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Monte Marenzo, con l’IMU avviato federalismo fiscale

Nel Consiglio comunale di Ieri sera ha tenuto banco l’approvazione del pacchetto IMU (regolamento e aliquote). E’ il primo passo verso una reale autonomia fiscale del comune, dopo che con il governo Berlusconi – Lega del 2008 si era avviata una centralizzazione delle imposte locali.

Riteniamo che il modo migliore per introdurre e illustrare il provvedimento approvato sia riportare ampi stralci della relazione e delle analisi che l’assessore Ornella Chiari (foto) ha svolto in consiglio.

Questo è un momento fondante della vita pubblica che pone immediatamente in relazione le decisioni dell’Amministrazione con il cittadino contribuente, perché le tasse pagate nel proprio territorio lasciano una precisa traccia rispetto al loro impiego, rendendo più consapevoli le scelte politiche e culturali che il cittadino è chiamato ad esercitare, sia in termini di partecipazione alle vicende della collettività, sia nelle consultazioni elettorali comunali.

Siamo tutti consapevoli che siamo in una fase economica molto difficile e bisogna operare in profondità sulla quantità della spesa, anche con scelte dolorose se queste impediscono il collasso del sistema, se hanno come finalità lo stabilizzare la tenuta di servizi e interventi propri di ogni società civile e avanzata.

Quello che non bisogna fare è illudersi che un giorno o l’altro per incanto tutto ritornerà come prima. Non è così. Oggi l’impressione è che invece di affrontare una globale e condivisa riforma istituzionale per far fronte a tutti questi problemi, agendo sì sul fronte dei tagli, ma senza deprimere gli investimenti produttivi, si sia preferito tentare di aggiustare la finanza pubblica con manovre esclusivamente depressive.

L’anticipazione al 2012 dell’IMU e l’assoggettamento all’IMU della abitazione principale sono state ovviamente motivate da urgenze “improrogabili”.

Contrariamente a quanto si può pensare questa nuova imposta  non porterà maggiori risorse ai Comuni perché tutto il maggior gettito andrà allo Stato o direttamente o attraverso una diminuzione contestuale dei trasferimenti attraverso la riduzione del Fondo Sperimentale di riequilibrio.

La definizione delle aliquote è ovviamente il momento cruciale della applicazione dell’IMU e quindi merita una premessa dove si racconta il metodo applicato nella individuazione del moltiplicatore che garantisca:

  1. il giusto equilibrio tra il valore e la funzione del bene tassato in relazione all’ampia gamma di tipologie delle consistenze immobiliari esistenti;
  2. il valore assoluto del gettito da garantire in ragione del mantenimento degli equilibri di bilancio.

Allora prima di ragionare di aliquote abbiamo fatto una ricognizione sullo stato di attuazione del Bilancio di Previsione 2012 che presenta questa situazione: un ammontare pari a 52.354,94 euro previsti non entreranno nelle casse del comune, al quale andranno ad aggiungersi altre voci per 16.540,00 (trasferimento regione per Diritto allo studio e contributo ministeriale per Sezioni primavera).

Pertanto la prima decisione da assumere è:

  1. tagliare i servizi fino a riportare il Bilancio in pareggio, sapendo che le spese generali, le manutenzioni, le indennità riconosciute agli amministratori sono già ridotte all’osso e non più comprimibili?
  2. oppure regolare il gettito del’IMU per compensare i tagli operati sul nostro Bilancio dalle istituzioni sovraordinate al comune?

Nella proposta elaborata e che sottoponiamo al voto del Consiglio comunale abbiamo scelto questa seconda soluzione .Ci assumiamo noi la responsabilità di chiedere ai contribuenti di Monte Marenzo uno sforzo per mantenere alto il livello di servizi e di funzioni del nostro comune; dalla scuola all’infanzia, dagli adolescenti e giovani agli anziani, ai disabili, dalla cultura allo sport, e via elencando.

Pochi sono contenti di pagare le tasse, però riteniamo che la stragrande maggioranza delle persone siano disponibili a concorrere in misura ragionevole e proporzionale alle loro possibilità al sostentamento della qualità di vita della propria comunità. Anzi, in virtù del loro diretto impegno nel fornire le risorse per la gestione del governo locale, accresce il loro diritto di giudicare l’operato degli amministratori, di partecipare in modo concreto alle decisioni e alle scelte che riguardano tutti.

Nonostante si aspettassero dati più attendibili è ragionevole ipotizzare che lasciando le aliquote basi stabilite nel D.L. 6 dicembre 2011 n. 201, la cifra complessiva che il comune di Monte Marenzo andrebbe ad incassare per l’anno 2012 sarebbe di 254.212,20 euro (insufficiente a coprire il fabbisogno di bilancio, n.d.r.).

Troppe sono le disparità tra il valore degli immobili pur appartenenti alle stesse categorie, oppure le incongruenze di accatastamento rispetto alla reale tipologia del fabbricato. Basti pensare che esistono molte case in A2 hanno una rendita di poco superiore a 200 euro, altre invece che oscillano tra i 400 e i 500 euro, e la consistenza dei vani degli immobili non è poi così diversa. Inoltre, le rendite catastali di Monte Marenzo sono storicamente e mediamente più basse rispetto a quelle dei comuni del nostro contesto territoriale.

