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Festa o non festa?

festa-unità-italiaFesta o non festa? Questo è il problema…

Parafrasando Amleto questa è la domanda che ci si pone per il prossimo 17 marzo, giorno indicato per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

A Monte Marenzo la Polisportiva ha già iniziato a far comparire qualche tricolore alla rotonda di via Colleoni e nell’aiuola in prossimità della strettoia.

Il presidente degli Alpini ha già sollcitato il Sindaco per organizzare un evento in occasione della giornata.

Il Sindaco convocherà tutte le Associazioni di Monte Marenzo e le forze politiche per far diventare la festa un’occasione collettiva di unità del paese attorno ai simboli della nazione.

Ma…

Ma il 17 marzo sarà vera festa?

E’ lecito chiederselo viste le resistenze di alcuni ministri della Repubblica a voler celebrare l’Unità d’Italia con la chiusura di fabbriche, uffici e scuole.

Ne parlo con alcune persone che incontro in paese.

Due anziane signore, molto su con gli anni, che hanno vissuto interamente una buona fetta  di questi 150 anni, che hanno visto la guerra e cambiare l’Italia e hanno quindi vissuto sulla loro pelle la realtà di questo essere italiani, mi rispondono  in dialetto e con toni accesi.

Chi del guerno…“. Traduco, visto che il dialetto non lo so scrivere: “Quelli del governo non sanno più cosa inventare… è una vergogna… anche su questa cosa non riescono a mettersi d’accordo. Fanno proprio schifo. “

Più in là trovo Beppe. Il suo è un commento sarcastico: “Ma cosa pensi che farà Calderoli quel giorno? Niente, come sempre! E a fine mese passa a prendere lo stipendio statale. Quei soldi che tutti gli italiani gli versano li prende ben volentieri.  Bell’esempio di coerenza padana!”

Potrei essere sarcastico anch’io, visto che Calderoli ha definito la legge elettorale che ha firmato lui “una porcata”, magari se facesse un giorno di festa farebbe mano danno… Ma vado oltre.

In Comune trovo Franco. E’ sconcertato dalle affermazioni di questi Ministri. “Che insegnamento diamo ai nostri ragazzi? Nello sport e a scuola li educhiamo  ai valori dell’unità e poi sentono in TV espressioni di segno opposto”.

Beh, frequento gente che la pensa come me. Ma in paese ci sarà senz’altro qualcuno che invece condivide di andare al lavoro e a scuola il 17 marzo.

Magari ripetendo il ritornello che si sente in questi giorni: “C’è la crisi… il paese non può permettersi una vacanza extra… facciamo andare i ragazzi a scuola e parliamogli dell’unità…”

Insomma tutto il reportorio che nasconde la vera insofferenza di chi proprio non vorrebbe affatto festeggiare. D’altro canto perché stupirsene visto che l’articolo 1 di un certo partito del nord ha come finalità l’Indipendenza della Padania!

A questi miei concittadini vorrei solo ricordare l’esempio degli italiani che fanno onore a questo Paese: i soldati del sud e del nord che sono tornati nella bara avvolti nel tricolore; i ricercatori del sud e del nord che studiano e qualche volta trovano soluzioni a malattie gravi e prendono stipendi infinitesimi rispetto a Calderoli e al “Trota”; l’ingegno di imprenditori del sud e del nord che fanno conoscere la qualità dei prodotti italiani; la tenacia delle madri di famiglia del sud e del nord che fanno i salti mortali per crescere i figli, farli studiare, accudirli, spesso non sapendo come fare ad arrivare a fine mese…

Un pensiero su “Festa o non festa?”

  1. Quella della festa nazionale per i 150 dell’unità d’ITALIA mi è sembrata una buona idea, una delle poche di questo governo, e non capisco chi come la presidente di confindustria, o la Gelmini (su Calderoli non mi pronuncio..) ha espresso perplessità. Peccato, ma in fondo è un esempio di come in realtà è fatta questa nostra cara e bistrattata ITALIA.

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