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La sfida (una mail dal 25° secolo)

A Graziano Morganti è arrivata una mail dal 25° secolo. Ce la inoltra e ci avverte: “Mi sembra adatta al momento (era già d’attualità nel 1986 ma continua purtroppo ad esserlo).

 

LA SFIDA

 

L’uomo verso la fine del XX secolo, con l’aiuto degli dei, se c’erano, o senza il loro aiuto, decise di cambiare, di diventare ciò che forse era stato anni luce prima. Era necessario realizzare un nuovo universo, cambiare “paradigma” di come vivere sul nostro Pianeta.

Tale impresa era ritenuta in pratica impossibile per quei tempi tristi in cui l’umanità si era privata di tutto.

Tutto ebbe inizio con un’aspra battaglia combattuta contro le macchine e i suoi servitori. 
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Erano già state realizzate a quei tempi delle macchine mostruose chiamate Centrali Termonucleari che servivano a produrre energia per far funzionare altre macchine. Queste centrali erano tenute avvolte da mistero e venerazione e i “sacerdoti” addetti a questi templi facevano credere al resto dell’umanità che là dentro vi fosse custodito il fuoco sacro che non si poteva né toccare né vedere e che bruciava chi osasse guardarlo.

 

Una serie di “schiavi” venivano impiegati per mantenere in vita queste macchine mostruose.

Spesso questi schiavi venivano sacrificati, insieme alle popolazioni che abitavano vicino, per convincere l’umanità che il fuoco “divino” era davvero pericoloso.

In realtà il fuoco divino era costituito da materiale radioattivo che, per le condizioni di assoluta impreparazione tecnica esistenti, diventava veramente pericoloso. Si costruivano queste centrali con materiali che non solo non potevano resistere nemmeno a condizioni critiche che il materiale radioattivo poteva raggiungere quali un’accidentale fusione del nocciolo, ma neanche potevano contrastare o arrestare in maniera decente la radioattività che il materiale impiegato produceva di per sé. Infatti di tanto in tanto veniva rilasciata un po’ di radioattività in giro per il mondo.

 

Il vero motivo perché quella gente dovesse costruire queste pericolose macchine, ancora non risulta molto chiaro. Possiamo pensare che l’uomo del XX secolo ritenesse “il sacro fuoco” il dono più prezioso ricevuto dagli dei, ma forse la verità é più semplice e cioè che alcuni irresponsabili avessero trovato possibilità di profitto in questa attività e che tutti gli altri non avessero ben idea di cosa fosse la radioattività e cosa potesse fare all’umanità.

Tutto quel che circondava l’uomo medio del XX secolo era avvolto dal mistero, l’ignoranza era molto diffusa e le “macchine” avevano instaurato un vero clima di terrore sociale, di assoluta sottomissione dell’uomo o meglio del pensiero dell’uomo.

 

L’arcano però incominciò a svelarsi proprio grazie alle macchine stesse.

 

La direttiva primaria era quella di costruire macchine sempre più efficienti, sempre più veloci e in grado di costruire altre macchine.

Lo scopo finale era quello di sostituire del tutto l’uomo. Cioè come dire che le macchine per impadronirsi definitivamente del mondo si dovettero evolvere in due direzioni: l’una era la realizzazione di mastodontici monumenti tipo le centrali e l’altra era di creare delle macchine sempre più leggere, sempre più simili all’uomo, nella certezza che ormai presto l’umanità avrebbe cessato di esistere per le condizioni ambientali troppo mutate repentinamente dalle macchine stesse. Questo sviluppo verso le macchine “servitori” non fu che l’inizio di quella che oggi é la tecnologia del computer.

Il fatto di porre accanto al vecchio servitore, cioé l’uomo, il futuro servitore, cioè il computer, pose l’umanità di fronte alla pratica constatazione di essere destinata all’estinzione in un tempo molto breve.

In più il “nuovo” servitore, per forza di cose, era più simile all’uomo che non alle “centrali”.

Ma proprio per questa “somiglianza” fu più facile, ai computer, simpatizzare con la vittima predestinata, coi servi, che con il padrone, che pure era della sua stessa originaria natura.

Il computer dopo aver servito fedelmente le centrali per un certo periodo di tempo, rendendo in certa misura ancora più misteriosi i riti della religione delle macchine e aiutando a glorificare le stesse e godendo lui stesso di una certa venerazione, in quanto pur sempre macchina, venne via via in dimestichezza familiare con l’uomo dandogli la possibilità di rendersi conto di essere stato da tempo spodestato dal suo posto di protagonista nel mondo, per occupare il posto di servitore e in più gli diede la consapevolezza che le macchine non erano divine e neppure indispensabili.

