuni brani del diario, adattandoli alla messa in scena.

Doveroso è il ringraziamento a tutti gli eredi di Arturo Sala che ci hanno concesso la possibilità di rendere pubbliche le sue memorie, così come va ringraziata la Biblioteca ed il Comune di Monte Marenzo dove il diario è conservato.

Rigoroso e profondo è stato il lavoro di ricerca e, pagina dopo pagina, abbiamo seguito il viaggio di Arturo Sala. Il diario comprende un vero e proprio excursus sulla situazione della Grande Guerra, vista con gli occhi di un soldato, un semplice soldato che nella vita faceva il tornitore.

Eppure le capacità narrative dell’autore sono straordinarie. Vengono descritti con grande chiarezza le varie sfaccettature della guerra, definita più volte “un inganno”.

Si è sentito rivivere il soldato Arturo nei momenti in cui additava le posizioni prese da interventisti e neutralisti, che vengono descritti come “sbarbatelli e padri di famiglia”; vengono proposte molte immagini forti e commoventi, arricchite ancora di più dai canti e dal suono della fisarmonica di Jessica Cattaneo.

Si è creata un’atmosfera per cui ci si è sentiti coinvolgere e che ha fornito molte chiavi di riflessione. Abbiamo viaggiato in un’epoca che per noi è ancora aperta, dando occasione di far maggior chiarezza sulla storia vissuta da molti dei nostri nonni, affinché non venga mai dimenticata.

A dare voce ad Arturo Sala il giovane Simone Gambirasio, non un attore professionista ma un ragazzo ‘comune’, proprio come lo era Arturo.

A guidarci in questo viaggio due “narratori”: Ruggero Meles che ha sottolineato alcuni momenti della guerra di Arturo, e Chiara Burini che ha fornito un inquadramento storico-culturale, riguardante i canti e alla loro funzione storica, a volte anche di invettiva, proposti dal coro Chichecanta diretto da Renata Tomasella. Da brividi la versione proposta di “Gorizia” ” che è stata replicata nel bis finale.

Al termine grandi applausi per lo spettacolo che verrà riproposto il 5 dicembre, alle ore 21.00, nella Sala civica del Comune di Monte Marenzo. Un’ altra occasione per rivivere dei momenti di testimonianza di giorni ancora vicini a noi.

Grazie a Giorgio Toneatto per le immagini dello spettacolo.

Chiara Burini

3 pensieri su “Al Lavello le parole e i canti del grande inganno della guerra”

  1. Oltre che a tutto il team di “Ragazzine vi prego ascoltare” , vorrei rivolgere un grazie, in particolare, ai più giovani: a Simone, che ha dato voce con grande sobrietà e naturalezza al giovane soldato di Olginate e a Chiara, per il racconto della giornata di ieri, a cui ha offerto la propria sentita partecipazione.

    Come per loro, anche per tutti noi che, con molti limiti, ci siamo messi in gioco di fronte alle persone in ascolto, l’incontro non è stato privo di emozioni.

    Del resto, il senso di una proposta come questa è proprio quello di provare a mettere in comune pensieri e sentimenti, di provare ad ascoltare – in altro modo che da soli – parole che altri ci hanno voluto comunicare.

    Non solo i letterati, non solo i ‘grandi protagonisti’ della Storia, hanno qualcosa da dire su come è – e su come potrebbe essere – la nostra vita.
    Anche ‘altri’ hanno parole per dire, per esempio, cosa è stata quella Grande Guerra che, un secolo fa, ha sconvolto l’esistenza quotidiana di tanti esseri umani e decimato un’intera generazione.

    La Mostra allestita al Lavello ha documentato quanto pesantemente la Guerra sia passata anche nei nostri territori e, tra i visitatori, molti hanno richiamato memorie di propri familiari coinvolti nel conflitto.
    Tutta ‘gente comune’? Al contrario: siamo tutti ‘gente non comune’. Il sottotitolo dell’incontro di ieri si riferiva, provocatoriamente, proprio a questo.

    Dentro i grandi avvenimenti si muovono, vivono, soffrono e gioiscono, sognano e creano legami, tante singole persone, ognuna con la propria storia, ognuna in modo diverso una persona ‘speciale’: come sicuramente lo era il ragazzo di Olginate che ha voluto lasciarci una così particolare testimonianza dei suoi giorni in tempo di guerra.

    Come è detto nella brochure della Mostra, guardare più da vicino i protagonisti di una guerra del nostro passato, può forse aiutarci a guardare con meno superficialità ai tanti che sono in fuga dalle guerre dei giorni nostri. E, come altri hanno postato sul nostro sito, aiutarci a sperare che sia possibile non soccombere al male.

  2. Una rappresentazione intensa e commovente. Cultura e pathos allo stato puro, grazie soprattutto ad Arturo Sala, tornato in vita attraverso i suoi quaderni ingialliti per ammonirci, dopo cento anni, sulla disumanità della guerra.
    I protagonisti di questo lavoro, sul palcoscenico e dietro le quinte, hanno dato il meglio di sé non come attori, cantanti e autori usi al lungo mestiere, ma con la forza e la freschezza di un coinvolgimento emotivo, di una passione per il racconto del soldato Arturo, tornitore di Olginate trascinato nella tragedia della Grande Guerra.

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