In viaggio negli States: verso Portland
Local time Portland 19,05 del 22 gennaio (almeno crediamo).
Ciao, se tu [Angelo] e Sergio giraste per il centro di Portland forse sareste i più normali e questo dice tutto (questo specifico lo sta dettando Roberto! Io non oserei mai… tuttavia concordo!).
Nei negozi “in” del centro ci sono in abbinamento camicie a strisce e cravatte a pois… e a parte questo sia io che Roberto concordiamo sul fatto che gli americani sono assolutamente fuori dall’ordinario, nel senso che ognuno va in giro come gli pare e piace, il vestirsi non segue le stagioni come avrete visto, non segue le mode, ognuno è in giro con il suo personal style con accessori che in Italia non si vedono più dagli anni ’90 (vintage?).
Proseguirei con la descrizione, ma Roberto mi taglia bruscamente (sostiene che dei clochard non possiamo parlare, in realtà qui è pieno di vagabondi ma sono assolutamente inoffensivi e fanno parte del centro città – Roberto dice che sono la parte più storica della città).
Ora dobbiamo andare a caccia del solito ristorante italiano (questione di sopravvivenza). Oggi però abbiamo assaggiato del buon vino locale, pinot noir prodotto nella Willamette Valley a sud di Portland. Sul wine ci siamo, sul food devono migliorare (Roberto durante l’assaggio l’ha anche detto papale papale a un americano doc che se n’è risentito!!).
Ciao
Laura e Roberto
P.S. nelle foto viaggio da Redmond a Portland via Hood River (lungo il Columbia River) , foto di Portland e qualche scatto della Willamette Valley.
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Belle le foto on the road. Sembrano tratte da un film “on the road movie” appunto.
Ho guardato sulla cartina geografica dove siete diretti (nel mitico west se non sbaglio) e leggo da wikipedia che il nome della città di Portland è stata data gettando in aria una monetina. Se non è incredibile questo. Noi a far fatica a districarci tra nomi di civitas e toponimi e loro… “testa o croce?” …
Da quelle parti dovrebbe esserci Powell’s City of Books, considerata la più grande libreria del mondo. Fateci un salto e fatemi schiattare d’invidia.
Alla prossima