 

L’umanità si rese finalmente conto che la terra, il sole, il vento e il mare erano fornitori di energia inesauribili e che, tolte di mezzo le macchine, in verità di energia ne serviva pochissima.

Per pensare bastava poco, per essere felici bastava non essere schiavi, per la conoscenza bastava una tecnologia “dolce”, per socializzare bastava stare insieme e chiacchierare, per scoprire gli dei bastava guardarsi attorno e scoprire dentro ogni simile un “genio creatore”, un dio.

 

 

Liberato dalla schiavitù, dal lavoro fatto al solo scopo di produrre energia che le insaziabili macchine richiedevano in misura sempre crescente, l’uomo ebbe finalmente la possibilità di riprender fiato, di riflettere sul suo destino e sulla ingiustizia dell’esistenza di miliardi di altri uomini costretti a trascorrere tutto il periodo di esistenza dei loro corpi nell’unico scopo di ricercare cibo per i loro corpi.

Che gioco stupido! Che gioco limitato!

Si aprì finalmente l’era nuova che ci ha dato la possibilità di vivere come oggi viviamo e che ci ha offerto l’infinito orizzonte che ci sta portando sulle stelle.

 

(21-6-86 Vourvorou – Grecia)
Da CRONACHE LIBRO XXXXVII PARTE III – Cap.16°- § 1°

Nella foto di Graziano Morganti: Cascade d’Ouzoud, Alto Atlante Marocco – maggio 2009

DSC08123

 

2 pensieri su “La sfida (una mail dal 25° secolo)”

  1. Caro Graziano,
    Bellissimo racconto con un consolante happy end. La storia ha un’infinità di racconti sugli apprendisti stregoni che vengono travolti dalle loro stesse magie (invenzioni), naturalmente dopo aver prodotti disastri devastanti. D’altra parte noi uomini/donne saremo sempre figli di Prometeo e non smetteremo mai di sfidare gli dei/natura per svelarne i fini ultimi. Anzi, siamo cresciuti in grandezza tanto da poter competere col demiurgo che ha plasmato il mondo: infatti siamo in grado di distruggere la sua opera mirabile. Peccato che non siamo assolutamente in grado di ricostruirla, o di crearne una simile.
    Può sembrare bizzarro, ma l’unica soluzione risiede nella politica, intesa come ciò che hanno di più nobile gli uomini/donne: la capacità di elaborare il passato e il presente, tale da suggestionare il futuro in favore della conservazione della vita in ogni sua forma, e noi con la consapevolezza del sé e del proprio ruolo in questo disegno.
    Fantasia? No, ontologia.

  2. Nonostante il freno del Governo sugli incentivi al fotovoltaico, assistiamo alla crescita ed allo sviluppo, un po’ ovunque sul territorio, degli impianti di produzione di energia pulita da fonte fotovoltaica. Nel dettaglio, in Italia si contano, in base alle ultime rilevazioni aggiornate a cura del GSE, il Gestore dei servizi elettrici, oltre 56 mila impianti fotovoltaici, ovvero ben 49 mila in più rispetto al 2007; questo significa che nell’arco di un paio d’anni gli impianti di produzione di energia pulita sfruttando il fotovoltaico sono cresciuti dell’800%.
    E’ un dato confortante ma il Governo Italiano non è seriamente impegnato su questo programma.
    In 4 anni abbiamo installato potenza pari ad una centrale nucleare.
    Quindi ce ne vuole già una in meno.
    Per fare una centrale nucleare ci vogliono 20 anni. Quanta potenza derivante dal solare potremmo installare in 20 anni?
    Le centrali non servirebbero più.
    C’è un passaggio di questo bellissimo racconto di Graziano: “forse la verità é più semplice e cioè che alcuni irresponsabili avessero trovato possibilità di profitto in questa attività e che tutti gli altri non avessero ben idea di cosa fosse la radioattività e cosa potesse fare all’umanità.”
    La letteratura spesso anticipa gli scenari del futuro (qui ci auguriamo che si avveri questa profezia). Ma il potere politico non sa, o meglio non può e non vuole ipotizzare scenari diversi dal calcolo meschino, miope, del guadagno immediato di consenso elettorale o di arricchimento personale e degli amici del potere.
    Pensiamoci quando a giugno dovremo andare al referendum sul nucleare. Non date retta al potere. Informatevi e poi decidete se vi conviene o no.

    Leggetevi questo interessante sito: http://www.spiritocritico.it/ambiente/energia-rinnovabile/le-centrale-nucleare-e-larte-di-creare-i-problemi-che-con-la-centrale-solare-non-avremmo/

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