Da una verifica campione, abbiamo constatato che l’aumento del moltiplicatore da 100 a 160 per la prima casa è largamente assorbito dalle detrazioni di € 200 per unità abitativa e dalle maggiorazioni previste per i figli coabitanti e residenti. Ne discende che con le aliquote proposte una grande percentuale di contribuenti andrebbero a versare sull’abitazione principale una IMU inferiore all’ICI del 2007, che aveva una unica aliquota dello 0,54%. Quindi ci siamo sentiti di riproporre la stessa aliquota per le tipologie edificatorie più modeste, quindi escluse le A1, A7, A8.

Per queste ultime, tenuto anche conto delle precedenti considerazioni, abbiamo ritenuto ragionevole chiedere alle famiglie che le abitano di contribuire in modo maggiore al mantenimento dei servizi e delle funzioni comunali, fissando la tariffa a 0,60, considerato che ragionevolmente ad un valore catastale maggiore, corrisponde un altrettanto valore di mercato dell’abitazione.

L’orientamento che abbiamo tenuto nel determinare le aliquote degli altri fabbricati ha avuto una forte preoccupazione: non insistere ulteriormente sugli oneri fiscali a carico dei luoghi di lavoro, dove si forma il reddito delle imprese e del commercio, per le mille ragioni che tutti conosciamo. Inoltre, il meccanismo che dirotta verso le casse della finanza centrale lo 0,38% del gettito, ha di fatto innalzato di parecchio questa imposta rispetto al precedente regime ICI.

Quindi abbiamo ritenuto di:

  1. lasciare invariata la tariffa base dello 0,76% per i C1 (negozi e botteghe) e i C3 (laboratori artigiani);
  2. incrementare leggermente sino allo 0,78% le categorie D1 (opifici), D7 e D8 (fabbricati speciali o adibiti ad attività industriali e commerciali).
  3. fissato allo 0,82% l’aliquota di tutti gli altri fabbricati.

Riteniamo di aver fatto una previsione oggettiva del gettito, stando attenti a definire un giusto peso fiscale tra i diversi valori degli immobili e tenendo conto delle condizioni socio-economiche dei contribuenti, quale possibile valutare con gli strumenti propri del comune.

Da una stima prudenziale la proiezione disaggregata del gettito dovrebbe essere la seguente:

  1. € 104.493,05 – dalle abitazioni principali e pertinenze, di cui 61.009,27 per l’aliquota dello 0,60% e 43.483,78 per la aliquota del 0,54%;
  2. € 8.674,94 – dai laboratori e negozi per l’aliquota del 0,76%;
  3. € 127.232,44 – dalle attività industriali e commerciali per l’aliquota del 0,78%;
  4. € 114.660,19 – da tutte le altre categorie per l’aliquota dell’0,82%;
  5. € 7.125,95 per le aree fabbricabili.

Così facendo riusciamo e a raggiungere l’introito previsto per il pareggio 2012. Infatti, su una previsione totale di 362.186,56 euro, alla quale va tolta la percentuale dell’11%, pari ad € (39.840,52) di gettito che, come abbiamo visto, fisiologicamente non si riesce a incassare, arriviamo ad un netto di euro 322.346,04. Abbiamo un margine di circa 14.000 euro in più destinato a sopperire in minima parte al mancato introito degli oneri di urbanizzazione, dovuto ad una attività edilizia completamente immobile.

L’anno di applicazione di una nuova imposta ha sempre il beneficio della sperimentazione che può essere valutata compiutamente solo a fine anno e analizzando il dato oggettivo del riscosso.

Per fortuna l’IMU non è dogma di origine divina e pertanto l’Amministrazione comunale provvederà a rettificare e ricalibrare tutto quanto non ha soddisfatto i criteri che ci siamo dati, gli obiettivi che ci siamo proposti. Inoltre, ci sono sul tavolo una serie di autorevoli proposte per modificarne il meccanismo, soprattutto nel senso di farne un’imposta effettivamente ed unicamente locale.

ECCO IL QUADRO RIASSUNTIVO DELLE ALIQUOTE IMU PER L’ANNO 2012.

aliquota pari allo 0,54%

abitazione principale (escluso gli immobili di categoria catastale A/1 A/7 e A/8) e relative pertinenze;

aliquota pari allo 0,60%

immobili di categoria catastale A/1 A/7 e A8 e relative pertinenze;

aliquota pari allo 0,76%

immobili di categoria catastale C/1 e C3;

aliquota pari allo 0,78%

immobili di categoria catastale DI, D7 e D8;

aliquota pari allo 0,82%

le aree fabbricabili ed i fabbricati diversi da quelli ai precedenti punti.

I consiglieri di minoranza Claudio Caneschi e Fabio Belinghieri hanno votato contro il provvedimento, mentre Anna Maria Mangili e Christian Malighetti non erano presenti al momento del voto.

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